Trend 2011: dieci anni di drammaturgia britannica

Tim Crouch
Tim Crouch
Tim Crouch (photo: Lisa Barnard)

Come di consueto da ormai dieci anni, torna al Teatro Belli di Roma per circa un mese (fino al 23 aprile) la rassegna “Trend – nuove frontiere della scena britannica”, curata da Rodolfo Di Giammarco con lo scopo di portare in Italia i sapori – spesso acri – della drammaturgia d’oltremanica.

Fiorente di giovani autori, la Gran Bretagna ha una vera e propria passione per la letteratura teatrale, molto più spiccata di quanto non lo sia nel nostro paese. Nei paesi anglosassoni e nordici, ne abbiamo avuto prova più volte, la sperimentazione affonda la lama tra le righe di un testo. Quel testo che per certi versi da noi ha nei decenni scorsi perso la propria esclusività, in funzione di una forma ibrida di spettacolo che intrecci potenza visiva e linguaggio delle emozioni.

Il progetto di Di Giammarco è affascinante proprio perché punta a far cortocircuitare questa apparente contraddizione, assegnando a registi e compagnie nostrane un testo o un autore britannico di riferimento, senza alcuna limitazione alla fantasia nell’adattamento.

“The Author” di Tim Crouch, che avevamo visto al debutto a Edimburgo la scorsa estate, rivive in prima italiana nei corpi e nelle voci della compagnia Teatro dei Borgia, alle Fibre Parallele di Licia Lanera e Riccardo Spagnulo è affidato “Have I None”, uno dei capitoli della saga in cui Edward Bond racconta un mondo senza speranza nel 2077. NIM – Neuroni in Movimento (regia di Matteo Alfonso e Tommaso Benvenuti) si occupano di “Orphans”: il testo, che aveva debuttato al Fringe di Edimburgo nel 2009, è firmato da Dennis Kelly, enfant prodige dell’in yer face londinese ormai divenuto autore consacrato e già ultra-imitato. La mise en espace è un codice permesso, a “Trend”, e se ne servono Cristina Spina (PAV) per adattare “One Minute” di Simon Stephens, Accademia degli Artefatti, per la quale Fabrizio Arcuri firma la regia di “Taking Care of Baby” (un Dennis Kelly d’annata 2007) raccontando tra realtà e fiction il dramma di una madre accusata di figlicidio e la Compagnia I Termini di Andrea Baracco, alle prese con “Far Away” della vecchia Caryl Churchill. A chiudere la rassegna è il “padrone di casa” Carlo Emilio Lerici, che, dopo “Vincent River”, torna al suo amato Philip Ridley, per la prima nazionale di “Moonfleece”, testo del 2010 con cui l’autore londinese ha girato l’Inghilterra.

Per quanto i lavori proposti dalla rassegna siano tutti tipicamente britannici nello scenario che narrano e nel linguaggio usato, il campo di battaglia di “Trend” è più in generale la drammaturgia e il suo rapporto con il contemporaneo, una relazione che sarebbe bene riscoprire anche qui in Italia. E le “nuove frontiere della scena britannica” hanno di recente prodotto alcuni felici incontri, da Ricci/Forte a Babilonia Teatri.

Il programma nel dettaglio

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