
Per gli appassionati di danza che, tra il 7 luglio e il 9 agosto, transiteranno nelle Marche, imperdibile è l’appuntamento con Civitanova Danza, la rassegna nata 19 anni fa e dedicata al grande maestro e coreografo di marchigiano Enrico Cecchetti. L’evento è promosso dall’Amat, dal Comune e dai teatri di Civitanova in collaborazione con enti, fondazioni e le maggiori istituzioni locali.
Sotto lo slogan che da anni accompagna la kermesse, “Civitanova danza tutto”, l’evento si è affermato nel tempo come occasione di dialogo e confronto tra artisti, danzatori e spettatori appassionati, grazie a una proposta ricca e differenziata che è espressione delle diverse culture del mondo della danza.
La sensazione della “straordinarietà” dello sguardo è inoltre restituita da un cartellone fitto di eventi in esclusiva, di prime assolute e di prime italiane.
Si aprono le danze, è proprio il caso di dirlo, il 7 luglio con “Viva l’Italia!”, una sorta di microfestival dedicato all’eccellenza italiana che partirà con un aperitivo danzato in compagnia di giovani coreografi e performer della scena contemporanea. A seguire, al Teatro Rossini, gli artisti di Aterballetto, una delle principali compagnie stabili italiane, proporranno un viaggio tra le atmosfere sognanti della favola danzata “Alice nel Paese delle Meraviglie”, coreografata da Francesco Nappa. Il fine serata sarà invece all’insegna della velocità, della “gravità” e della caduta libera con la prima italiana “Grave”, performance della compagnia Dewey Dell al Teatro Annibal Caro.
Un evento applaudito in patria da pubblico e critica approda il 12 luglio al Teatro Rossini in prima italiana: la Spellbound Contemporary Ballet presenta al pubblico italiano “Lost for words (l’invasione delle parole vuote)”, pezzo di danza pura, seguito da un ritorno all’essenzialità (niente orpelli, costumi e scenografie invadenti) con “Downshifting”. Entrambe le coreografie sono dirette da Mauro Astolfi, considerato uno dei più rappresentativi autori contemporanei sulla scena europea.
Il 14 luglio un’altra prima italiana. In piazza della Libertà scende in campo l’esplosiva danza di strada di Blanca Li, con la performance “Elektro Kif”. L’artista si è ispirata per questa nuova creazione allo stile di danza che impazza tra le banlieue parigine: non un hip-hop standard, ma di un mix di linguaggi detto elektro style. L’evento è proposto in collaborazione con l’altro festival civitanovese, “Popsophia”.
Il 21 luglio, ancora in piazza della Libertà, sarà la volta dello spettacolo fisico-musicale in prima italiana di “Les Tambours du Burundi”, proposto sempre con “Popsophia”. Direttamente dall’Africa, il gruppo promette di contagiare il pubblico e di travolgerlo con il proprio ritmo esuberante, con uno spettacolo che coniuga danza, acrobazie, canto e percussioni.
Il 26 luglio sbarca nelle Marche una icona della danza mondiale. Roberto Bolle, dopo la memorabile esibizione del 2007 con Alessandra Ferri, torna all’Arena Sferisterio di Macerata per presentare il suo ultimo spettacolo “Trittico Novecento”, nell’ambito del progetto speciale “Danza all’Opera” che Civitanova Danza porta avanti in collaborazione con il Macerata Festival.
Il mese più caldo dell’anno è inaugurato da un evento all’insegna della danza classica. Il 3 agosto al Teatro Rossini andrà in scena “Étoiles de demain”, il gala che vede protagonisti i solisti del Ballet de l’Opera National de Paris, l’illustre compagnia che – in oltre tre secoli di storia – è considerata culla della danza classica. Tra repertorio e nuove creazioni, il programma della serata è ancora in via di definizione.
Gran finale l’8 agosto al Teatro Rossini con l’evento in prima ed esclusiva italiana che fa da punta di diamante dell’intero festival, ossia lo spettacolo “Révolution” della Compagnie Olivier Dubois.
Dodici danzatrici sulle note del “Bolero” di Ravel propongono una marcia incessante immersa in una rotazione coreografica continua, con i corpi appesi a pali da lap-dance che danzano fino alla sfinimento. Uno spettacolo che viene descritto come unione di arte e resistenza, e già definito dalla critica “audace e irriverente”, “una costruzione minimalista che ha l’effetto di una bomba” di fronte alla quale ogni spettatore non potrà esimersi dall’accompagnare lo struggimento di quei corpi.