Siamo in platea, al Teatro Gobetti di Torino, due giorni dopo Natale.
E’ lunedì ma si va in scena lo stesso, nonostante lo spettacolo sia in cartellone fino al 9 gennaio.
Il titolo è sempre quello, “La Lettera”, in replica costante dal 1992 in giro per il mondo: “Non tutto, solo quello occidentale”, ci tiene a precisare Paolo Nani nella nostra lunga chiacchierata che proponiamo quasi integralmente.
L’intento è quello di “vivisezionare” una performance che sembra non morire mai e vivere di vita propria travalicando addirittura quella dell’interprete stesso.
Ma perché questo monologo, quasi privo di parole, piace ancora così tanto? E perché non è interpretabile da altri?
Cerchiamo di capirlo insieme e ci accorgiamo di quanto sia intriso di ricerca da parte di un performer solitario ma aperto a molte poetiche differenti, incontrate in anni di lavoro proficuo e profondo.