Il 2013 per il Franco Parenti di Milano si è chiuso con uno spettacolo fresco, giovane seppur con un interprete “classico”, che anagraficamente non potremmo certo considerare “giovane”…
Eppure Gianrico Tedeschi sorprende ancora sul palco, a 93 anni compiuti, non solo per l’indiscutibile bravura, ma anche per la capacità di rinnovare un personale repertorio notoriamente più vicino ai classici (come scordare le sue interpretazioni pirandelliane?) con una sceneggiatura giovane, contemporanea e dalla forte comicità.
“Farà giorno”, scritto da Rosa A. Menduni e Roberto De Giorgi per la regia di Piero Maccarinelli, è uno spettacolo che invita alla speranza raccontando di un’amicizia tra poli opposti.
In scena Renato, anziano partigiano portatore della saggezza di anni che hanno visto la guerra, la povertà, l’umiltà.
Un rimando diretto alla stessa vita di Tedeschi, che combattè durante la seconda guerra mondiale, fu catturato dai tedeschi e internato in tre campi di prigionia.
Renato, infragilito dall’età, lo è anche da un incidente che lo invalida temporaneamente, causato dal suo giovanissimo vicino di casa Manuel (Alberto Onofrietti), irriverente filo-fascista che di libri non ne ha mai letto uno, che parla solo un romanaccio sgangherato e di colpo si ritroverà a dover accudire l’anziano vicino per evitare la denuncia e non rischiare fastidi con la giustizia.
In scena pochi oggetti, vecchi mobili, tanti libri, il letto dell’anziano, un poster di Gramsci che presto verrà sostituito da Manuel con quello di Totti. Gli oggetti consunti di una quotidianità segnata dal tempo sono l’atmosfera che avvolge la storia, come a proteggerla dalla bruttura che si presume esserci fuori, in quella periferia romana da cui arriva Manuel.
Tutto si svolge in un solo ambiente, la stanza da letto di Renato, che si amplifica con uscite di scena frequenti che lasciano immaginare gli ulteriori spazi della casa. Il tempo viene scandito da musica e momenti di buio, per sottolineare lo scorrere dei giorni e i mesi della riabilitazione di Renato. Dalle prime cure obbligate, puntellate di parolacce del giovane e risposte pacate e sarcastiche del vecchio, si passerà così a una graduale e colloquiale confidenza.
Ciò che avverrà tra i due è un vero e proprio scambio, che accompagnerà al finale con leggerezza. Da un rapporto a due in cui ci si sarebbero aspettati insegnamenti unilaterali e a perdere, ecco che invece emerge il bisogno di ricominciare a voler bere a qualcuno di Renato, quel ricominciare a vivere riavvicinandosi anche ad una figlia perduta anni prima, sublimando gli errori di padre nel rapporto col giovane.
Contemporaneamente il vecchio Renato riempirà la vita di Manuel con la curiosità per la cultura e la narrativa, regalandogli dapprima “I tre moschettieri” e poi il libro che lui non è mai riuscito a finire e che mai finirà: “Guerra e Pace”.
Pur non stupendo per l’originalità del soggetto, lo spettacolo si nutre dei riferimenti alla storia italiana e alle sue eco distorte nella società odierna, ma soprattutto si fortifica nella grande presenza scenica di Gianrico Tedeschi, che non rappresenta solo un pezzo di storia del teatro italiano, ma qui è capace di sorprenderci raccontando sottovoce l’umanità e la fragilità di un anziano qualsiasi.
FARA’ GIORNO
di: Rosa A. Menduni e Roberto De Giorgi
con: Gianrico Tedeschi, Marinella Laszlo, Alberto Onofrietti
immagini: Giacomo Costa
scene e costumi: Paola Comencini
musiche: Antonio Di Pofi
regia: Piero Maccarinelli
produzione: Artisti Riuniti
durata: 2h 55′
Visto a Milano, Teatro Franco Parenti, il 22 dicembre 2013