Non assegnato. Questo il verdetto della giuria della V edizione del Premio Equilibrio. La somma destinata al premio (15mila euro) sarà utilizzata per rafforzare il premio il prossimo anno.
Questa la motivazione: “La giuria – composta da Myriam De Clopper (responsabile Performing Arts De Singel – Belgio), Karthika Nair (autrice e producer – Francia), Rachid Ouramdane (coreografo – Francia), Laurie Uprichard (Dancespace Project – USA), Claire Verlet (vicedirettore Danza Théâtre de la Ville – Francia) e presieduta da Sidi Larbi Cherkaoui – desidera esprimere il proprio apprezzamento per l’energia, il pensiero e la vitalità degli artisti e la serietà del loro lavoro ma ritiene che per gli otto finalisti sia più opportuno non affrontare adesso la responsabilità della creazione di uno spettacolo a serata intera. La giuria desidera esprimere la propria solidarietà ai coreografi che lavorano in condizioni particolarmente difficili in Italia e desidera incoraggiarli a continuare la propria ricerca e continuare a lottare per sviluppare la propria espressione coreografica”.
Decisione sicuramente da rispettare, e in parte condivisibile. Il livello medio era decisamente basso, molti degli studi proposti sprigionavano tanto entusiasmo giovanile e poco altro. Qualche spunto qua e là ma poche idee degne di essere sviluppate.
Degli otto finalisti, a parer di chi scrive, tre erano una spanna sopra gli altri: “Ballade Nocturne” di TAOMArte (Annarita Pasculli e Demy Giustarini) è un lavoro che ben racchiude in sé l’essenza di un testo molto buio e cupo di Gao Xingjian; è pieno di spunti visivi e di immagini, supportate da movimenti a tratti sincronici, a tratti scattosi. Sicuramente il migliore del primo giorno.
Il secondo giorno citiamo due spettacoli: Daniela Paci e Alessio Maria Romano in “Sogni Italiani”, un lavoro sui migranti italiani in Argentina, sulla memoria e la nostalgia dove non si può non notare la ricerca fatta sulla partitura sonora non musicale (un mix di testimonianze sul Belpaese visto da lontano e da vicino). Completano lo spettacolo i due danzatori in scena: presenze romantiche che si muovono a cavallo fra il tango argentino e le ballate popolari nostrane.
Infine, “Naufragi” di Leonardo Diana (già finalista l’anno scorso) e Claudio Cinelli, che appare essere lo spettacolo più strutturato: bella musica, ottimo disegno luci e clamoroso impatto visivo nel bianco candido della storia d’amore impossibile fra un uomo-danzatore e una donna-pupazzo. La figura creata da Cinelli è particolarmente bella, e non c’è da meravigliarsi da un’artista che lavora sul teatro di figura da quarant’anni.
Forse quest’ultimo era lo spettacolo più meritevole, anche se la presenza fondamentale (e registica) di un “vecchio” del teatro, mentre l’under 35 Diana (come vuole il regolamento) firma la coreografia, che è poca cosa rispetto agli altri elementi già citati, e questo fa pensare che alla fine la decisione della giuria sia stata giusta. Forse.
In più, tornano in mente le parole di Cherkaoui durante la conferenza stampa sulla necessità di rendere il premio più “proattivo” e capace di andare direttamente a scovare il meglio della nuova senza attendere. Ambra Senatore era un’altra cosa, senza dubbio.
Vale la pena citare comunque anche gli altri 5 lavori in finale: Collettivo Pirate Jenny con “Vanity Fair’s Snow White”, Famigliafuché con “Quaderni”, Lucia Palladino con “Kiss”, 7-8 Chili con “Ossi di seppia” e Rebecca Marta D’Andrea in “When”.
Appuntamento al 2013, dunque, per la seconda vita di un premio che negli scorsi anni si è affermato e che quest’anno ha pagato la necessità di un doveroso cambio di rotta.
Sono molto perplessa da questa notizia!
Sicuramente i PARTECIPANTI al Premio hanno lavorato sodo facendo sacrifici e investimenti; non dimentichiamo che sono anche riusciti ad attraversare mezza Italia bloccata dalla neve, per esserci e partecipare…. !!
Per non parlare delle aspettative e dell’entusiasmo che, un concorso del genere, può generare nei giovani danzatori / coreografi di oggi.
Lo trovo ingiusto non consegnare il Premio,
…lo trovo crudele e privo di professionalità da parte della giuria che, è riuscita sminuire il lavoro stesso fatto da questi ragazzi, non tenendo in considerazione, quanto sia difficile al giorno d’oggi affrontare e portar avanti questa PROFESSIONE!!!!
La giuria desidera esprimere solidarità e incoraggiamento a continuare ??? Ma questo sembrerebbe proprio il segnale opposto… viva l’ipocrisia!
…”Appuntamento al 2013, dunque, per la seconda vita di un premio che negli scorsi anni si è affermato e che quest’anno ha pagato la necessità di un doveroso cambio di rotta”…questo il contenuto manifesto delle parole che svelano una latente e, probabilmente, preordinata intenzione: quella di non assegnare il premio. Perché la “necessità di un doveroso cambio di rotta” si manifesta chiaramente nel comportamento dell’Organizzazione del Premio:
laddove non viene dato il giusto rilievo ai percorsi dei singoli gruppi, evidenziandone la poetica o almeno, ad onor del vero, semplicemente indicandone la provenienza artistica;
laddove non viene dato il “doveroso” RISPETTO agli artisti, alcuni dei quali non erano portatori di “un certo entusiasmo giovanile”, ma di un LAVORO che viene da un percorso pluriennale lungo, che è stato donato con profonda onestà, merce rara oggi, merce rara alla mercé di chi non vuol ascoltare, merce rara che andava DIFESA;
laddove – last but not least – l’illustre Presidente esprime parole di “apprezzamento” e incoraggiamento per artisti, con i quali NON si è degnato di parlare nei colloqui conoscitivi, palesando una Gravissima e Pericolosa INDIFFERENZA!
Viva l’ITALIA!
vergogna. Pretendere 5 euro e quindi un biglietto per spettacoli dignitosi e sentiti, alcuni considerate le condizioni produttive migliori di alcune produzioni importanti europee. E’ un’ organizzazione senza pudore e rispetto del pubblico Che ha partecipato anche stimolato dall’ idea di vedere l’ assegnazione di un premio. Le motivazioni da truffaldini di bassa lega
Una giuria estera che non tira fuori un vincitore dal concorso di premio equilibrio ma comunque ci incita a continuare ad andare avanti perché sa quanto sia difficile l arte in Italia prima di tutto sta generalizzando e secondo, non ha la più pallida idea di che cosa sia fare arte in Italia.
E’ stato molto strano che il direttore del premio Sidi Larbi Cherkaoui non fosse presente ai colloqui e che con questo atteggiamento abbia dimostrato un totale disinteresse a tutto l’ evento.
Che cosa significa dunque rendere nel futuro il premio equilibrio più proattivo se lui stesso avrebbe dovuto selezionare i candidati idonei per la finale ?Forse perché lui non lo ha fatto?E come mai?
Siccome si scrivono articoli su questo grande premio qualificando medio-bassa la qualità dei lavori di questa ultima edizione sarà giusto far sapere al mondo che alcuni gruppi sono stati invitati a partecipare da Gerarda Ventura, tutor italiana del premio equilibrio nonché grande procacciatrice di gruppi emergenti, dunque riconosciamo il suo lavoro proattivo per la ricerca di lavori di qualità all’ interno del concorso e ci domandiamo come mai non abbia difeso le sue scelte.
Come mai il risultato dell’evento si scopre su internet e non c è un comunicato ufficiale?
Sarà giusto far sapere che se esiste una finale vuol dire che prima una giuria ha fatto una selezione per arrivare a quegli 8 finalisti e che la giuria sapeva che materiale sarebbe stato presentato ai 20 minuti, o forse non ha fatto neanche questo di lavoro?
Se già si sa che non esiste un vincitore per la V edizione di premio equilibrio tanto vale non creare l’evento, non fare due serate con un biglietto a pagamento, invitare giornalisti e fare tanta pubblicità.
Se non ci sono i soldi per questo premio, perché questa è l unica conclusione che ne traggo, tanto vale non chiedere tempo prezioso a chi l’arte la fa per davvero con sacrificio e amore.
In più scrivere che esiste un lavoro più meritevole di altri fa dedurre che un migliore su 8 esiste, dunque perché non assegnargli il premio?
Secondo il giornalista Simone Pacini non ci sono lavori all’altezza del premio, ma sarà giusto anche dire che da parte del concorso non c è la serietà e la professionalità che loro stessi richiedono.
Sono stanca di essere presa in giro e come me credo anche tutti gli altri, quindi se esiste una giustizia esiste anche il fatto che le persone che sono state pagate per decretare un vincitore si concentrino per trovare il gruppo per cui vale la pena investire,perché qualcuno che fa le sue battaglie in Italia esiste, sta a voi giurati aprire bene gli occhi e le orecchie e contestualizzare, contestualizzare e contestualizzare.
Olimpia Fortuni
vergogna
E’ veramente singolare quanto abbiamo appreso: come è mai possibile che da un concorso a cui vi hanno partecipato 8 lavori selezionati da chi li ha convocati sceglendoli fra i tanti che si erano preposti, non possa da questi uscire un vincitore !!??
Viene da chiedersi quanto tutto questo sia condivisibile ed è senz’altro molto discutibile; considerando che gli stessi partecipanti hanno lavorato gratis, mentre le serate sono state a pagamento per molti spettatori: trovo appunto che sia veramente indecente !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Gentile Simone Pacini,
non mi sembra di averla mai conosciuta né tantomeno di aver mai parlato con lei. A mio avviso, prima di scrivere certe cose, uno almeno dovrebbe documentarsi profondamente. Le parlo ovviamente per quanto riguarda ciò che ha scritto sul mio lavoro. Basta semplicemente leggere il mio curriculum per vedere che la collaborazione con Claudio Cinelli va avanti da quasi 10 anni, nei quali lavoriamo sull’interazione tra il “Teatro di Figura” e il “movimento”. Ho trovato pertanto offensiva la sua insinuazione, tra le righe, del fatto di essere meramente considerato un prestanome per accedere al bando del premio Equilibrio, in quanto under 35, e lo trovo offensivo anche nei confronti di Claudio Cinelli che di certo non ha bisogno di un prestanome per portare avanti i suoi lavori. (Ovviamente presumo sia interesse di voi giornalisti puntare allo scalpore senza curarvi di dove stia la profonda verità delle cose).
Capisco che per la maggior parte della gente il concetto di coreografia sia legato ai soli movimenti di scena ma da un critico uno si aspetta un tantino di più. La coreografia è molto più di questo e anche lo studio di come muovere e relazionarsi ad una “donna pupazzo”, come lei l’ha definita, a mio avviso, fa parte di una ricerca coreografica così come l’uso delle scene, dei costumi e delle luci. Grazie per l’attenzione,
Leonardo Diana
Gentile Simone Pacini,
non mi sembra di averla mai conosciuta né tantomeno di aver mai parlato con lei. A mio avviso, prima di scrivere certe cose, uno almeno dovrebbe documentarsi profondamente. Le parlo ovviamente per quanto riguarda ciò che ha scritto sul mio lavoro. Basta semplicemente leggere il mio curriculum per vedere che la collaborazione con Claudio Cinelli va avanti da quasi 10 anni, nei quali lavoriamo sull’interazione tra il “Teatro di Figura” e il “movimento”. Ho trovato pertanto offensiva la sua insinuazione, tra le righe, del fatto di essere meramente considerato un prestanome per accedere al bando del premio Equilibrio, in quanto under 35, e lo trovo offensivo anche nei confronti di Claudio Cinelli che di certo non ha bisogno di un prestanome per portare avanti i suoi lavori. (Ovviamente presumo sia interesse di voi giornalisti puntare allo scalpore senza curarvi di dove stia la profonda verità delle cose).
Capisco che per la maggior parte della gente il concetto di coreografia sia legato ai soli movimenti di scena ma da un critico uno si aspetta un tantino di più. La coreografia è molto più di questo e anche lo studio di come muovere e relazionarsi ad una “donna pupazzo”, come lei l’ha definita, a mio avviso, fa parte di una ricerca coreografica così come l’uso delle scene, dei costumi e delle luci. Grazie per l’attenzione,
Leonardo Diana
Per Olimpia:
Il comunicato è sul sito dell’Auditorium http://www.auditorium.com/comunicati/5251228
Gentile Simone Pacini,
non mi sembra di averla mai conosciuta né tantomeno di aver mai parlato con lei. A mio avviso, prima di scrivere certe cose, uno almeno dovrebbe documentarsi profondamente. Le parlo ovviamente per quanto riguarda ciò che ha scritto sul mio lavoro. Basta semplicemente leggere il mio curriculum per vedere che la collaborazione con Claudio Cinelli va avanti da quasi 10 anni, nei quali lavoriamo sull’interazione tra il “Teatro di Figura” e il “movimento”. Ho trovato pertanto offensiva la sua insinuazione, tra le righe, del fatto di essere meramente considerato un prestanome per accedere al bando del premio Equilibrio, in quanto under 35, e lo trovo offensivo anche nei confronti di Claudio Cinelli che di certo non ha bisogno di un prestanome per portare avanti i suoi lavori. (Ovviamente presumo sia interesse di voi giornalisti puntare allo scalpore senza curarvi di dove stia la profonda verità delle cose).
Capisco che per la maggior parte della gente il concetto di coreografia sia legato ai soli movimenti di scena ma da un critico uno si aspetta un tantino di più. La coreografia è molto più di questo e anche lo studio di come muovere e relazionarsi ad una “donna pupazzo”, come lei l’ha definita, a mio avviso, fa parte di una ricerca coreografica così come l’uso delle scene, dei costumi e delle luci. Grazie per l’attenzione,
Leonardo Diana
Gentile Leonardo,
mi dispiace che si sia sentito offeso. Non era mia intenzione. Il fatto che il vostro lavoro sia stato – a mio parere ma non solo – il migliore degli otto (e tecnicamente di gran lunga) e non abbia vinto penso voglia dire qualcosa. Io ho azzardato un’ipotesi, che può essere anche sbagliata. E lei ha fatto bene a sottolineare il suo punto di vista.
Cordialmente
sp
Gentile Leonardo Diana,
leggo sul suo profilo facebook: “Pensa che non si sono neanche degnati di scriverci una mail ma lo abbiamo saputo dalle critiche per altro scritte da cani irrispettosi soffocati dal proprio ego!!! Sono furioso.”
Io l’ho sempre rispettata, e ho anche avuto parole di elogio per il suo studio dell’anno scorso. E sopratutto non mi permetterei mai di offenderla pubblicamente. Non ho altro da aggiungere.
Saluti
sp
Il comunicato ieri sera non c’era! E’ apparso successivamente con data del 7 febbraio. Cordiali Saluti.
Gentile Simone Pacini,
il commento su fb era di risposta a degli amici e non era in particolar modo rivolto a lei. Mi spiace che ne sia rimasto offeso. il mio era semplicemente uno sfogo di risposta all’accanimento di certi giornalisti verso noi “giovani coreografi” che ci trattano come carne da macello in cerca di una vetrina nella quale voler apparire a tutti i costi. Più che critiche costruttive su le quali riflettere, mi sembrano delle esclamazioni da pubblico di Amici di Maria de Filippi. Forse non siete a conoscenza di quali sacrifici ognuno di noi affronta quotinianamente per cercare di portare avanti la propria professione e che nell’aver partecipato a questa finale, ognuno di noi ha speso del tempo e dei soldi che nessuno mai si degnerà di restituire. Sentire elogiare le istituzioni e l’oganizzazione e al tempo stesso sentire sparare a zero su noi “giovani” come se fossimo la rovina del festival, se permette fa un tantino arrabbiare. Se non altro per la mancanza di rispetto verso chi non chiede altro che portare avanti la propria professionalità. Tornando all’articolo che ha scritto lei, quel passaggio l’ho trovato molto offensivo e irrispettoso, molto più di un’offesa. Saluti
L.D.
Volevo ringraziarti e condivido con forza la tua attenta analisi. Al nulla avrei di gran lunga preferito la vittoria di un mio collega poichè mi avrebbe fatto sentire meno impotente dal punto di vista emozionale. Aggiungo più rispetto per noi giovani artisti e più concretezza bello, brutto, nuovo o vecchio che sia il lavoro da parte di tutti quei” non creativi che vivono sulle spalle dei creativi “. Alla ricchezza del prossimo Premio Equilibrio mi auguro che si aggiunga una ricchezza analitica, decisionale e organizzativa . Taomarte,Annarita Pasculli e Demi Giustarini
Myriam De Clopper (responsabile Performing Arts De Singel – Belgio), Karthika Nair (autrice e producer – Francia), Rachid Ouramdane (coreografo – Francia), Laurie Uprichard (Dancespace Project – USA), Claire Verlet (vicedirettore Danza Théâtre de la Ville – Francia) presieduta da Sidi Larbi Cherkaoui : i veri perdenti …. a pari merito Gerarda Ventura per la scelta dei finalisti.
Trovo offensivo per i partecipanti non ricevere il premio… Se sono stati selezionati per la finale (chiunque lo abbia fatto) è perchè ritenuti validi…vedo una mancanza di rispetto nei confronti degli artisti e per il loro lavoro nel non essere giudicati fino in fondo… e trovo la motivazione della giuria un pò troppo superficiale, perchè dire che “per gli otto finalisti sia più opportuno non affrontare adesso la responsabilità della creazione di uno spettacolo a serata intera” sia più una scusa di non so cosa piuttosto che un giudizio sincero…e quindi mi domando…. “Cherkaoui, ma che è venuto a Cherkaqui?”
MA QUANTA DELUSIONE!!! UNA GIURIA DI ESPERTI, ARTISTI, CRITICI, COREOGRAFI DI LIVELLO INTERNAZIONALE CHE SI METTE ALACREMENTE A LAVORO, SELEZIONA COMPAGNIE, GIOVANI COREOGRAFI EMERGENTI ITALIANI, LI INDIVIDUA, NE SCEGLIE OTTO DA PORTARE ALLE DUE SERATE FINALI, PER POI, SI SUPPONE, DECRETARNE IL VINCITORE …. MA, DIFFICILE DA CREDERE, SI RENDE CONTO, SUL FINALE, DI AVER PRESO UN ABBAGLIO!!! GLI OTTO FINALISTI NON ERANO ALL’ALTEZZA DEL PODIO!!! NON ERANO MERITEVOLI DI UN PREMIO CHE GLI AVREBBE DATO QUELLA LINFA VITALE, QUELLO STIMOLO A FARE DI PIU’ E MEGLIO CHE LE NUOVE GENERAZIONI DOVREBBERO RICEVERE DA CHI, PRIMA DI LORO, HA LOTTATO E SI E’ SACRIFICATO PER RAGGIUNGERE UN TRAGUARDO NELL’AMBITO SCELTO NEL PROPRIO PERCORSO DI VITA. ….. E’ VERO, C’E’ STATO UN CAMBIO DI ROTTA…. PER LA PRIMA VOLTA E’ LA GIURIA, PRESIDENTE IN TESTA, CHE NON E’ STATA ALL’ALTEZZA DEL SUO COMPITO, CHE NON HA SAPUTO SELEZIONARE, INDIVIDUARE, SCOVARE TRA TUTTI I PARTECIPANTI CHI AVEVA UNA MARCIA IN PIU’!!!! BISOGNEREBBE APRIRE UN DIBATTITO PUBBLICO SU QUESTA REALTA’, CHE SPINGA A RIFLETTERE SU QUANTO ACCADUTO, INIZIANDO CON IL CHIEDERE A CIASCUN MEMBRO DELLA GIURIA QUANDO PER LORO E’ STATO “OPPORTUNO ASSUMERSI LA RESPONSABILITA’ DI UNA CREAZIONE”!!!!
mi chiedo e vi chiedo ,come è possibile che in un concorso NAZIONALE la giuria sia SOLO composta da stranieri ??…?…dove sono finiti i nostri ESPERTI ?… ? ….E come è possibile che le fatiche di tutti coloro che hanno partecipato siano vanificate tra le righe di recensioni spietate che
non sono utili a nessuno!(ovviamente mi riferiscoi alle recensioni che sono state scritte senza alcun riguardo)e fanno della danza italiana una moribonda più di quanto hanno gia fatto i nostri cari politici ri
mane di fatto ,che neanche un membro della
commissione si sia scomodato a spiegare l’accaduto , probabilmente non ritengono meritevoli di tale considerazione gli artisti che con fatica soldi propri e speranze hanno “dato e detto ” cio che avevano da “dare o dire” allora ,vorrei che qualcuno rispondesse alla mia domanda : ma le persone preposte a GIUDICARE non dovrebbero essere sensibili dal momento che si occupano di arte a tempo pieno ?. o forse basta avere le pance piene per diventare insensibili ?
vergogna, vergogna, vergogna……incapaci di giudicare che con le pance piene ritornano nei loro paesi sommersi di finanziamenti per l’arte!
VERGOGNA…..anche per chi resta in questo paese e continua a gettare merda sui giovani artisti.VERGOGNA AUDITORIUM EQUILIBRIO FESTIVAL
NON SI PUO’ COMMENTARE (O SI COMMENTA DA SOLO);
Dopo una approfondita discussione, la giuria della V edizione del Premio Equilibrio ha deciso di non assegnare il premio quest’anno.
La giuria desidera esprimere il proprio apprezzamento per l’energia, il pensiero e la vitalità degli artisti e la serietà del loro lavoro ma ritiene che per gli otto finalisti sia più opportuno non affrontare adesso la responsabilità della creazione di uno spettacolo a serata intera.
La giuria desidera esprimere la propria solidarietà ai coreografi che lavorano in condizioni particolarmente difficili in Italia e desidera incoraggiarli a continuare la propria ricerca e continuare a lottare per sviluppare la propria espressione coreografica.
La somma destinata al premio non assegnato quest’anno sarà utilizzata per rafforzare il premio il prossimo anno.
La giuria del Premio Equilibrio Roma 2012 è composta da Myriam De Clopper (responsabile Performing Arts De Singel – Belgio), Karthika Nair (autrice e producer – Francia), Rachid Ouramdane (coreografo – Francia), Laurie Uprichard (Dancespace Project – USA), Claire Verlet (vicedirettore Danza Théâtre de la Ville – Francia) e presieduta da Sidi Larbi Cherkaoui.
Ufficio stampa Fondazione Musica per Roma
Tel. 06-80241574-228-261
CON QUALE CORAGGIO SI ASSERISCE CHE I GIOVANI DANZATORI VANNO INCORAGGIATI ??!!!
CHE IPOCRISIA !! nON E’ CERTO COSI’: ……. SELEZIONANDOLI, FACENDOLI VENIRE DA DIVERSE PARTI DELL’ITALIA, CON TUTTE LE DIFFICOLTA’ GIA’ CITATE DA ALTRI, PER POI DIRE SEMPLICEMENTE :
“CI SIAMO SBAGLIATI !”
MI PIACEREBBE SAPERE SE ANCHE PER I GIURATI SI E’ TRATTATO SOLO DI PERDERE TEMPO O, SE PER CASO, LA RENUMERAZIONE PERCEPITA NON LI ABBIA “CONSOLATI” DEL TEMPO SPESO PER ARRIVARE A QUESTO RISULTATO ! ?
MI AUGURO CHE UN PO’ DI VERGOGNA ACCOMPAGNI IL LORO VIAGGIO DI RITORNO ………………
non è per caso che un raccomandato di ferro ha fatto proprio schifo da non essere preso in considerazione e pertanto la giuria, per non aver ripercussioni da parte del raccomandante, ha visto bene di non premiare nessuno?
LETTERA DI RISPOSTA ALL’ESITO DELLA V EDIZIONE DI PREMIO EQUILIBRIO
Decidendo di partecipare al Premio Equilibrio ci siamo presi il rischio di vincere o di perdere, perché questo fa parte del gioco e in fondo la giuria, per quanto discutibile possa essere stato tutto l’ accaduto, si è semplicemente assunta la responsabilità di non assegnare il premio. Una clausola del bando lo consentiva.
Ma la verità, di cui non tutti siamo consapevoli fino in fondo, è che, con questo esito, per il tempo e il luogo in cui ci troviamo, abbiamo perso tutti:
hanno perso gli artisti, che si sono autoprodotti, gli operatori, che non hanno sostenuto le loro scelte, la giuria, che non ha trovato un vincitore, il pubblico, che ha pagato e i giornalisti, che hanno emesso dei giudizi sui lavori con superficialità.
Ecco, superficialità è la parola che meglio descrive tutti gli avvenimenti, come anche inettitudine e incapacità di rivestire il proprio ruolo. Per questo noi abbiamo bisogno di più professionalità.
Non è professionale chiedere agli artisti di mandare i progetti in italiano, quando la giuria è tutta straniera.
Non è professionale fissare le date del Premio Equilibrio in concomitanza con le date del debutto della prima nazionale del direttore artistico del premio, non consentendogli, così, di essere presente ai colloqui con i partecipanti.
Non è professionale da parte della giuria, che dopo aver constatato che nessuno degli artisti è pronto ad affrontare una creazione, li incoraggi comunque ad andare avanti senza fornirgli neanche un feedback.
Non è professionale che il comunicato ufficiale dell’esito finale venga reso pubblico da un articolo online, prima ancora che gli artisti ne siano al corrente, per poi scoprire che esiste una nota sulla riservatezza, che vieta di pubblicare e diffondere il comunicato senza un’ autorizzazione.
Le informazioni e il modo in cui queste sono state filtrate non è professionale.
“Il livello medio-basso” di cui scrivono i giornalisti riferendosi ai nostri lavori, coinvolge tutti, perché se non ci sono le condizioni economiche, professionali e culturali, e quindi le risorse necessarie non si cresce.
Tuttavia, noi pensiamo che i momenti di crisi si presentano come delle occasioni per riflettere su delle questioni che vanno al di là di un premio non assegnato, permettendoci di fare un discorso più profondo su quello che sta succedendo nella danza in Italia.
Noi siamo dei tasselli che hanno bisogno l’uno dell’ altro per costruire qualcosa e, per far sì che le cose funzionino, dobbiamo imparare a sostenerci, e difenderci, e approfittare dell’ unione che si è venuta a creare tra noi concorrenti; sarebbe importante che ci fosse una maggiore collaborazione anche con gli operatori, con i critici e i giornalisti; una maggiore documentazione, una serietà e perché no, anche passione nel fare le cose fatte bene, senza pregiudizi e senza essere prevenuti.
Sarebbe necessario che ci fosse del rispetto di tutti e per tutto, riconoscendo il valore del lavoro di ognuno.
Famigliafuchè 7-8 Chili Daniela Paci e Alessio Maria Romano
Collettivo Pirata Jenny Rebecca Marta D’Andrea Leonardo Diana e Claudio Cinelli
Lucia Palladino TAOMArte