È stata dell’anno scorso la notizia dell’avvenuta fusione del Teatro dell’Archivolto con il Teatro Nazionale di Genova, che ha raccolto in sé anche l’anima bambina della storica compagnia genovese, rappresentata da Giorgio Scaramuzzino.
Avevamo auspicato dunque che il rinnovato status del Teatro Nazionale ligure potesse dar luogo anche ad investimenti fattivi nel teatro ragazzi, cosa che prima non era mai avvenuta in modo consistente.
Per questa ragione siamo stati ben lieti di assistere a Torino ad un’affollata, divertente versione di “Peter Pan”, capolavoro immortale di James Mattew Barrie, proprio con la regia di Scaramuzzino, coprodotta con la Casa del Teatro Ragazzi e Giovani di Torino.
In scena Pasquale Buonarota e Alessandro Pisci, colonne artistiche del centro piemontese. Particolarità importante, poi, anche la presenza di sei attori giovanissimi, provenienti dalla scuola per attori genovesi Mariangela Melato, occasione questa per introdurre al teatro ragazzi nuove generazioni anche di teatranti.
Mettere in scena “Peter Pan”, qui al suo debutto assoluto, è sempre stata un’impresa rischiosissima per il teatro ragazzi, sia per l’atmosfera surreale che la imbeve, sia perché protagonisti sono dei ragazzini, assai difficili da rendere credibili per attori di diversa età.
Scaramuzzino supera queste due asperità dichiarando subito che la vicenda si svolge in un sogno, dove ogni cosa può sembrare vera con l’immaginazione, ponendo poi in scena sei bambini in carne ed ossa, scelti tra il pubblico, che si mescolano con i sei giovani attori della Melato, i quali senza bamboleggiamenti interpretano con grande ironia sia i bambini dell’Isola che non c’è, sia gli antagonisti, i famosi pirati capeggiati da Uncino, a cui dà divertente e affettuosa credibilità Pasquale Buonarota, imprimendogli le movenze di una sorta di divo dall’ego smisurato, ormai sulla via del tramonto, sempre in cerca di visibilità, che ha una paura tremenda del Coccodrillo che gli ha divorato una mano.
Le canzoni cantate in coro, composte da Paolo Silvestri, danno molto ritmo e godibilità allo spettacolo, sottolineando in modo efficace, approfondendoli, tutti i passaggi focali.
Peter Pan, interpretato da Alessandro Pisci, viene risolto come una specie di personificazione dell’infanzia, divinità sapiente che, con la sua luce immaginativa, fa risplendere il mondo oscuro degli adulti, complice la fata Campanellino, una piccola luce che si accende e si spegne all’occorrenza.
Su tutto lo spettacolo, come del resto nel libro, aleggia la figura della madre, entità benigna senza la quale nulla è possibile, in un mondo popolato da maschi. Il compito di irrorarlo di bellezza e affidabilità è offerto a Wendy, interpretata con naturalezza espressiva da Celeste Gugliandolo.
Questo “Peter Pan” alla fine risulta uno spettacolo gioiosamente corale, a volte un poco caotico e dispersivo nella sua continua sovrapposizione di segni, ma che nel complesso riesce con tenera leggerezza a restituirci in modo credibile e contemporaneo, proprio come un sogno ad occhi aperti, non solo un capolavoro letterario senza tempo, ma un mondo in cui l’infanzia regna sovrana in tutta la sua meravigliosa essenza, su un’isola che finalmente esiste per davvero.
PETER PAN
Teatro Nazionale di Genova / Fondazione TRG Onlus
Drammaturgia Giorgio Scaramuzzino, Pasquale Buonarota, Alessandro Pisci
Regia Giorgio Scaramuzzino
Musiche Paolo Silvestri
Scene e costumi Lorenza Gioberti
Con Pasquale Buonarota, Alessandro Pisci, Celeste Gugliandolo
e con Michele De Paola, Davide Mazzella, Francesco Bovara, Simone Cammarata, Gianmarco Mancuso, Federico Pasquali
Tecnico audio e luci Agostino Nardella ed equipe tecnica Teatro Nazionale Genova
età: dai 5 anni
Visto a Torino, Casa TRG, il 31 marzo 2019
Debutto assoluto