Da ventidue anni Natura Dèi Teatri, storico festival di performing arts organizzato a Parma da Lenz Fondazione, progetta e cura creazioni all’insegna della riflessione sullo stato corrente dell’arte contemporanea.
Portando a compimento con il tema concettuale “Scia” il progetto dedicato all’artista visivo Richard Serra, il festival in questa edizione si è ampliato e sdoppiato, con una prima tranche estiva (dal 20 giugno al 1° luglio) e una seconda autunnale che arriverà dal 18 al 25 novembre.
La scia, fenomeno che con il suo passaggio perturba e trascina lo spettatore nel suo fluire attraverso i corpi, si rifrange in “Purgatorio”, debutto del progetto biennale che Lenz dedica alla “Divina Commedia” dantesca. È una scia di spettatori testimoni che si sparpaglia nella Crociera dell’ex Ospedale Vecchio di Parma, accompagnati da ombre narranti, tutti in coda per entrare in paradiso.
Lenz percorre il viaggio all’interno della “Divina Commedia” iniziando dal mezzo, dal Purgatorio, e dal mezzo di una spoglia navata – dove solo perpetue file di scaffali vuoti abitano il tempo di quello che fu un’ospedale quattrocentesco – ci attende Virgilio.
Come per i futuri esiti su “Inferno” e “Paradiso”, questa prima tappa si configura come un site-specific performativo musicale, in cui la monumentalità di edifici storici o contemporanei si compenetra con la monumentale opera letteraria di Dante. E come il sommo poeta affronta nella sua commedia un viaggio ieratico verso le più alte vette spirituali, il pubblico presente affronta a passo flemmatico un cammino nella penombra degli spazi dismessi, scortati dai penitenti dei giorni nostri personificati dai performer, gli imprescindibili attori sensibili fermamente radicati nella compagnia, e da alcuni attori delle compagnie dialettali della città ducale.
Perché in realtà sono pochi i celebri versi danteschi che si affacciano in questa messa in scena, mentre la ricerca drammaturgica di Francesco Pititto e Maria Federica Maestri è più orientata sulla figura del poeta volgare Daniel Arnaut, l’unica anima del purgatorio che Alighieri fa parlare in altra lingua. L’eco sussultante di questo suggestivo varco risuona quindi di inflessioni e cantilene vernacolari, un flusso avvolgente di schiamazzi e voci contagiate da racconti e cadenze popolari, in un duello quasi carnale tra le sublimazioni linguistiche del nostro vate, e la dolente condizione umana spogliata dalle seduzioni espressive del dialetto.
Organicamente ideato come forma ibrida tra installazione e azione teatrale, il lavoro ci immerge in un incedere itinerante, suddiviso in stazioni, colmate dal sopraggiungere degli interpreti, ognuno con la sua lucina tra le mani, che come un vassoio di pietanze imbandisce di visioni, preghiere e cerimonie scorporati dalle varie cornici di peccati e peccatori del Purgatorio. Una comunità esule, in transito oscillante verso la parete di fondo della lunga crociera, abitata in videoproiezione dalle simbologie numeriche del divino metafisico.
In questa terra di mezzo veniamo coinvolti in una liturgia della significazione. Tenacemente fedele alla sua poetica di indagine artistica, Lenz si appropria dei vuoti architettonici rigenerandoli in un esperienza immersiva, inghiottendo i partecipanti in una molteplicità di linguaggi e transizioni espressive. Un’esperienza che si tramuta in reale azione civica, permettendo alla cittadinanza di ricongiungersi al suo patrimonio culturale e urbanistico tramite la tangibilità dell’agire teatrale.
Dopo l’appena concluso, e ancor più itinerante, Inferno del Teatro delle Albe, Lenz ci restituisce un Purgatorio organizzato in un minimalismo scenico, essenziale ma corposo. Sono le interazioni degli attori che tracciano quei solchi concettuali ma profondi a cui la compagnia da sempre ci ha abituato. Un’essenzialità forse lasciata un po’ troppo nella semioscurità dell’imponente edificio, che rischia in alcuni passaggi di dirottare la concentrazione altrove. D’altronde il rigore e la devozione con cui Lenz crea quest’esperienza rituale non manca di svelare sapienti immagini di introspezioni svelate.
PURGATORIO
Drammaturgia e imagoturgia | Francesco Pititto
Installazione site-specific, elementi plastici, costumi, regia | Maria Federica Maestri
Musica | installazione sonora | Andrea Azzali
In scena | Valentina Barbarini, Fabrizio Croci, Paolo Maccini, Franck Berzieri, Delfina Rivieri
e attori delle Compagnie dialettali di Parma: Roberto Beretta, Sonia Iemmi, Ylenia Pessina, Mirella Pongolini, Giacomo Rastelli, Cesare Quintavalla, Silvia Reverberi, Valeria Spocci
Cura | Elena Sorbi
Organizzazione | Ilaria Stocchi
Ufficio stampa | Michele Pascarella
Media video | Stefano Cacciani
Cura tecnica | Alice Scartapacchio, Andrea Bonaccini, Lucia Manghi
Assistente di scena | Marco Cavellini
Produzione | Lenz Fondazione
Purgatorio è realizzato con il patrocinio del Comune di Parma e in collaborazione con il Coordinamento delle Compagnie Dialettali della città
Si ringraziano per la collaborazione: Teatro Regio di Parma, Biblioteca Civica e Archivio di Stato di Parma
con il sostegno di: MiBACT – Comune di Parma, Regione Emilia-Romagna, DAISM-Ausl
durata: 1h 15′
applausi del pubblico: 1′ 5”
Visto a Parma, Ex Ospedale Vecchio, il 22 giugno 2017