Carlo Cecchi e la drammaturgia anglosassone contemporanea

Carlo Cecchi - Abbastanza sbronzo da dire ti amo?
Carlo Cecchi - Abbastanza sbronzo da dire ti amo?
Carlo Cecchi (photo: teatrovascello.it)
Il regista e attore fiorentino Carlo Cecchi è amante dei classici; ricordiamo a tal proposito solo un “Sei personaggi in cerca d’autore” o il “Sogno” shakespeariano di questa stagione, entrambi prodotti dallo Stabile delle Marche con cui ha intrecciato un rapporto produttivo ormai da diversi anni.
Eppure, nonostante questo, non è nuovo a drammaturgie contemporanee, basti pensare al recente “Claus Peymann” di Thomas Bernhard.

I due atti unici, quasi monologhi, al debutto al Teatro Vascello di Roma a fine febbraio ed ora in scena a Milano (fino all’11 marzo all’Elfo Puccini), hanno molto in comune, a partire dagli autori: entrambi esponenti della nuova drammaturgia inglese, entrambi viventi e già tradotti e rappresentati in molti paesi.

Il primo testo, “Abbastanza sbronzo da dire ti amo?” di Caryl Churchill, per la prima volta portato in scena in Italia, è la storia d’amore omosex tra, letteralmente, “a country” e “a man” ovvero tra gli Stati Uniti d’America e un individuo europeo. Un continuo gioco dove le situazioni erotiche e sentimentali dei due sono in realtà metafora politica del feeling – non totale – tra gli Usa e i suoi alleati europei, con un occhio molto critico sulla politica estera americana post 11 settembre. Il secondo testo è invece “Prodotto” di Mark Ravenhill (del quale segnaliamo anche una mise en espace precedente a cura di Pieraldo Girotto per Short Theatre 2010): qui protagonisti sono un regista e la sua attrice. Lui le parla del film che intende fare con grande entusiasmo, lei si limita ad ascoltare silenziosa. Il film è “Io e Mohamed”, dove la protagonista Amanda, dopo aver perduto il marito nell’attacco alle torri gemelle, si innamora di un terrorista coinvolto in un piano per far saltar in aria Eurodisney.

Il primo commento a questi lavori vale la pena farlo sull’accostamento dei due testi: si parla essenzialmente della stessa cosa, ossia dello scontro ideologico tra Occidente (gli USA ma non solo) e Oriente (il mondo islamico ma non solo); mentre però in Churchill lo si fa attraverso una lunga metafora spiazzante e sottile, Ravenhill usa il cinema come mezzo per descrivere la situazione, attraverso il suo solito miscuglio di cinismo e ironia.
In tutti e due i testi si utilizza l’amore (e una buone dose di sesso) per descrivere l’odio.
Cecchi indugia molto sulla componente sessuale dei testi, tanto da presentarli attraverso una frase di Harold Pinter scritta – in inglese – sul sipario all’inizio di ciascuno spettacolo. Il padre di Churchill, Ravenhill e di tutta la drammaturgia contemporanea politica anglosassone recita così: “Democrazia. Non c’è scampo. I cazzi grandi sono fuori. Scoperanno tutto ciò che c’è in vista. Guardatevi le spalle”.

Cecchi interpreta e firma le due regie. In “Abbastanza sbronzo” duetta con Tommaso Ragno; in “Prodotto” l’attrice (muta) è interpretata da Barbara Ronchi.
Lo stile inconfondibile e il tono della voce emergono dai due spettacoli col solito adorabile narcisismo, ma mentre con Churchill l’amore è molto fisico e i corpi dei due si avvinghiano e si lasciano sul divano, con Ravenhill Cecchi sceglie la strada del monologo, togliendo tutte le battute dell’attrice. Di conseguenza, mentre “Abbastanza sbronzo” risulta più dinamico grazie alle doti attoriali di un Tommaso Ragno convincente, “Prodotto” appare più scontato, nonostante un testo forse più “pimpante”.
Due spettacoli senza sussulti ma interessanti, per farci ricordare come la drammaturgia d’oltremanica sia sempre così viva.

Abbastanza sbronzo da dire ti amo?
di Caryl Churchill
con Carlo Cecchi e Tommaso Ragno
durata: 50’

Prodotto
di Mark Ravenhill
con Carlo Cecchi e Barbara Ronchi
traduzioni di Giorgio Amitrano
regia di Carlo Cecchi
direttore di scena Roberto Bivona
amministratore di compagnia Francesca Leone
direttore di produzione Marta Morico
comunicazione e ufficio stampa Beatrice Giongo
durata: 45’

Visti a Roma, Teatro Vascello, il 24 febbraio 2012
Prima nazionale

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