Due dentro ad un foco. Le pietre d’inciampo di Milano con Rosario Tedesco

Rosario Tedesco
Rosario Tedesco

Roberto Lepetit, oppure Gino Emanuele Neppi. Angelo Fabello, Mario Luzzatto, Enzo Capitano o Jenide Russo. Sembrano nomi come altri. Alcuni sono personaggi cui è stata intitolata una strada che magari ascoltiamo distrattamente sul navigatore di Google Maps. Ma dietro un nome c’è sempre una storia, e a volte è tragica.

Si chiama “Due dentro ad un foco. Storie di pietra” ed è un progetto di attraversamenti urbani sulle tracce delle pietre d’inciampo. A promuoverlo, l’associazione culturale Tracce, fondata nel gennaio 2021 da Rossella Tansini, Alberta Bezzan e Rosario Tedesco. Il fine è di tenere desta la memoria delle vittime del nazifascismo.
Dopo l’esordio dello scorso 10 giugno, anniversario dell’ingresso dell’Italia nella seconda guerra mondiale, Tracce riprende a Milano il percorso lungo le pietre d’inciampo.
Domani, domenica 10, e lunedì 11 ottobre due gruppi di una trentina di persone potranno seguire quest’itinerario con partenze fissate alle 9.30 e alle 12.30. Un percorso di un’ora e mezza circa, lungo qualche chilometro (per partecipare è necessario inviare una mail a: info@letracce.org indicando nome, cognome e numero di telefono).
Si parte dai Giardini di via Morgagni all’altezza del numero civico 20, sede del Consolato della Repubblica Ceca. Si arriva al Memoriale della Shoah, dove sarà possibile partecipare a una visita guidata. Ad arricchire il percorso di suggestioni emotive, le musiche di Bach suonate al violino dagli allievi del Conservatorio.

Viaggi nella storia e storie di viaggi sono pane quotidiano per Rosario Tedesco, attore e regista palermitano di stanza a Roma, formatosi con Luca Ronconi e Antonio Latella. Nel 2009 Tedesco ha completato il Cammino di Santiago. Due anni dopo ha compiuto Il Vento nelle Scarpe, cammino solitario di 1770 km lungo il corso del Danubio, dalle fonti nella Foresta Nera a Belgrado.
Tra i lavori di Tedesco, “Il viaggio di Goethe in Italia”. Poi gli spettacoli a soggetto storico – “Il vicario”, “La moglie”, “Destinatario sconosciuto” “In quelle tenebre” – con l’Olocausto sempre sullo sfondo.

Tracce tiene viva la memoria della Shoah. Lo fa attraverso linguaggi coinvolgenti come il teatro e la musica applicati all’urbanistica.
“Due dentro ad un foco. Storie di pietra” nasce dall’individuazione di percorsi lungo le pietre d’inciampo milanesi. Le pietre sono ormai disseminate nel tessuto di tantissime città europee. L’iniziativa delle pietre d’inciampo risale all’artista tedesco Gunter Demnig. La prima pietra fu posata nel 1992, a cinquant’anni esatti dalla Conferenza di Wannsee che varò la “Soluzione Finale”, vale a dire lo sterminio sistematico del popolo ebraico. L’iniziativa di Demnig consiste nell’incorporare nel selciato stradale e sui marciapiedi davanti alle ultime abitazioni delle vittime di deportazioni, blocchi di pietra ricoperti da una piastra d’ottone della grandezza di un sampietrino. Sopra le piastre, il nome della vittima, la data d’arresto, quella della morte e il luogo dove è avvenuta. Le pietre sono ora 80mila, e creano uno straordinario memoriale a cielo aperto.

Anche Milano ha le sue pietre d’inciampo. Le prime risalgono al 2017. I luoghi della deportazione o della morte sono tristemente noti: Auschwitz, Bergen-Belsen, Mauthausen, Ravensbruck, Buchenwald, Ebensee. E ancora il Castello di Harteim, “l’università degli orrori”, falso istituto di ricerca dove un gruppo di medici sanguinari compiva i più atroci esperimenti sul corpo dei deportati.

“Due dentro ad un foco” è un titolo ambiguo, perché fa riferimento al canto della “Divina Commedia” dove una stessa fiamma brucia i due consiglieri fraudolenti Ulisse e Diomede. Qui invece ad ardere nello stesso fuoco della storia sono le vittime ebree e i loro carnefici: non solo le SS, ma anche i fascisti collusi e quegli italiani che facevano le spie per denaro, o semplicemente per accreditarsi davanti al regime.

Noi spettatori, ascoltando le storie di entrambi, partecipiamo a un rito. Siamo custodi della nostra coscienza oscillante tra il bene e il male. Siamo a faccia a faccia con la nostra dualità di vittime e carnefici.
Questo percorso di una decina di tappe viaggia attraverso luoghi come Porta Venezia, corso Buenos Aires, via Plinio, o piazzale Loreto. Sono luoghi della città né troppo vicini al cuore pulsante, né periferici.
Siamo nei pressi di Milano Centrale. Guardando la facciata della stazione sul lato destro, c’è via Ferrante Aporti con il famigerato Binario 21. Da qui partivano i treni destinati ad Auschwitz. Qui ora sorge il Memoriale della Shoah. Liliana Segre, principale testimone di quella tragedia, ha voluto che all’ingresso del Memoriale campeggiasse la parola “Indifferenza”. Per l’indifferenza di tanti uomini senza qualità, la banalità del male prese il sopravvento in Europa, portando alla guerra e allo sterminio di sei milioni di ebrei.
Anche Milano rimase indifferente dietro le finestre la mattina del 30 gennaio del 1944, quando centinaia di ebrei dal carcere di San Vittore furono portati al Binario 21 e di qui ad Auschwitz. Furono caricati come merci. Tra loro anche Liliana Segre, allora tredicenne.

“Due dentro ad un foco” è un percorso di perdono e redenzione. È un itinerario nell’Inferno della storia. Rosario Tedesco è il nostro Virgilio. Ogni sosta davanti a una pietra è la tappa di una via Crucis laica e allo stesso tempo religiosa.
Tra colpa, pentimento e ricordi, diventiamo catena che collega il passato al presente e guarda al futuro. Con la voglia di riscattare la memoria che continua a bruciare. Nel segno di una nuova Milano refrattaria all’indifferenza. Sulla scia dei milanesi che a fine gennaio 2017 si ritrovarono in via Plinio 20 davanti alla pietra dedicata a Dante Coen, che era stata vandalizzata dai fascisti qualche giorno prima, subito dopo la posa. Quel 28 gennaio si creò quasi spontaneamente una catena umana. Migliaia di cittadini collegarono la casa di Coen al Memoriale della Shoah.
La figlia di Coen, Ornella, che in quella casa ci abita ancora, era in lacrime dalla commozione. Tra i manifestanti solidali c’era anche il sindaco Sala. A lui appena rieletto, a noi tutti, il compito di continuare a vigilare sulla memoria. Dissipando con energia e senza indecisione ogni rigurgito fascista e antisemita.

DUE DENTRO AD UN FOCO. STORIE DI PIETRA
attraversamenti urbani sulle tracce delle pietre d’inciampo
progetto narrativo di Rosario Tedesco
da un’idea di Rossella Tansini
testo adattamento e regia di Rosario Tedesco
produzione Tracce Associazione Culturale
www.letracce.org
con il contributo di
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI di Milano
in collaborazione con
CASA DELLA MEMORIA – Comune di Milano
con la partecipazione di
CONSERVATORIO GIUSEPPE VERDI di Milano
con il patrocinio di
ANED Associazione Nazionale ex Deportati
ANPI Provinciale Milano Associazione Nazionale Partigiani d’Italia
ASSOCIAZIONE FIGLI DELLA SHOAH
CDEC Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea
COMITATO PIETRE D’INCIAMPO Milano
ISTITUTO NAZIONALE FERRUCCIO PARRI Milano
MEMORIALE DELLA SHOAH Milano
TEATRO ELFO PUCCINI
UCEI Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

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