La pazienza è finita. Anche il Teatro Rossi è Aperto

Siamo tutti Mario Rossi (facebook.com/siamo.tutti.mario.rossi)|Il Teatro Rossi di Pisa (photo: Alberto Pioli)
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Il Teatro Rossi di Pisa (photo: Alberto Pioli)
Il Teatro Rossi di Pisa (photo: Alberto Pioli)
La nostra generazione non vuole più pazientare: l’apertura di un teatro in disuso è il segno di una vitalità condivisa e di una comunità culturale che sta cambiando volto.

Il 14 giugno 2011 un centinaio di lavoratori dello spettacolo entrava nel Teatro Valle di Roma per iniziare un nuovo laboratorio esperienziale di democrazia e un confronto prospero sulla gestione culturale di partecipazione attiva nata dal basso, prendendosi inoltre cura della programmazione quotidiana fatta di spettacoli e residenze artistiche con professionisti di settore.

In un solo anno e mezzo l’imbarazzante inettitudine e sospensione d’identità della politica e della cultura ufficiale hanno regalato il giusto tempo per convertire artisti e operatori in vere macchine autonome nella creazione di un pensiero politico e culturale, innescando un domino di procedure adottive che hanno portato alla riapertura del Coppola di Catania, del Teatro Lido di Ostia, del Garibaldi di Palermo, del Marinoni di Venezia, di Macao a Milano e da oggi, 27 settembre 2012, del Rossi di Pisa.

In quest’ultima creatura non è ancora presente una linea progettuale definita: per il momento sono chiari gli intenti e i desideri nel far vivere “un luogo magico trascurato, dimenticato e lasciato all’incuria”, guardando nuovamente a Pisa come centro di “scambi, incroci e contaminazioni” e non soltanto come cartolina “perfetta e priva di vita”.  
Il programma dei primi tre giorni appunta in calendario diverse assemblee d’incontro comunitario, lezioni con studiosi dell’Università e della Scuola Normale Superiore, workshop intensivi e una domenica dedicata al mondo dei piccoli. Gli occupanti comunicano che “le istituzioni cittadine si sono dimenticate del valore antichissimo dei suoi spazi”, con la speranza che il Teatro Rossi e la città di Pisa ritornino ad essere “un crocevia di incontri quotidiani attraversato da donne e uomini pronti a immaginare”. 

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Noi saremo con loro per dare proseguimento alla creazione di un pensiero autentico mentre il Paese di Cartapesta continuerà a farsi sgualcire fino all’ultimo cencio.

Per la sezione PaneAcqua-Arte&Culture Live in collaborazione con Klp, vi lasciamo alla conversazione telefonica con Dario Focardi dal Teatro Rossi Aperto di Pisa

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