Al Kollatino Underground scattano Istantanee del contemporaneo

Enzo Cosimi OdetteOdile
Enzo Cosimi OdetteOdile
Compagnia Enzo Cosimi in OdetteOdile investigation (photo: Gabriele Orlandi)

È proprio quando si comincia a languire che qualche idea dirompente riesce a farsi spazio. Abbiamo trascorso le ultime settimane romane a lottare, a opporre resistenza alle pareti di uno spazio che seguita a restringersi. Ma fortunatamente le energie ci sono ancora, artisti e operatori hanno ancora voglia di dire o, come in questo caso, di apparire.

La prima edizione del festival Istantanee (21 aprile – 18 maggio) occupa uno degli spazi indipendenti più interessanti degli ultimi tempi, il Kollatino Underground. Un ex garage nel cuore del quartiere Centocelle mette una grande versatilità di impianto al servizio di menti che sanno e che, soprattutto, vogliono continuare a pensare, nonostante il tentativo di strangolamento operato dalle amministrazioni locali. Il Kollatino è uno spazio autogestito e autofinanziato e questa vetrina, il cui intento programmatico è proprio quello della resistenza, si propone di tracciare delle linee trasversali che uniscano punti anche insospettabili dell’arte scenica, andando a minare alla base certe cecità preconcette che li vedono separati.

A fare da leit motiv è il concetto di immagine come punto di fusione raggiunto il quale la performance cambia stato. E da qui la scelta, ancora una volta trasversale, di alternare a spettacoli interi brevi momenti flash in cui l’evento appare e scompare in un tempo ridotto, lasciando quella sensazione sgradevole ma illuminante di un buio che piove giù tutto insieme, regalando una nuova sensibilità.

Parlare di genere “non vuole essere possibile”, ma il sottotitolo parla piuttosto chiaro: “visioni tra danza e performance”. Bisogna ammettere che Paola Zedda, curatrice con il sostegno del Kollatino e dei Santasangre, è riuscita a racchiudere in circa un mese di rassegna, molte tra le realtà più importanti della nuova scena italiana e internazionale. “La coreografia contemporanea – si legge nel comunicato stampa – mostra un profondo interesse per esperienze  artistiche di natura installativa, visiva e sonora, da cui trae ispirazione, e che include,  assorbe nel proprio linguaggio”. Ed è questa serie di punti che il tratto del programma va ad unire, inaugurando proprio con Santasangre,  che portano una nuova curvatura del progetto “Bestiale Improvviso”, chiamata “Sovrapposizione di stato”, titolo che evoca – come sempre – una definizione scientifica e che lavora sulla possibilità di “far emergere una realtà alternativa, separata e distinta dalla nostra ma coesistente ad essa”.

È poi la volta della Compagnia Enzo Cosimi, con “OdetteOdile investigations”, una riflessione sul ruolo simbolico del “cigno” nell’opera classica “Il lago dei cigni”; ha sapore sacro e biblico il progetto di Socìetas Raffaello Sanzio_Claudia Castellucci “Il Regno profondo”, che gioca con “sentimenti elementari e caparbi trasportati sulla soglia di un orizzonte spinto oltre la storia”. Tra fotografia, video e performance è il lavoro di Teatro Deluxe con “Feminea – White Frame”, che riparte da un ragionamento pre-cognitivo, quello proprio del neonato, una tabula rasa di emozioni in cui tutto può ricrearsi. La conclusione è affidata al nuovo progetto coreografico di Cristina Rizzo, dal titolo “Invisible Piece”, originale messa in gioco dell’interpretazione danzata che nel 1924 Anna Pavlova offrì de “La morte del cigno”, che qui rivive in video come traccia di cui Rizzo attualizza i movimenti in un nuovo loop gestuale.

A cucire insieme questi progetti saranno le “istantanee” scattate da BAROKTHEGREAT (“Fidippide”), Dewey Dell (“Grave”), Helena Hunter (“The Other Room”), Andreana  Notaro/Lineatempia (“Tempia”), Maria Paola Zedda (“Requiem_fase 2”) e poi Rachele Caputo (“Nottilucenti”), Paola Lattanzi (“OGM Mon Amour”) e MK (“Quattro danze coloniali viste da vicino”).
Eventi collaterali (ma non troppo) saranno il ciclo di dj set Performing Sound, che raccoglie alcuni giovani e agguerriti sperimentatori della musica elettronica e la videoinstallazione di Fabrizio Zanuccoli e Laura Longo “AZIONEGRADOZERO”. L’intera rassegna verrà seguita da un osservatorio critico dal nome Sguardi Istantanei, coordinato da Chiara Pirri e Matteo Antonaci, in cui un gruppo messo insieme ad hoc di osservatori e critici della scena contemporanea produrrà contenuti, guiderà approfondimenti e porterà a termine un lavoro di “contestualizzazione” a favore delle singole performance.

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