Festival A Veglia al baratto: il teatro in cambio di olio, formaggi e ospitalità

Elena Guerrini
Elena Guerrini
Elena Guerrini (photo: ortiinsorti.blogspot.com)

In un panorama teatrale sempre più caratterizzato da difficoltà di ogni sorta, è confortante sapere che il festival A veglia, ideato da Elena Guerrini, attrice e autrice maremmana, giunge alla sua quarta edizione. Organizzato con il patrocinio del comune di Manciano (GR), con il contributo volontario di amici e sponsor privati, il festival ospita da stasera al 26 settembre una rassegna del tutto particolare – fra poco diremo il perché – i cui ospiti saranno Marco Paolini (che ispirandosi al racconto di Jack London “To build a fire” narrerà, il 24 settembre, di uomini e cani, del rapporto tra uomini e natura, e del senso del limite e di lotta per la sopravvivenza), ma anche Anna Meacci, Simone Cristicchi e Daniele Timpano (a casa di Monica e Antonio, in via Costanova 3, giovedì sera), per citarne alcuni.

Cosa distingue A veglia dagli altri festival? La volontà di mantenere intatta la particolare formula del baratto, bandendo per una volta i soldi: una scelta che, di questi tempi, merita un’attenzione particolare, quale segno tangibile della determinazione a cercare vie alternative alla crisi che attanaglia il settore culturale italiano. La formula (di successo) prevede che gli artisti presenti al festival vengano pagati dagli spettatori in natura – olio, salumi, dolci, vino e formaggio del territorio… – e che l’ospitalità sia garantita in case o poderi della zona. “Una formula che dà un significato diverso all’offerta artistica, non riducibile soltanto allo ‘stacco’ monetario del biglietto” sottolineano gli organizzatori.

E merita particolare attenzione, tra le caratteristiche dell’iniziativa, anche quella di recuperare, al fine di riattualizzarla, l’antica tradizione contadina delle veglie serali nelle case o nell’aia, in cui si raccontavano antiche leggende del territorio o poemi in doppia rima. In sostanza una memoria antica, uno sguardo al passato, un conservare tradizioni di un tempo, per rilanciare nuove scommesse e rivitalizzare un territorio, guardando avanti con coraggio, per resistere e rilanciare, nella ricerca di nuova linfa.

Il programma di quest’anno ha come tema la biografia narrata. Come i cantastorie che, di paese in paese, andavano narrando le gesta eroiche dei paladini o dei briganti locali, nella rassegna maremmana si portano in scena personaggi storici e politici quali l’Enrico Mattei di Giorgio Felicetti, autore marchigiano come l’ex presidente dell’Eni, il Dino Campana della narratrice Elisabetta Salvatori e la Nilde Iotti di Monica Morini, autrice-attrice emiliana come la sua protagonista.

Ecco una forma di spettacolo e riflessione ‘ecosostenibile’, in un certo qual senso, che crede che “se la gente non va a teatro, il teatro può andare a casa loro”. In cambio, magari, di una buona bevuta.

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