ICCP era la definizione che ad Andrea Cosentino e ad altri artisti attivi prevalentemente su Roma aveva dato Nico Garrone: stava per Iconoclasti Concettuali Comici Poeti. Come tutti i gruppi artistici, anche questo ha avuto un suo momento esplosivo di manifestazione pubblica: l’Estate a Radicondoli nella XXII edizione. Fra gli ICCP presenti c’era appunto anche Cosentino, “quasi giovane” drammaturgo, attore e regista di teatro.
Nel libro dei ricordi i laboratori con Dario Fo e il tempo a Parigi con il “teatro gestuale” di Philippe Gaulier della scuola mimica e clownesca di Jacques Lecoq. Fra gli spettacoli, prima del grande successo di questo ultimo biennio, ci sono “La tartaruga in bicicletta in discesa va veloce” (1998), “L’Asino albino” (2004) e “Angelica” (2005), oltre al lavoro da attore con diverse compagnie fra cui Drammateatro, il Lanciavicchio, Ruotalibera di Roma e qualche collaborazione anche con la compagnia di Massimiliano Civica.
Il successo arriva con “Antò le Momò, Avanspettacolo della crudeltà”, ripresentato nell’estate 2007, lavoro che si tiene in caotico equilibrio tra comico e tragico. Intanto continua una battaglia tutta nomenclativa circa l’ascrivibilità o meno della cifra comica di Cosentino entro il perimetro del teatro di narrazione. Se narrazione è l’attore, la sedia e il pubblico, lui è narrazione. Se narrazione ha invece riferimento al genere del racconto, che abbia a che fare e che si ispiri al reale, beh’ già in questo l’artista si allontana dal piatto.
Cosentino è sicuramente un pensatore, che usa in modo brillante un registro comico per raccontare storie, come tutto il teatro fa, narrazione o non narrazione. Ha una grande capacità magnetica di coinvolgimento del pubblico, empatica.
Di questo abbiamo avuto prova ad inizio febbraio quando è tornato a Brescia, ospite della rassegna organizzata al Piccolo Teatro Libero di San Polino da Claudio Simeone e dall’accanito gruppo di appassionati teatrali che si raccoglie attorno all’associazione Amici Complici Amanti, un gruppo che organizza serate con spettacolo, dibattito e cenetta rustica + bicchiere di vino. Qualcosa di così amabilmente demodé da risultare assolutamente imperdibile.
“Primi passi sulla luna, divagazioni provvisorie per uno spettacolo postumo” è un divertissement comico e surreale che prende spunto dal quarantennale del primo allunaggio, dal centenario del futurismo, dal bicentenario della nascita di Darwin, passando per il ventennale della caduta del muro di Berlino, il cinquantenario della creazione della prima Barbie e i dieci anni dalla morte di Stanley Kubrick: un assemblaggio di ricorrenze per cercare di piazzare il prodotto in qualche celebrazione d’occasione.
In realtà è l’involucro, ancora in fase di assestamento (visto che ha una durata variabile fra una e due ore) di una potente storia intima che ha a che fare con la paternità e le fragilità dell’infanzia.
Andrea ci aspetta prima dello spettacolo.
Chi è Cosentino? Bella domanda. Ripartiremmo dal fattuale (non scordando la ricorrenza) per ricordare Nico Garrone dopo un anno e qualche mese dalla sua scomparsa. Garrone ci perdonerà, ma a lui piaceva far circolare le idee e renderle fruibili in forma divertente e leggera.
Proponiamo quindi un emendamento al suo ICCP, che ora, nel caso di Cosentino, potrebbe essere Istrionici Comici Con Prole. Non che il poetico e concettuale siano venuti meno. Ma magari la paternità aggiunge altre necessità e nuovi punti di vista.