E’ cominciata ufficialmente ieri sera l’ottava edizione del festival Equilibrio organizzato dalla Fondazione Musica per Roma. E per la terza volta è diretto da Sidi Larbi Cherkaoui. Quest’anno come non mai, racconta l’ad di Musica per Roma Carlo Fuortes durante la conferenza stampa di presentazione, il festival ha uno sguardo internazionale extraeuropeo: quattro i continenti coinvolti (manca solo l’Oceania) per un totale di 12 produzioni e 20 spettacoli fino al 27 febbraio. Numeri importanti per un festival su cui la Fondazione conta molto perché “la danza, forse meglio della musica, rappresenta la cultura contemporanea e ne interpreta le differenze”. Questo principalmente perché, sostiene ancora Fuortes, “il corpo è un linguaggio immediato”.
Un perfetto esempio di questo “meticciato culturale” è lo spettacolo che apre il festival (preceduto a dire il vero dagli otto finalisti del Premio Equilibrio di cui parleremo a parte): “Tezuka”, diretto da Cherkaoui. Uno spettacolo che è un omaggio ai manga di Osamu Tezuka, tra cui il famoso “Astroboy”, e che riflette sull’annus horribilis giapponese, ovvero il 2011, che sarà ricordato per sempre per le radiazioni di Fukushima. Lo spettacolo ha un cast internazionale, composto da 11 interpreti, tre musicisti e un calligrafo. Klp, presente alla prima, ne racconterà a breve su queste pagine.
Ma questo è solo l’inizio: nelle prossime settimane la danza invaderà l’Auditorium romano. Dal Giappone una creazione originale per la Fondazione Musica per Roma attraverso lo stile espressivo del corpo della leggenda del butoh Ko Murobushi; due artisti dal Canada: l’eccentrico, controverso e divertente Dave St. Pierre e la danza e i burattini nello spettacolo dell’allieva di William Forsythe Crystal Pite. Due artisti della stessa cultura nordamericana ma che interpretano la danza in maniera opposta. Da Cuba la Danza Contemporanea de Cuba ensemble che opera in un paese molto complesso politicamente ma che riesce ad avvalersi della collaborazione di prestigiosi coreografi della scena internazionale. Dal Belgio un compagno di percorso artistico di Cherkaoui: quell’Hugo Dehas che mette in scena otto donne over 30 che svelano la loro “maturità” espressività. E ancora, dalla Norvegia, Zero Visibilty Corp con uno spettacolo già intercettato da Krapp quest’estate a Fabbrica Europa. Dal Burkina Faso Serge-Aimé Coulibaly, già interprete per Alain Platel, propone uno spettacolo che riflette sui problemi della società. Inoltre, sul palco del Teatro Studio i due vincitori ex equo della quarta edizione del Premio Equilibrio nel 2011: Giulio D’Anna con “Parkin’son” e Valentina Buldrini e Martina La Ragione con “Will”.
Questo e molto altro per un’edizione 2012 all’insegna del “buio”: degna metafora dell’anno appena concluso, un anno di crisi e di catastrofi naturali (Fukushima e non solo), dopo il quale ci auguriamo una rinascita. Essa potrebbe avvenire anche attraverso trasformazioni ed opportunità che la danza contemporanea sa dare.
A margine della conferenza stampa, Fuortes e Cherkaoui sono stati interrogati su aspetti molto interessanti del festival: la possibilità di una compagnia di danza stabile dell’Auditorium e la delicata questione della distribuzione degli spettacoli del Premio Equilibrio. In entrambi i casi risposte molto diplomatiche che denotano una certa apertura. L’annuncio/rivelazione è stato che il direttore artistico (in carica fino all’edizione 2013 compresa) e l’amministratore delegato stanno lavorando a un ripensamento del premio per il prossimo anno: non saranno più solo le compagnie e gli artisti a proporsi ma bisognerà “andare a cercare i talenti”. Quest’ottica più “proattiva” della Fondazione è un passo importante per una realtà sicuramente ai massimi livelli in termini di ospitalità internazionali, e alla quale doverosamente si chiede ancora uno sforzo maggiore per la valorizzazione delle realtà nostrane.