Aide Memoire di Kibbutz Contemporary Dance Company. L’Olocausto nella danza contemporanea

Aide Memoire
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Aide Memoire (photo: kcdc.co.il)

E’ davvero un “aiuto alla memoria” lo spettacolo andato in scena in occasione della Giornata della Memoria all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Alla presenza dell’Ambasciatore israeliano, la Kibbutz Contemporary Dance Company, gruppo israeliano diretto da Rami Be’er (nato in una famiglia di musicisti del kibbutz di Ga’aton, e da quindici anni coreografo della KCDC), affronta con coraggio la materia dell’Olocausto.

Il pericolo, in questi casi, è cadere nella retorica, nella didascalia; invece i 17 ballerini in scena realmente “aiutano la memoria” formando uno spettacolo che prende solo spunto dalla storia attualizzandola, e attraverso la poesia della danza contemporanea compongono un percorso di vita che va dalla sofferenza fino all’amore e al sesso. Una memoria che qui è aiutata ma anche in qualche modo esorcizzata.

Lo spettacolo, rappresentato in quattro continenti, risente dell’influenza della grande danza contemporanea di matrice nordamericana. In fondo alla scena una fila di strutture metalliche ricordano le pareti dei treni usati per le deportazioni, ma anche le cuccette nelle caserme dei campi di concentramento. Da questi luoghi claustrofobici, grazie a una serie di sporgenze mobili, entrano ed escono i danzatori di bianco vestiti, compiendo movimenti accentuati dall’ottimo disegno luci. Inizialmente si alternano uomini e donne, in un crescendo di coreografie che partono dalle prime, più incerte, per finire in un tripudio quasi geometrico,  quando i performer utilizzano le strutture per costruire marce di disperazione con tempi militareschi, che ricordano sì i lenti cammini verso le camere a gas ma da cui s’intravede anche una critica ai nostri mondi in fila ad ogni sportello.

In mezzo a queste geometrie assistiamo a coreografie di gruppo che trovano man mano la loro coordinazione, nelle quali Be’er inserisce l’elemento di rottura, colui che rompe le righe estraniandosi con movimenti convulsi per mettere in scena il dolore, l’orrore e la privazione dei diritti essenziali prima ancora che della vita. La speranza viene invocata da un paio di scene d’amore, una sfiora l’erotismo, che sintetizzano il sogno di evasione dai lager. Un sogno di piacere, bellezza e, perché no, di godimento.

Fragorosi gli applausi al termine di uno spettacolo che non riesce ad annoiare neanche per un istante, affascinando per la non banale orchestrazione dei movimenti in scena e l’originale uso dei pannelli nella composizione delle coreografie. Gli applausi chiamano i protagonisti sul proscenio e scoprono una compagnia affiatata, che ha in Rami Be’er la sua guida, e assomiglia per sintonia e unità d’intenti a un kibbutz tersicoreo.

AIDE MEMOIRE
coreografia, scenografia e luci: Rami Be’er
musiche: Dowland, Laibach, Stockhausen, Kronos Quartet
design del suono: Alex Claude, Rami Be’er
costumi: Lilach Hazbani, Efrat Roded
danzatori: Renana Randy, Nir Even-Shoham, Daniel Ohn, Itzik Amar, Yuko Harada, Shay Partush, Oryan Yohanan, Dana Raz, Oz Mulay, Lotem Regev, Shani Cohen, Charlotte van den Reek, Dorry Aben, Etai Peri, Coreena Fraiman, Rinat Riss, Sergei Zak
durata: 1h 15’
applausi del pubblico: 3’ 46’’

Visto a Roma, Auditorium Parco della Musica, il 28 gennaio 2010

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