Sembra un’estate che non finirà mai quella del 9° Festival di Danza Contemporanea della Biennale di Venezia, al via il 19 giugno.
Una lunga coabitazione di gesti, luoghi ,comunità, così come ha voluto declinare il suo “Mondo Novo” Virgilio Sieni, direttore artistico in carica per questo triennio. Mondo topologico aperto, osando e rubando il termine all’architettura, con la quale la danza dialogherà per gran parte dell’estate, e che contiene età, memorie, invenzioni, pratiche e verifiche, spazi interni ed esterni, musica e silenzi, interpreti e spettatori, cammini e soste; ogni cosa vivrà dell’altra pur mantenendo una sua identità.
I confini di questo Mondo disegnati in tre Polis – San Marco, Corderie, Arsenale – “aree di visione attive dalla mattina alla sera”, non saranno altro che l’orizzonte, il punto più lontano verso cui spingere lo sguardo e l’ascolto.
Iniziamo quindi dalle Corderie, dove la stagione si è aperta con la nuovissima collaborazione tra la Biennale di Sieni e quella dell’archistar Rem Koolhaas, che ha invitato gli altri festival (oltre a danza, anche cinema , teatro e musica) a partecipare a “Monditalia”, terza sezione complementare della 14^ Mostra internazionale di architettura.
Durante tutto il mese di giugno, Marina Giovannini, Luisa Cortesi, Roy Assaf, Michele di Stefano_MK, Cristina Rizzo, Giuseppe Comuniello e i danzatori (e non!) dello stesso Sieni si alterneranno su sette spazi diversi lungo tutto l’orario di apertura della mostra. Presentando ai visitatori percorsi creativi aperti, progetti in essere, volutamente non ancora strutturati o almeno non del tutto, che anziché rappresentare, come facilmente potrebbe accadere, delle “soste di alleggerimento” della mostra, rispondono a quell’idea di “verifica” dell’architettura – in questo caso coreutica – voluto da Koolhaas, e alle domande che lui stesso ha posto all’unisono a tutte le arti sull’attuale situazione italiana: Che cosa abbiamo? Come siamo giunti a questo punto? Ora che cosa possiamo fare, e da qui dove andiamo?.
Dal 19 al 29 giugno sarà invece la Polis San Marco a ospitare il clou del festival, un programma ricco e articolato che coinvolge 30 coreografi, con prime mondiali e nazionali. 100 repliche suddivise tra le sezioni: Aperto, Aura, Vita Nova, Invenzioni, Agorà, Prima Danza e Boschetto.
Coreografie chiamate a lavorare sulla relazione tra corpo e luogo, corpo e comunità, che restituiscono la complessità di tale visione, cambiano le distanze, le percezioni, producono geografie poetiche tali da rendere questo “Mondo Novo” mutevole in base al punto di osservazione o della sezione prescelta.
Ci saranno, oltre ai coreografi già citati, Jérome Bel, Saburo Teshigawara, Laurent Chétouane (per la prima volta in Italia), Jonathan Burrows/Matteo Fargion presenti con delle coreografie ispirate dal dettaglio di alcune opere pittoriche di Giandomenico Tiepolo, Giovanni Bellini, Giorgione, Jacopo Tintoretto (sezione Aura); Adriana Borriello, Helen Cerina, Simona Bertozzi, Stian Danielsen che coinvolgeranno nelle loro creazioni giovanissimi danzatori tra i 10 e 15 anni (sezione Vita Nova); e poi ancora Anton Lachky, David Zambrano, Iris Erez che porteranno le loro performance ad abitare i campi veneziani per la sezione Agorà, Enzo Cosimi, Raffaella Giordano con Maria Munoz, Christian Rizzo, Jan Martens, Radhoune El Meddeb, Dewey Dell, Meg Stuart, Kinkaleri, Alessandro Sciarroni, Ramona Caia, Sara Sguotti, Keiin Yoshimura con la danza tradizionale giapponese Kamigata-mai, e Steve Paxton a cui verrà consegnato il Leone d’oro alla carriera, mentre Di Stefano riceverà il Leone d’argento.
E questo sarà giugno. Ma anche il mese di luglio avrà la sua Polis, l’ultima, che accoglierà le 27 azioni coreografiche del progetto “Vangelo secondo Matteo” di Virgilio Sieni. Duetti, soli, gruppi coreografici ispirati al racconto evangelico che coinvolgono soprattutto non danzatori, quindi gente comune di tutte le età e di diversa provenienza, dato che il progetto ha preso piede in varie regioni italiane, dal nord al sud. Una prima assoluta suddivisa in tre cicli, per nove quadri coreografici eseguiti simultaneamente al Teatro alle Tese il 4, 5, 6 – 11, 12 13 e 17 e 18 luglio.
Con la comunità di non danzatori del “Vangelo secondo Matteo” si chiuderà il lungo programma di questa nona edizione; solamente un paio di settimane di pausa e poi l’arte tornerà nuovamente di scena a Venezia, questa volta con la Biennale College di Àlex Rigola. E l’estate veneziana nuovamente sembrerà non finire mai…