Antonio Rezza: dal Covid a Cospito passando tra vita, morte, divismo e Stato. Videointervista

Rezza in Hybris (ph: Annalisa Gonella)
Rezza in Hybris (ph: Annalisa Gonella)

“La pandemia mi ha dato anche il tempo per finire un film, “Il Cristo in gola”, iniziato 18 anni fa”

Incontriamo Antonio Rezza a Genova, città che, dice, gli piace molto.
Decide di abitarla per qualche giorno, a tu per tu con diverse realtà che sente in qualche modo vicine. In primis il Teatro della Tosse, che ospita per due serate “Hybris“, ma anche il cinema Gioiello dove presenta il suo “Cristo in gola” o l’università per un incontro con gli studenti.

Chiacchieriamo in platea, davanti alla scena aperta del suo spettacolo, ben consci che sarà difficile tenere dei confini prestabiliti, focalizzarsi su un argomento. E così ci facciamo consapevolmente trasportare dall’energia che emana, dalle domande che diventano occasioni di dialogo a tutto tondo. L’ironia sconfina in concretezza, la rabbia in opportunità. Non ha filtri Rezza, si concede totalmente e sempre in modo inatteso e generoso.
Dalla performance passiamo così a parlare di politica, cinema, società, futuro. A tal proposito ci racconta di una ipotetica Fondazione alla quale starebbe pensando, ovviamente con Flavia Mastrella, così come di un eventuale e surreale passaggio di testimone, ad oggi difficile anche solo da immaginare.

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