Settanta volte sette. Controcanto conquista I Teatri del Sacro

Settanta volte sette di Controcanto
Settanta volte sette di Controcanto

“Perdonare le offese”.

Scalda il cuore quando, andando a teatro, ti trovi di fronte ad uno spettacolo davvero intenso e commovente, interpretato per di più da un gruppo di ragazzi giovani che riescono a creare una vera e propria partitura emozionale attraverso una drammaturgia, composta da loro stessi, calibrata in ogni suo aspetto, in grado di entrare delicatamente, ma in modo profondo, nei comportamenti, spesso contrastanti, dell’essere umano.

Questo è successo assistendo, in occasione del festival I Teatri del Sacro 2019 di cui vi abbiamo già raccontato, a “Settanta volte sette” di Collettivo Controcanto, compagnia romana che si era già fatta notare vincendo l’edizione 2018 di In-Box con il divertente “Sempre domenica”.

Qui la cifra dello spettacolo è assai diversa: ci troviamo davanti a due nuclei familiari divisi, sbranati nel cuore e nell’anima da un omicidio, non premeditato ma avvenuto per caso, come purtroppo accade, dopo una rissa.
Da una parte c’è Gabriele, a cui hanno ucciso il fratello, con la sua compagna Paola; dall’altra Christian, che lo ha ucciso, e la sorella Ilaria.
Ora Christian è in prigione, in attesa di giudizio, e in cella con lui vi sono Bruno e Michele.

Gabriele (Federico Cianciaruso), Paola (Clara Sancricca), Christian (Riccardo Finocchio), Ilaria (Martina Giovanetti), Bruno (Emanuele Pilonero) e Michele (Andrea Mammarella) sono spesso in scena insieme, vicino agli spettatori: la luce che di volta in volta li illumina dà il via alle loro parole. Nessuna musica accompagna il compiersi degli eventi, che si svolgono in una scenografia minimale, composta da semplici elementi di legno.

Gabriele non riesce a capacitarsi della morte del fratello, ne ascolta le parole attraverso il telefonino; Paola vorrebbe aiutarlo, ma non sa come fare; anche Ilaria non riesce a consolare il fratello, che dovrà rimanere in prigione per vent’anni. Sopra a tutti si sente la presenza/assenza di “lui”, a tutti manca “lui”, se ci fosse “lui” tutto sarebbe diverso…
Bruno e Michele in carcere passano il tempo con i cruciverba; l’abitudine alla privazione della libertà li ha resi autoironici; cercano di aiutare il compagno spiegandogli i meccanismi del nuovo mondo che gli si apre davanti.
Ma come sempre saranno le donne, Paola e Ilaria, a smuovere i meccanismi del rancore; così Fabrizio andrà in carcere a trovare l’uccisore di suo fratello, porgendogli un inaspettato dono, di forte valenza emotiva.

In questo spettacolo, di ogni personaggio accettiamo le ragioni, percepiamo i dubbi, i ragionati cambi di percezione attraverso una drammaturgia mai ridondante, creata attraverso improvvisazioni e ricerche sul campo, coordinata da Clara Sancricca, che cura anche la regia. Una drammaturgia in cui le parole, espresse in modo spesso sommesso, in un romanesco essenziale, rendono partecipe il pubblico al dramma.

Non sapremo come andrà a finire, sappiamo solo che una porzione di esistenza degli altri, che potrebbe essere anche la nostra, ci è passata davanti e ne abbiamo colto tutti i più intimi risvolti. Consapevoli che il teatro, come specchio non banale della vita, come partitura variegata di emozioni, questa volta ha perfettamente realizzato il suo compito.

Settanta volte sette
drammaturgia originale: Controcanto Collettivo
ideazione e regia: Clara Sancricca
con: Federico Cianciaruso, Riccardo Finocchio, Martina Giovanetti, Andrea Mammarella, Emanuele Pilonero, Clara Sancricca
voce fuori campo: Giorgio Stefanori
scenografia e costumi: Controcanto Collettivo con Antonia D’Orsi
disegno luci: Cristiano Di Nicola
foto di scena: Simone Galli | Atlas fotografie
organizzazione: Gianni Parrella
in coproduzione con: Progetto Goldstein
con il sostegno di: Straligut Teatro, Murmuris, ACS – Abruzzo Circuito Spettacolo, Verdeco-prente Re.Te. 2017

Visto ad Ascoli, San Pietro in Castello, il 21 giugno 2019
I Teatri del Sacro

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