I miti dell’acqua. Sista Bramini e Camilla Dell’Agnola raccontano Ovidio

I miti d'acqua (ph: Cristina Vuolo)
I miti d'acqua (ph: Cristina Vuolo)

Sul palco del Teatro Basilica di Roma, dalle “Metamorfosi” la ricerca del rapporto antico con la natura

Il fascino della città di Roma è sempre sorprendente e ogni scorcio serba inaspettate bellezze, come sotto la Scala Santa a San Giovanni, dove si trova il Teatro Basilica, l’ex-Sala Uno, uno spazio teatrale che è anche una perla architettonica.
In questo suggestivo scenario è stato presentato a febbraio “I miti dell’acqua”, spettacolo di e con Sista Bramini per un’attrice e una violista, Camilla Dell’Agnola, che firma le proposte musicali.
Sotto l’arco della sala ci accolgono due sedie e un leggio. Come due personaggi provenienti da un mondo lontano, emergono dal fondo la violista e, dal lato sinistro, l’attrice: due spiriti che paiono abitare le mura del teatro avanzano sulla scena per raccontarci qualcosa di mitologico. Il titolo ci fa da guida.

La riflessione sui genii locorum, gli spiriti protettivi che si crede abitino i luoghi, fa da cornice ai tre miti a tema acqua che prendono vita attraverso la voce e il corpo di Sista e i suoni e i vocalizzi di Camilla. Il genius loci da sempre suggerisce una capacità di entrare in relazione con laghi, fiumi, fonti, boschi e monti, capacità ormai forse perduta nel nostro mondo invaso di schermi e digitale.

Le due presenze narranti non saranno forse i genii locorum del teatro, di questa millenaria scatola di racconti e storie di vita? Ciò che sembra rafforzare questa mise en abyme è il doppio canale narrativo su cui viaggia l’autrice: da una parte si rivolge agli spettatori, rompendo la quarta parete e rendendoli diretti destinatari dei racconti; dall’altra, con l’aiuto della musicista, salta nel mito interpretandolo e dando voce e suono ai personaggi.

Aretusa, Ermafrodito, Atteone sono i protagonisti delle tre storie tratte dalle “Metamorfosi” di Ovidio, rivelatori di un antico rapporto con ciò che ci circonda, di una modalità di dare corpo alle sensazioni provate in determinati ambienti. Più in generale, sono la testimonianza di come il mondo antico e popolare rispose al sentimento dello stupore, di come creò un ponte fra quello che ci anima e ciò che anima i luoghi.
Ecco allora i benefici legati alla fonte Salmace, e le attenzioni che la tradizione vuole si prestino immergendosi nella fonte, che trovano spiegazione nel racconto del mito di Ermafrodito. Mentre la quiete provata nei pressi della sorgente sacra dell’isola di Ortigia non è forse la quiete di Aretusa che, inabissandosi nella terra, riesce a trovare pace dagli inseguimenti di Alfeo, colmo di passione per lei?

L’interessante dialogo fra le due interpreti è costruito per tirare il filo del racconto mitologico ed ha come effetto quello di facilitare non solo l’ascolto ma anche la possibilità di immaginare ninfe, divinità, cervi, zampilli d’acqua, inseguimenti, voci e imprecazioni: insomma, di dare un’immagine alle parole. Si assiste ad un’esperienza innanzitutto sonora, che stuzzica e smuove l’immaginazione, esperienza rafforzata dalla presenza forte e piena dei due corpi, poetici nella loro sobrietà.

La proposta performativa è semplice: voce e viola sono sufficienti a evocare miti e credenze popolari. La forma scenica ci riporta anche alla semplicità di entrare in contatto con le proprie sensazioni davanti al fascino della natura. Non abbiamo bisogno di schermi e telefoni, ma semplicemente di aprire occhi e cuore.

Uscendo dall’edificio, sebbene lo scenario del Teatro Basilica resti unico, ci si domanda tuttavia se il luogo più appropriato per questo allestimento non sia proprio un bosco (come accaduto in passato con la partecipazione di Sista Bramini al festival Il Giardino delle Esperidi), magari dietro una fonte d’acqua, immerso nella quiete della natura, con una scelta illuminotecnica più semplice e con meno variazioni, per valorizzare al massimo lo spazio e dare più impeto al viaggio fra mitologia e natura.

I miti dell’acqua
Testo scritto e narrato da Sista Bramini
Musica per viola scritta e interpretata da Camilla Dell’Agnola

Visto a Roma, Teatro Basilica, il 17 febbraio 2023

 

 

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