
Stiamo parlando di Thomas Monckton, autore ed interprete di “The Pianist” e “Moving Stationery”, due “solo” che mescolano abilmente clownerie e commedia.
Il primo lavoro, “The Pianist” (che dal 2 al 25 agosto sarà anche al Fringe di Edimburgo, dove farà tappa anche KLP), vede in scena Monckton nei panni di uno stralunato pianista che tutto riesce a fare tranne che a suonare il pianoforte.
L’allampanato protagonista tenta disperatamente di entrare in scena ma non trova il passaggio tra le tende del fondale, sbatte continuamente contro un sontuoso lampadario troppo basso e si troverà addirittura a fronteggiare un incendio all’interno del pianoforte a coda.
Monckton, i cui passi calcolati e i movimenti precisi offrono al pubblico uno spettacolo di grande perfezione, riesce a dipingere una situazione sempre sul limite del paradossale, in cui il povero musicista si scontra continuamente con disturbi più o meno prevedibili che mettono a repentaglio la possibilità di esecuzione del tanto sospirato brano musicale.
Il ritmo del lavoro scorre, ed emerge una perfetta conoscenza dei tempi comici della risata.
Monckton, che proviene dalla scuola di Jaques Lecoq, segue fedelmente lo spartito comico e ripete i gesti fino ad arrivare al culmine che fa esplodere il pubblico in sala.
Tutte da godere sono anche le espressioni facciali dell’interprete, che intesse un vero e proprio monologo silenzioso utilizzando sguardo e mimica del viso.
Questo raffinato gioco di intenzioni è però purtroppo riservato solo agli spettatori delle prime file, mentre il pubblico più lontano percepisce a tratti soltanto le espressioni più evidenti.
Nel complesso lo spettacolo è godibile e ricco di inventiva, anche se alcuni numeri di clownerie, troppo ripetuti, appesantiscono il ritmo rendendo un po’ troppo lungo il lavoro.
Nella seconda parte della serata lo stesso Monckton propone un altro “solo” essenziale e ironico, “Moving Stationery”, ispirato alla vita d’ufficio e alle piccole idiosincrasie da scrivania.
Reduce da numerosi successi in diversi festival internazionali, Monckton interpreta Sigmund, uomo alle prese con il suo nuovo lavoro d’ufficio, un personaggio ancora una volta allampanato e stralunato.
La scena è semplice: da un lato una piccola parete tappezzata evoca un ascensore, mentre a centro palco una piccola scrivania attende il malcapitato.
Tra momenti di clownerie quotidiana e piccole grandi lotte con gli oggetti da lavoro, Monckton costruire una drammaturgia silenziosa ma dal grande effetto comico, che conquista il pubblico coinvolgendolo per tutto lo spettacolo.
Il culmine della comicità, riletta in chiave quotidiana, ci è offerta su un piatto d’argento dall’artista alle prese con un semplice rotolo di scoth trasparente. Nella sua pacata e poi sempre più isterica ricerca dell’inizio del nastro, Monckton mette in scena ciascuno di noi alle prese con le olimpiadi della vita quotidiana.
Il pubblico non resiste e ride di gusto.
Questo secondo lavoro, più breve e meno ripetitivo, appare così più completo e godibile.
Nel complesso Thomas Monckton ha saputo dar vita a due spettacoli piacevoli, curati e drammaturgicamente perfetti, in grado di far scattare nel pubblico, sia adulto che bambino, la scintilla della risata.
The Pianist
regia: Thomas Monckton e Sanna Silvennoinen
lighting design: Juho Rahijärvi
sound design: Tuomas Norvio
costumi: Kati Mantere
durata: 60′
Moving Stationery
ideato e interpretato da Thomas Monckton
durata: 50′
Visti a Torino, Teatro Astra, il 18 luglio 2014
Prime nazionali