Le Rare Tracce di Danilo Ghezzi per un Riccardo III fra cinema e tradizione

Riccardo III

“La tragedia di Riccardo III” del gruppo Rare Tracce con la regia di Danilo Ghezzzi. Visto a Milano, teatro Alfredo Chiesa, il 31 ottobre 2009

Riccardo III
Un’immagine dello spettacolo

Rino Silveri è stato il suo trentennale maestro, fino a quando, nel 1998, con alcuni compagni di Teatrosempre, ha fondato il Gruppo Teatro Rare Tracce, una comunità artistica animata da istinto e mestiere stanislavskiani. È Danilo Ghezzi, non solo un attore di spessore, carismatico nel timbro vocale e nello sguardo, ma anche regista, organizzatore, operatore socio-culturale, insegnante di recitazione e scopritore di talenti (Caterina Murino è stata la “sua” Lady Anna). Curatore di progetti laboratoriali, dal 2004 è direttore artistico del Teatro Alfredo Chiesa, un teatro parrocchiale reso particolarmente affascinante dalla location.

Sotto la chiesa di San Cristoforo, dove l’Alzaia Naviglio Grande si allontana dai locali alla moda e, nelle serate di primo inverno, è avvolta da buio e nebbia, si entra in un luogo della città che non è cambiato: premessa topografico-storica che molto bene introduce al tempo/non-tempo di questo Riccardo III.
Cinematografico nelle scelte musicali e scenografiche, ancorché minimali, l’allestimento attinge tanto alla tradizione shakespeariana e riccardiana di Ian McKellen, quanto alla più recente ricerca realizzata da Al Pacino alla scuola dell’Actors Studio.
Quell’inesauribile discorso sulla malvagità che, nell’avvicendarsi di omicidi, racconta l’onirico delirio del potere necessita di essere ogni volta reinventato. Qui di nuovo c’è il coro, che affida il prologo (estrapolato dall’Enrico V) e alcuni adattamenti drammaturgici a tre giovani soubrette vestite di verde con parrucca rosa. La luce insegue la trama che, attingendo a tutte le tonalità del rosso, attraversa il palcoscenico dominato dal trono e dalla figura distorta del sanguinario usurpatore in abito verde militare e hitleriano frustino. Gli abiti d’epoca si confondono con gli smoking e il cast gravita attorno al maestro-regista con abilità eterogenea.
L’amore per Shakespeare tuttavia arriva forte e chiaro, e con esso il desiderio di trasferirne la potenza trasformativa: «I suoi testi vanno al di là della filosofia e oltre la categoria dell’attore – ci racconta il regista – Slègano da schemi e dettami comportamentali. È come se dicessero: “Danilo, tu non riesci a comunicare con il tuo piccolo essere, però c’è qualcuno che ha già scritto e letto la vita per te”. E con le sue parole ti dice che è fatica, forse maledizione, sicuramente tragedia. E così io il mio spazio me lo ritrovo a teatro».
Come impone il metodo Stanislavski, una canzoncina accompagna l’attore mentre interpreta la parte. Quella di Danilo/Riccardo è “My way”, “a modo mio”, di Frank Sinatra, che entra sfumando ad accogliere gli applausi finali.


La tragedia di Riccardo III  

da William Shakespeare
progetto, traduzione, riduzione: Danilo Ghezzi
con: Danilo Ghezzi, Guido Garlati, Jessica Resteghini, Alessandro Testa, Elisa Colleoni, Alberto Grasso, Dante Fusi, Ermino Lissana, Francesco Cevaro, Luca Monticelli, Matteo Simonetta, Ugo Grasso, Michele Pietrunti, Carlo Casucci, Silvia Rossi, Teresa Fiammelli, Alessandra D’Azzaro
e la straordinaria partecipazione di Mirton Vaiani nel ruolo della duchessa di York
e gli attori del Gruppo Teatro Rare Tracce
regia: Danilo Ghezzi
costumi: Giancarlo Dozzo
scene: G.T.R.T.
durata: 2 h
applausi del pubblico: 5′

Visto a Milano, Teatro Alfredo Chiesa, il 31 ottobre 2009

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