Quattro le proposte selezionate per questa edizione, online e in presenza dal 22 al 26 novembre
Sono quattro i nuovi progetti digitali per i primi quattro anni della “Settimana delle Residenze Digitali”, il momento conclusivo di una vera e propria residenza che gli artisti selezionati realizzano non nei teatri, non negli spazi adibiti allo spettacolo dal vivo, ma in vari ambienti digitali.
Quattro anni sembrano molti di più, per un progetto così rispetto ad un “normale” festival, forse perché il web, annullando le distanze fisiche, sembra allungare la componente temporale. Un po’ come condurre una lezione online: è molto più faticoso di condurne una in presenza.
Per questo, oggi, i mesi complessi del primo lockdown ci sembrano lontanissimi, così come la prima edizione delle Residenze Digitali.
Il progetto si caratterizza per una fluidità che dimostra grande dinamismo: alle realtà fondatrici e storiche (gli ideatori di Armunia e CapoTrave/Kilowatt con AMAT, L’arboreto con La Corte Ospitale, ZONA K e Fondazione Piemonte dal Vivo) si affiancano ogni anno nuovi teatri e residenze. Quest’anno entrano C.U.R.A. – Centro Umbro Residenze Artistiche e la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza.
Due sono le novità significative di questa edizione, che si svolgerà dal 22 al 26 novembre.
La prima è la presenza in alcune delle performance, che quindi si svolgeranno dal vivo (con date tutte nel Nord Italia: a Collegno (TO), Torino, Milano e Vicenza), appuntamenti che naturalmente affiancheranno o integreranno quelle digitali.
La seconda novità è il coinvolgimento delle scuole in speciali matinée. Come in questi anni si sono di certo modificate le proposte – i social hanno ad esempio lasciato il passo all’Intelligenza Artificiale -, così con queste due novità ci si interroga anche sul ruolo del pubblico e sulle modalità di partecipazione agli spettacoli.
Sono riservate alle scuole la replica di mercoledì 22 dalle 11 alle 13, aperte a tutti quelle di mercoledì 22, giovedì 23, venerdì 24, sabato 25, domenica 26 dalle 16.30 alle 18, di “Citizens” di Simone Verduci e Ariella Vidach, un progetto di arte performativa e partecipativa per lo spazio virtuale che si concentra sul concetto di eterotopia, termine coniato da Michel Foucault per indicare luoghi aperti su altri luoghi, interconnessi e che si riflettono l’uno con l’altro, come gli spazi teatrali, i cinema, i treni, le carceri…
Giovedì 23 e venerdì 24 è il momento di “Ai love, ghosts and uncanny valleys <3” di Mara Oscar Cassiani. Il lavoro può essere fruito in versione online giovedì 23 dalle 11 alle 12.30 e in versione ibrida, online e in presenza alla Lavanderia a Vapore di Collegno (To), venerdì 24/11 dalle 11 alle 12.30 (con replica riservata alle scuole) e dalle 19 alle 20 – durata fra i 10 e i 30 minuti.
Si tratta in questo caso di una riflessione sugli infiniti rapporti, anche amorosi, che possiamo avere con la famigerata AI, la artificial intelligence.
Giovedì 23, dalle ore 18 alle ore 20 dal vivo a Milano presso ZONA K (e per un gruppo di 100 iscritti su Telegram) “Teatropostaggio” di Giacomo Lilliù. In questo caso la sfida è far dialogare lo shitposting e i meme con la drammaturgia. Replica domenica 26 dalle 18,30 alle 20 live da Off Topic di Torino per “Memissima” e fruibile da un gruppo Telegram di 100 iscritti.
Conclude la programmazione, venerdì 24 a Vicenza, dalle 20 alle 22,30 in cinque turni da cinque persone alla volta, e sabato 25 nella sua versione online dal teatro virtuale di AMAT dalle 20 alle 22 (sempre 5 turni per 5 persone alla volta), “Humanverse” di Martin Romeo, una ricerca della durata di circa 30 minuti sul post-umano che si incontra sempre di più nel metaverso.
Avendo seguito da vicino tutte e tre le prime edizioni, ciò che subito si nota in questa quarta edizione è la presenza di ben due artisti su quattro già vincitori nelle passate edizioni. Per questo abbiamo chiesto ai promotori se, dopo il boom iniziale, c’è ora una certa difficoltà a trovare artisti che operino del digitale. Oppure se si tratta di un segnale virtuoso di sostegno più continuativo alle realtà più intraprendenti.
La risposta di Francesca Giuliani de L’Arboreto è netta e articolata: “Rispetto all’anno in cui è nato il bando delle residenze digitali siamo passati da quasi 400 candidature alle più o meno sessanta domande che sono pervenute quest’anno. Questa, dal nostro punto di vista, è una cosa assolutamente positiva, in quanto si sono andati a specificare in qualche modo le tipologie di progetti: c’è sempre una più attenta specificità nelle creazioni, che rispondono sempre meglio a quella che è la chiamata del bando. Se infatti nei primi anni arrivavano una moltitudine di progetti che non mostravano una precisa riflessione sul digitale, e in cui più spesso si vedevano anche delle semplici trasposizioni di lavori pensati per la scena e riportati sulle piattaforme, oggi invece si assiste proprio a una attenzione particolare alla sperimentazione, che mostra come anche gli artisti e le artiste che provengono dal mondo dello spettacolo dal vivo siano più consapevoli di quelli che sono i linguaggi, le forme e i formati che il digitale può offrire allo spettacolo dal vivo. In questo senso quindi rientra anche la scelta di due autoriə che erano già stati selezionati nel 2022.
Da una parte quindi c’è la formalizzazione di un progetto che risponde alla chiamata, dall’altra c’è la necessità di sostenere dei progetti e degli artistə che sono cresciuti anche grazie a Residenze Digitali, progetto che, oltre al sostegno economico, offre un percorso di tutoraggio e formazione, e quindi mostrano quello che è stato anche l’impatto che ha avuto quest’azione specifica sul settore di cui facciamo parte”.
Appuntamento quindi nei vari ambienti virtuali per gli spettacoli!