Fondo PSMSAD: sconosciuto ai più e in cerca d’Autore

Giuseppe Ministeri
Giuseppe Ministeri

Un fondo per artisti, suddiviso in quattro categorie, con opportunità di sostegno economico ancora poco conosciute. Si tratta del Fondo PSMSAD (acronimo di Pittori, Scultori, Musicisti, Scrittori e Autori Drammatici), gestito prima dall’Enpals (Ente nazionale di previdenza e assistenza per i lavoratori dello spettacolo), e confluito da qualche tempo nell’Inps, che ne cura la gestione.
Come funziona, a chi si rivolge? E perché è ancora così poco noto?

Interrogativi sulla sua natura e funzionamento che sottoponiamo a Giuseppe Ministeri, imprenditore del settore culturale, diviso fra teatro e cinema, presidente del Conservatorio Arcangelo Corelli di Messina, e nominato nei mesi scorsi dal presidente Inps, Tito Boeri, come componente della Commissione Autori drammatici – una delle quattro del Fondo, che accoglie anche le Commissioni Musicisti, Scrittori, Pittori e Scultori –, successivamente eletto presidente dagli altri componenti della Commissione, ossia Carlo Rao e Massimo Cinque.

“Il suo scopo – ci spiega Giuseppe Ministeri – è sostenere gli iscritti nella loro attività professionale promuovendone, ove necessario in collaborazione con istituzioni aventi scopi similari in Italia e all’estero, la formazione, il perfezionamento e l’affermazione in campo nazionale e internazionale”. Tra le attività portate avanti vi è l’attribuzione di contributi e patrocini a manifestazioni, premi di incoraggiamento e operosità, contributi per promuovere manifestazioni artistiche interdisciplinari, contributi per spese di viaggi studio e perfezionamento, o per realizzare attività editoriale. “Le cifre a disposizione si aggirano tra i 1.800 e i 2.580 euro”.

Una realtà importante però ancora poco conosciuta nel settore (con una curiosità: annovera invece tra gli iscritti Maurizio Costanzo!): come mai? «Inutile negarlo, questo Fondo, questa realtà, era e per certi versi è ancora sconosciuta ai professionisti del settore. Ha fatto comodo ai pochi che ne hanno usufruito, e che se ne sono ampiamente serviti. Noi siamo stati chiamati proprio per ribaltare questa situazione».

Da alcuni mesi quindi l’inversione di tendenza e la volontà di pubblicizzare le attività del Fondo. Quali sono le priorità da affrontare, in particolare per la categoria degli Autori Drammatici? «Ad oggi, tra le nostre priorità c’è quella di recuperare il gap dell’anno e mezzo circa in cui il Fondo si è “arenato” a causa del suo passaggio dall’Enpals all’Inps, e poi per via della nomina delle nuove Commissioni tecniche. Grazie al lavoro che abbiamo svolto in raccordo con l’ufficio preposto, abbiamo recuperato del tutto i ritardi accumulati. Adesso, finalmente, possiamo far partire il nostro corso, programmando con un passo e metodi ben diversi dal passato».

A chi volete rivolgervi in questo tentativo di allargare il bacino di utenza? «Possono iscriversi al Fondo tutti coloro che ritengono di essere Autori Drammatici, di qualunque età, che seguendo l’apposita modulistica dovranno dimostrare di esserlo. Il nostro compito, in prima istanza, è quello di valutare le domande di iscrizione e stabilire se chi si presenta possa o meno ritenersi un autore drammatico. Oggi, alla nostra sezione, sono iscritti circa 80 soggetti. Un numero del tutto inferiore rispetto alla platea di professionisti che operano nel nostro Paese. Vorrei coinvolgere i grandi nomi della drammaturgia contemporanea: penso, ad esempio, ad autori e drammaturghi come Stefano Massini, Michele Santeramo, Fausto Paravidino, Davide Carnevali, Vitaliano Trevisan, Lina Prosa, Spiro Scimone, Saverio La Ruina…».
All’accoglimento della domanda, gli iscritti dovranno versare una quota di iscrizione una tantum di 60, mentre la quota associativa annuale è pari a ulteriori 60 euro.
Il Fondo mette a disposizione risorse a sostegno degli autori: avete in mente iniziative per diffondere tali opportunità? «Avvieremo diverse campagne istituzionali, andremo in giro per i Dams, le università, le più importanti Scuole e Accademie, come la Paolo Grassi di Milano e la Holden di Torino. Ho già avviato delle collaborazioni con l’Accademia Silvio D’Amico di Roma, che tra i suoi corsi ha un Master in Drammaturgia e Sceneggiatura, e con il Teatro di Roma».

In programma c’è anche l’attivazione di iniziative a sostegno degli autori emergenti? «I giovani autori sono e saranno al centro delle nostre attenzioni; è a loro che intendiamo principalmente rivolgerci. Vogliamo rappresentare una opportunità. Infatti, sarebbe mio intendimento supportare – ove possibile – i premi più importanti di settore, come il “Platea”, i premi “Riccione”, “Hystrio” e “Pirandello”».

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