Del Festival dei Due Mondi di Spoleto, che debutterà domani per proseguire fino al 12 luglio, vi daremo una presentazione parziale. La programmazione è infatti così ampia che seguiremo solo un percorso, quello a noi più vicino, all’interno di questa 52^ edizione. Un’edizione che il direttore artistico Giorgio Ferrara ha voluto definire un'”officina”: “Un festival come Officina. La città medievale, culla della grande tradizione italiana delle ‘arti’ e delle ‘botteghe’, ridiventa luogo di produzione di messe in scena originali, concepite per l’occasione e per la prima volta portate al pubblico”.
In questo nostro personale percorso segnaliamo, dal 4 al 6 luglio, “Bamboo blues”, spettacolo di Pina Bausch che torna in Italia con un lavoro creato nel 2007, in coproduzione con i Goethe-Institut in India, dopo una tournée internazionale che ha incluso la Brooklyn Academy of Music di New York e il Théâtre de la Ville di Parigi, oltre ai teatri di Calcutta, Delhi e Mumbai. Lo spettacolo è nato dall’esperienza sul campo della coreografa tedesca che in India ha più volte soggiornato: dal suo primo viaggio nel 1979 fino al quello nel 2006 con la sua compagnia, il Tanztheater Wuppertal, a Calcutta e nel Kerala. “Bamboo Blues” è così un ipnotico mosaico di immagini nel quale si fondono gli aspetti tradizionali e quelli contemporanei dell’India.
Ma un altro grande appuntamento sarà quello con Robert Wilson (definito dal New York Times “una pietra miliare del teatro sperimentale mondiale”) che ripropone i beckettiani “Giorni Felici” (il 27 giugno e dal 2 al 5 luglio), con Adriana Asti nel ruolo di Winnie e Yann de Graval nel ruolo di Willie.
“Ho sempre sentito una certa affinità con il mondo di Beckett – spiega Wilson – Per alcuni versi l’ho sempre sentito vicino al mio lavoro, ma solo adesso, dopo trentacinque anni, ho deciso di accettare la sfida e confrontarmi con lui. Agli inizi della mia carriera, ho visto più volte Madeleine Renaud interpretare ‘Giorni Felici’ a Parigi. Ne ammiravo la recitazione ed ero preoccupato che non avrei mai trovato un’attrice come lei e mai avrei potuto dirigere uno spettacolo altrettanto bello. Nella mia messinscena vedo lo spazio come una giungla di asfalto e Winnie vi è intrappolata. Le linee sono molto severe, nette. Blu e nere. Ma c’è anche un paesaggio magico… una sorpresa. È la prima volta che lavoro con Adriana. La comicità è tutta questione di ritmo e Adriana ha uno straordinario senso del ritmo, il che significa che è anche una grandissima attrice comica. Adoro i suoi enormi occhi, che sono sempre in ascolto”.
E sempre Wilson sarà anche il protagonista (il 28 e 29 giugno) de “L’ultimo nastro di Krapp”, altro capolavoro di Samuel Beckett in cui Wilson, oltre a firmare la regia e l’allestimento, recita sulla scena.
A Spoleto ci sarà posto anche per Michela Lucenti e Leonardo Pischedda, che insieme al Balletto Civile proporranno “I prodotti”, un progetto che ha coinvolto un gran numero di persone, fra cui, in primo luogo, un gruppo di giovani acrobati kenioti, gli Afro Jungle Jeegs, che sono arrivati in Italia portando piccoli spettacoli di elevata e divertente acrobazia fisica.
Dal 9 al 12 luglio lo Stabile umbro presenta in prima assoluta “Le Nuvole” di Aristofane, per la regia di Antonio Latella. Un’altra prima assoluta sarà “Signora madre, padre mio caro” da “Post Mortem” di Albert Caraco e “Lettera al padre” di Franz Kafka nella versione scenica di Furio Bordon, con Sandro Lombardi e Massimo Verdastro.
La neonata Kitchen Company di Massimo Chiesa vedrà sei giovani attori alle prese con il testo di Gerald Sibleyras e Jean Dell “Un piccolo gioco senza conseguenze”, una macchina comica perfetta che vede in scena dei giovani personaggi che, per una piccola bugia detta per scherzo, si ritroveranno coinvolti in un meccanismo a domino che cambierà radicalmente le loro vite.
E, ancora, Luca Ronconi presenterà “Un altro gabbiano” tratto da Checov, a cura del Santacristina Centro Teatrale. Una collaborazione iniziata nel 2008 puntando l’attenzione su cinque testi di Ibsen, e che quest’anno prosegue: “Qui a Spoleto – anticipa Ronconi – lavorerò con degli attori su dei pezzi de ‘Il gabbiano’ senza pensare alla rappresentazione di questo testo e senza affrontarli nell’ordine in cui sono stati scritti, ma raggruppandoli per temi”.
Il festival ospita quest’anno l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” al Teatrino delle 6 per tutta la durata della manifestazione. Il progetto, fortemente voluto dal presidente del festival Giorgio Ferrara e dal direttore dell’Accademia Lorenzo Salveti, vuole essere una risposta all’esigenza sempre più sentita di porre le giovani generazioni che studiano e pensano il teatro del futuro al centro di una rete di scambi e condivisioni transnazionali e transgenerazionali.
Protagonisti saranno quindi gli stessi allievi dell’Accademia, circa 70, del I, II e III anno del corso di recitazione e del II e III anno del corso di regia.
Gli allievi attori del III anno rappresenteranno il loro saggio finale guidati da Carlo Cecchi; gli allievi registi le loro esercitazioni: “Psicosi delle 4 e 48” di Sarah Kane, Luca Bargagna e Anastasia Sciuto (II anno), “Grand Hotel Schnitzler”, Valentina Rosati (III anno) e “Tiergartenstrasse 4 – Un giardino per Ofelia” di Pietro Floridia, Daniele Muratore (III anno).
Insieme ad una nutrita rappresentanza di neodiplomati 2008, gli allievi proporranno, in più appuntamenti, una rassegna di “Liberi esperimenti”: monologhi, scene e microdrammi autonomamente scelti e realizzati.
Ci sarà uno sguardo anche al teatro ragazzi. Accademia Perduta/Romagna Teatri, oggi Teatro Stabile d’Arte Contemporanea diretto da Ruggero Sintoni e Claudio Casadio, riconosciuta come una delle imprese di teatro più affermate non solo in Italia ma in Europa, viene fondata da un gruppo di giovani attori nel 1982 come compagnia di teatro ragazzi. Un teatro ragazzi che va oltre il “genere” per diventare una vera e propria forma d’arte, elaborata su alcuni tratti fondamentali quali l’attenzione al fantastico, all’immaginario onirico ed evocativo. Al festival presenteranno così quattro lavori: “Pollicino”, “Bandiera. Ballata per una foglia”, “Il pifferaio magico” e “Hänsel e Gretel”.
A contorno di tutto questo e di molto altro (concerti, lirica, incontri, cinema, danza, mostre…), Spoleto Idee: accanto alle manifestazioni artistiche del festival, un piccolo spazio di riflessione, quasi metaforico, volto a ribadire la sostanziale unità di ogni aspetto di quella cosa sfuggente che chiamiamo cultura.