Anima e carne. Le donne in scena di Eugenio Sideri

Anima e carne|Eugenio Sideri
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Eugenio Sideri
Eugenio Sideri

Siamo in Romagna; quella Romagna fatta di campi da attraversare in bicicletta, aie con galline che razzolano in libertà e vite vissute in equilibrio tra normalità e tragedia. Racconti a più voci s’intersecano fra loro per rievocare la lotta partigiana, ma anche memorie familiari e storie locali.

Come ne Il coraggio della scelta, dove tre sorelle, Rosa, Vera e Libera, in una staffetta di parole, ripercorrono aneddoti e racconti. Sono storie brevi e semplici, attraversate dall’accento romagnolo, che di tanto in tanto fa capolino. Così le tre voci rievocano la storia della zia Marisa piuttosto che quel 17 ottobre del ’44, quando a casa dei Baffè e dei Foletti 23 tra giovani, donne, uomini e bambini vennero massacrati dai fascisti.

Tutti i protagonisti si trovano di fronte a una scelta (di qui il titolo del testo), più o meno tragica, ma spesso di vita. Non avranno esitazione nel scegliere. Perché, come scrisse Antonio Gramsci l’11 febbraio del 1917, “L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non vita. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?”.
Una lezione senza tempo, ora più che mai.

E’ questo il primo testo dei tre firmati Eugenio Sideri e raccolti nel volume “Anima e carne: donne in scena”, edito quest’anno dalle edizioni Fernandel, un volume agile di 150 pagine correlato da una galleria fotografica di alcuni allestimenti.

Protagoniste, manco a dirlo, tutte donne, non solo ne “Il coraggio della scelta” ma anche nel più leggero “Le sorelle Misericordia” ed infine in “Finisce per ‘A’. Soliloquio tra Alfonsina Strada, unica donna al Giro d’Italia del 1924, e Gesù”. Quest’ultimo, semifinalista al Premio Dante Cappelletti 2009, è un monologo “a due voci” che fa conoscere la storia dell’unica donna che abbia mai avuto il coraggio di sfidare gli uomini in un’impresa ‘maschile’ come il Giro d’Italia, una determinatissima pioniera della parificazione tra lo sport maschile e quello femminile (o non solo nello sport?).

Eugenio Sideri, ravennate classe ’68, è drammaturgo e regista. Della sua terra, oltre a ripercorrerla nei testi, è punteggiata la sua carriera. Esordisce infatti nell’89 a Santarcangelo con “La mia casa”, da Heinrich Boll, con Maurizio Lupinelli; e nel ’94 è tra i fondatori della ‘non-scuola’ del Teatro delle Albe, progetto a cui lavorerà per sedici anni portando in scena oltre 40 gruppi di adolescenti.
Nel 2001 fonda LadyGodiva Teatro, presentando a Santarcangelo “Ella” di Achternbusch, sempre con Lupinelli. Nel 2003 la collaborazione è invece con Ascanio Celestini per “Radiocronaca”.
La carriera prosegue fitta di allestimenti; e contemporaneamente Sideri passa anche alla cattedra, tenendo alcuni corsi in università italiane e dirigendo un master sul rapporto tra il lavoro del traduttore e lo sviluppo scenico del testo.

La relazione artistica con Lupinelli prosegue nel tempo, fino allo scorso anno, quando è drammaturgo e assistente alla regia per “Appassionatamente (Progetto Schwab)”, presentato al Ravenna Festival.
Oltre alla prosa Sideri si dedica negli ultimi anni anche alla drammaturgia e alla regia di spettacoli di danza. Tra le ultime fatiche “EAT 26”, presentato al festival Oriente Occidente di Rovereto lo scorso anno insieme alla coreografa Carla Rizzu, con cui nel 2009 aveva vinto, sempre a Rovereto, il concorso Danz’è con “Nome di battaglia”.

Anima e carne: donne in scena
di Sideri Eugenio
2011
158 pp., ill.
Editore Fernandel
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