L’aggettivo “straordinario” usato nel titolo è a sottolineare l’eterogeneità delle suggestioni respirate e l’evocativa atmosfera che accompagna lo spettatore, anche dopo la fine dello spettacolo.
In una sala raccolta assistiamo a una sorta di rituale sacro, celebrato da un gruppo di interpreti/monaci dalle vesti marroni che si intravedono nel bagliore di piccole luci intime.
L’atmosfera evocativa rimanda agli interni spogli di una chiesa romanica, nella mistica solitudine di sacre figure, attraverso il disvelarsi di tutta una gamma di voci, rumori, litanie e suoni che sorprendono fino a lasciare interdetti, tale è la forza e il richiamo arcaico e ancestrale di questo cuore pulsante sinfonico che guida nell’amplificazione emotiva di un semplice racconto, dove il rapporto tra parola e musica indaga un testo che “si trova in un punto di consistenza appena narrabile, poco dopo o prima del silenzio”, come afferma Chiara Guidi nella sua presentazione.
Nel “Madrigale appena narrabile” andato in scena a Pistoia in due repliche sono protagonisti, oltre ad alcuni degli interpreti del gruppo originario (la creazione è del 2007), i partecipanti del Laboratorio intensivo sull’esplorazione della tecnica molecolare della voce, condotto dalla Guidi e svoltosi al Funaro dal 2 all’8 marzo scorsi. Il particolare evento è andato in scena con gli stessi partecipanti nei giorni scorsi, il 12 marzo al teatro Bonci di Cesena e il 16 e 17 marzo al Testoni di Casalecchio, nella stagione di Emilia Romagna Teatro.
Eccolo il madrigale del XXI secolo, dove la polifonia sorge prepotente per insinuarsi nell’animo dello spettatore, frantumando la distanza tra esecutori e pubblico. Quarantadue minuti sospesi in cui si viene attraversati da rumori, sussurri, grida, melodie vocali mentre sfioriamo la storia di un cane perso nelle vie di una città. E mentre seguiamo il breve percorso del piccolo animale, il nucleo musicale – frutto di una stupefacente partitura sonora – sottolinea puntuale la mutevolezza degli accadimenti, quasi mettendoli in secondo piano. Questo perché il nucleo sinfonico diviene emotivo, coinvolge, vibra all’unisono col pubblico in sala; dapprima emerge lieve, poi con forza si espande, fino a fermarsi per un istante, per riaffiorare nella partitura gestuale minima. Puntuale ed efficace nell’accompagnare lo spettatore nella fuga centrifuga delle voci dapprima sussurrate, poi in crescendo, infine gigantesche nella loro evocativa potenza, generando un’emozione non arginabile, che travolge la nostra parte razionale per valicare con prepotenza la soglia dell’animo.
E quando alla fine dello spettacolo queste figure umane, che fino a poco prima erano i custodi del sacro rituale, si manifestano a ricevere i meritati applausi, risulta difficile far coincidere i loro corpi reali, vivi e tangibili, con le voci che, ascoltate, sembravano provenire da un unico e sconosciuto organo pulsante, capace di condurre lo spettatore in un percorso lontanissimo e intenso, risvegliando emozioni arcaiche e oscure.
Madrigale appena narrabile
Concerto per voci e violoncello di Chiara Guidi e Scott Gibbons
su testi di: Claudia Castellucci
con la collaborazione musicale di: Eugenio Resta e Sara Masotti
con: Stella Addario, Samuela Bacchereti, Alessandra Battaglia, Alice Bologna, Federico Calistri, Giulia Camarri, Marialuisa Capurso, Chiara Causa, Agnese Donati, Massimo Finelli, Fabrizia Frizzo, Alice Keller, Lucia Mazzoncini, Alema Morelli, Pius Moser, Anna Uterberger
fonica di: Marco Canali
sartoria: Carmen Castellucci
produzione: Societas Raffaello Sanzio – Emilia Romagna Teatro Fondazione
durata: 42′
applausi del pubblico: 4’ 35’’
Visto a Pistoia, Il Funaro, il 10 marzo 2012