O Gesù d’amore acceso. Toni Mazzara e Valentina Diana per un’indagine sul male

Toni Mazzara in scena (ph: Stefano Roggero)
Toni Mazzara in scena (ph: Stefano Roggero)

Diretto da Maurizio Bàbuin, lo spettacolo di Santibriganti Teatro aveva debuttato al Torino Fringe Festival 23

Un uomo di mezza età, in mutande e canottiera, appesantito dagli anni e dai vizi, parla davanti a uno specchio, mentre si fa la barba. A chi parla? Sta certamente provando un discorso da tenere in pubblico. Quale discorso?
Poco per volta capiamo che potrebbe trattarsi di un’omelia da recitare di fronte ad un’adunanza di fedeli, nel corso di un’occasione diversa dal solito. Capiamo infatti che l’uomo è un sacerdote, di ritorno nella propria parrocchia dopo un lungo periodo di allontanamento: “Un periodo dedicato allo studio di Sant’Agostino”, così dice, mentre cerca le parole con cui spera di riabbracciare i suoi parrocchiani.

Tra una maglia e l’altro del discorso, non sfugge tuttavia l’inquietudine che lo attraversa: l’uomo infatti alterna toni docili e rassicuranti a picchi inaspettati di rabbia, disgusto e riprovazione. Non è neppure chiaro contro chi manifesti questi sentimenti avversi, se contro i suoi interlocutori, contro sé stesso o contro Cristo. Prima sputa sulla propria immagine riflessa nello specchio e più tardi la bacia.
Vi è qualcosa di disordinato in lui, nel modo in cui indossa l’abito talare, per esempio, lasciandolo volutamente aperto, ma anche nel modo in cui, quasi con stizza, si imbottisce di pane, per il gusto del proibito o per incontinenza. E vi è poi, da parte sua, un’eccessiva e petulante insistenza nel ricostruire le ragioni del suo allontanamento, che tradisce il bisogno non soltanto di essere compreso, ma pienamente assolto. Assolto da cosa?
Forse non è il caso ad averlo portato ad indagare la questione del Male, attraverso la lente di Sant’Agostino.

La prova generale del discorso lascia il passo all’omelia vera e propria. Il pubblico in sala diventa il pubblico dei fedeli a cui il sacerdote si rivolge chiamandoli per nome, blandendoli, adulandoli, ringraziandoli per il loro contributo alla vita comunitaria, ricordando i trascorsi insieme, la condivisione, l’apporto delle catechiste e le attività ludico-spirituali riservate ai giovani come i ritiri in montagna. Ecco, è qui che il Male si è manifestato. Il Male?

La scrittura intelligente e raffinata di Valentina Diana non indugia sui particolari raccapriccianti di un episodio di pedofilia perpetrato da un educatore, perdipiù prete, nei confronti di un adolescente che, alla fine, sceglie di scomparire dalla scena. È invece impietosa nel descrivere i goffi, a tratti ripugnanti tentativi, da parte del sacerdote, di assolversi e di esigere che anche gli altri lo facciano, Dio compreso, privo – fortunato, lui – del corpo, e ignaro di cosa rappresentino i bisogni carnali. La questione è dunque quanto siamo disposti ad accettare che il Male ci attraversi, a riconoscerlo come tale, se è tale.

Toni Mazzara, nel ruolo di Padre X (questo il nome del sacerdote), è impeccabile, pare gli sia stato cucito addosso, nello sguardo che sa essere bieco ma anche tenero, nel portamento goffo, nell’accenno di balbuzie come nel fuoco dell’oratoria. Inquietante e fragile, è un personaggio che genera repulsione e allo stesso tempo compassione.

Scena essenziale e regia di Maurizio Bàbuin perfettamente calibrata, volte entrambe a valorizzare la centralità del personaggio e del dramma di cui si fa portavoce.
“O Gesù d’amore acceso”, andato in scena al Teatro Dravelli di Moncalieri, nell’ambito della seconda edizione di Scorribande Metropolitane – “L’attesa”, un progetto di Santibriganti Teatro, Liberipensatori Paul Valery, Tékhné e Quinta Tinta, costituisce il secondo episodio della trilogia “Indagare il male”, progetto ideato e diretto proprio da Bàbuin, che si avvale della scrittura di Valentina Diana. Se il primo episodio, “IO//ODIO – apologia di un bulloskin”, ha indagato il tema del razzismo, il terzo episodio, “Seisolomia – quello che ho fatto per lei”, affronterà la violenza nei confronti delle donne.

O Gesù d’amore acceso
Di Valentina Diana
Con Toni Mazzara
Disegno luci e suoni: Nicola Rosboch
Scene: Marco Ferrero – Giovanni Ferrero
Ideazione e regia: Maurizio Bàbuin
Produzione: Santibriganti Teatro

Applausi del pubblico: 3’

Visto a Torino, Teatro Dravelli, l’11 novembre 2023

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