In replica straordinaria alla presenza del capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Franco Jonta, assistiamo ad una replica di “Dalla città dolente”, spettacolo messo in scena dalla Compagnia dei Liberi Artisti Associati del Teatro Libero di Rebibbia.
I detenuti-attori, reduci da sette anni di laboratorio teatrale con Fabio Cavalli (che ha scritto il testo e curato la regia dello spettacolo) mettono in scena una propria personale rivisitazione dell’Inferno dantesco, partendo dal parallelo tra inferno e carcere, fra colpa e pena. Appropriandosi di alcuni canti attraverso un’interessante riscrittura e una buona interpretazione nei dialetti delle rispettive terre (il romanesco, il napoletano, il siciliano e il calabrese) la compagnia prova a far suo il testo, ad elevarsi per comprendere come la poesia possa essere veicolo di salvezza, àncora di salvataggio.
I detenuti dell’Alta Sicurezza del Carcere di Rebibbia di Roma, ossia di quella sezione del carcere in cui sono riuniti tutti i condannati per reati di tipo associativo (mafia ecc.), sottoposti ad una sorveglianza più stretta rispetto ai detenuti comuni, orchestrano un talk show dove un bravissimo anchor man interpretato da Cosimo Rega tiene le redini dello spettacolo, chiamando ad intervenire a turno gli altri, che si esibiscono in monologhi, gag, passi a due sull’Inferno e le sue innumerevoli interpretazioni: dal concetto di accidia a quello di sodomia (termini dal significato non scontato), passando per tutti i canti più conosciuti, dal Conte Ugolino per finire con la dolorosa interpretazione del canto di Paolo e Francesca, idealmente rappresentato da un detenuto che incontra la propria compagna durante l’ora di visita nel parlatorio.
A tratti didascalico e forse un po’ scontato, lo spettacolo stupisce tuttavia per l’intensità di alcuni suoi interpreti, per l’originalità della messinscena ma soprattutto per i temi affrontati e trasposti dalla cultura dantesca e medievale a quella contemporanea. Soprattutto, fa riflettere su come il carcere non debba più essere considerato luogo di espiazione ma, come la Costituzione e il nuovo Diritto Penale affermano, luogo dove si offre una nuova opportunità a chi ha sbagliato.
Dalla Città Dolente. Colpa, Pena e Liberazione attraverso le visioni dell’Inferno di Dante
testi e regia: Fabio Cavalli
con: Cosimo Rega, Humberto T. Salazar, Alfredo Ramirez, Alberto Tofani, Giovanni Arcuri, Leonardo Ligorio, Gennaro Aprea, Antonio Giannone, Giancarlo Porcacchia, Giancarlo Polifroni, Salvatore Pelle, Antonio Di Summa, Antonio Frasca, Antonio Bumbaca, Fiilippo Gibilras, Vincenzo Gallo, Giorgio Sale, Vincenzo Paolo Gallo, Raffaele Petrazzuolo, Francesco Carusone, Nunzio De Falco, Raffaele Rescigno, Igor Pendiuc, Petrov Papusci
musiche di scena: Franco Moretti
assistente alla regia: Paola Ermenegildo
direzione artistica: Laura Andreini Salerno
durata: 1h 10’
applausi del pubblico: 3’ 46’’
Visto a Roma, Teatro di Rebibbia, il 20 novembre 2009