Non potrebbe essere ambientato meglio questo Dracula del Teatro Garage che giovedì scorso ha debuttato a Genova in prima nazionale. Il teatro Arena del Mare è all’aperto, la notte quindi è una vera notte, con un cielo buio su cui passano nuvole vaghe e un vento leggero che agita gli splendidi costumi di scena. Il Porto Antico di Genova, con i suoi moli, i suoi rumori e il mare, è uno sfondo incantevole. Non lontana svetta la Lanterna, faro simbolo della città, il cui fascio si aggiunge ai giochi di luci e ombre sul palco.
La scenografia è essenziale e simbolica, costruita su due piani: l’alto, il piano di Dracula e le sue mogli-vampiro; il basso, quello dei mortali, oppressi e minacciati da questo personaggio insieme orribile e affascinante.
Col mantello spianato come ali di pipistrello, il vampiro si erge dall’alto del suo castello mentre giochi di fumo evocano i precipizi e le cime nebulose dei Carpazi. Le ballerine-vampiro volteggiano come spettri bianchi, seduttive e voluttuose. Sono loro l’alter ego del Signore delle Tenebre, tentatrici e simbolo di un amore “dannato”, impossibile a resistersi eppure così peccaminoso da essere immune da pietà.
Interessante la scelta delle musiche, che partono dall’hard al punk per giungere a un grunge misto di voci liriche e sospiri satanici.
La materia principale – l’eterna lotta tra il Bene e il Male – è un classico che ispira sempre un fascino arcaico. Gli ingredienti, dunque, ci sono tutti. Non si corrono rischi con Dracula, il tema è popolare, ma la scelta è comunque coraggiosa per le sue implicazioni filosofiche e culturali. Il vampiro rappresenta insieme la morte e il suo superamento, una sfida alle leggi divine a cui l’umanità si è aggrappata dalla notte dei tempi. L’uomo non ha diritto di sperimentare su questa terra una vita ultraterrena e colui a cui ciò accade non può più chiamarsi uomo. Quando l’Altro Mondo si mescola al nostro l’effetto è sempre devastante e terrorizzante, non importa che a manifestarsi siano angeli o demoni.
Fiaba noir con contaminazioni di danza e musica “alternativa”, il Dracula del Garage ha la sua fresca originalità e si avvale di una certa ironia, tuttavia non prende quota. Lo stile, pur ben confezionato, è sempre troppo contenuto e la storia non raggiunge quell’acme che permetterebbe la catarsi.
DRACULA IL VAMPIRO
libero adattamento da Bram Stocker
testo e regia: Lorenzo Costa
con: Luigi Marangoni, Andrea Carretti, Fabrizio Giacomazzi, Federica Ruggero, Monica Rogledi, Mirella Maselli
musiche: Alberto Bobby Soul De Benedetti
coreografie: Maria Grazia Sulpizi
scena: Tiziano Baradel
costumi: Anna Barabino
durata: 2 h
applausi del pubblico: 2’ 40’’
Visto a Genova, Arena del Mare – Porto Antico, il 9 luglio 2009