Fra la scena e la pagina, il Caino di Mariangela Gualtieri

Bestia di gioia|Mariangela Gualtieri|Caino - Mariangela Gualtieri
||
Mariangela Gualtieri
Mariangela Gualtieri
Già pubblicato in occasione del debutto dell’omonimo spettacolo di Teatro Valdoca, “Caino” è un testo intimamente connesso alla prassi della scena, in costante equilibrio, cioè, fra lavoro teatrale e produzione letteraria in senso stretto.

Mariangela Gualtieri, autrice del volume e poetessa che da sempre rappresenta l’anima letteraria degli spettacoli di Teatro Valdoca, ha presentato questo libro (edito da Einaudi) nel corso di un incontro con il pubblico bolognese – curato da Altrevelocità – che è diventato l’occasione per riflettere sul rapporto fra libro e scena, vale a dire fra le parole contenute nel “Caino” ‘in forma di libro’ (secondo la nota formula di Taviani) e quelle ‘oggettivate’ attraverso gli attori protagonisti dello spettacolo che in esse trova la propria matrice letteraria.

Il lavoro di scrittura su una figura come quella di Caino, così antica e per certi versi archetipica, ha spinto Mariangela Gualtieri a intraprendere un lungo (e forse non ancora concluso) percorso intorno al tema del “male” e delle sue implicazioni con la natura profonda dell’esistenza umana: “Caino è in realtà una figura molto meno studiata e indagata di quanto mi aspettassi – ci racconta l’autrice – Per questo motivo ho vissuto una certa solitudine nella mia ricerca sull’argomento. Caino è senz’altro una figura che veicola il tema del male ma, al tempo stesso, può parlarci di qualcosa che ci riguarda molto da vicino. Il fatto cha Caino fondi la prima città della storia subito dopo l’uccisione del fratello mi ha fatto pensare che ogni gesto attivo che l’uomo può compiere abbia una radice violenta. Non soltanto. La fondazione della città avviene in un momento in cui l’uomo sta scoprendo la tecnologia, quando cioè impara a fondere i metalli; questo mi ricollega fortemente al presente, a un momento in cui iniziamo paradossalmente a nutrire una certa sfiducia sulla tecnologia e sul punto a cui è giunta”.

Non solo simbolo del male, dunque, Caino è anche una figura attiva, che opera nella realtà e si fa emblema di un certo modo di rapportarsi al mondo ma, soprattutto, alla terra: “Forse Caino ritiene che la terra sia sua e che possa farne ciò che vuole. Si rapporta alla terra per possederla, non per amarla. Alla fine, però, Dio riesce in un certo modo a perdonare questa sua natura “fattiva”, seppur così legata alla violenza, per il semplice fatto che Caino è un uomo e, come tale, non può non agire”.

“Caino”, tuttavia, rimane un testo pensato e, in qualche misura, composto in stretta interdipendenza con il lavoro che la compagnia, diretta da Cesare Ronconi, ha condotto in vista di una sua realizzazione scenica. E’ quindi alla pratica del teatro che sono dedicate molte delle parole di Mariangela Gualtieri nel corso dell’incontro, la quale, di conseguenza, si trova a riflettere sul ruolo fondamentale esercitato dagli attori e, chiaramente, dal regista rispetto alla propria attività letteraria. Proprio a proposito di Ronconi ci dice come per lei “l’ispirazione viene dal lavoro registico. Cesare Ronconi cerca spesso di allontanarmi dalla ‘polvere della pagina’ per andare a cercare altre fonti e altri stimoli”.

Dopo aver recitato alcuni brani tratti dal libro, soprattutto quelli che sono stati esclusi dal testo dello spettacolo, Mariangela Gualtieri arriva a parlare del potere della voce, veicolo ultimo e potente che consente alle sue parole di prendere vita scenica: “La mia voce di attrice è una voce ‘denudata’ che rinuncia alle maschere e si dà nella sua profondità. Rapportarsi con la parola poetica, però, è molto complesso perché l’attore, in fondo, è strutturato ‘al contrario’ rispetto al verso: il suo compito è quello di conferire una grossa gittata alla voce, mentre il verso poetico basta a sé stesso, arriva quasi a far sparire la voce recitante”.
Ne emerge la testimonianza di un’artista che pensa alla poesia e al teatro come due possibilità di esistenza diverse ma inevitabilmente interconnesse, ed è forse muovendosi negli interstizi fra mondi poetici differenti che si può riuscire a “far parlare di nuovo la parola”.

E dopo le due repliche bolognesi di “Caino” stasera, sempre a Bologna, la Gualtieri presenta, nell’ambito della rassegna La Soffitta 2012, “Bestia di gioia”, performance poetica intitolata come la sua raccolta di versi. Seguirà un incontro con Mariangela Gualtieri e Cesare Ronconi coordinato da Piersandra Di Matteo.
“Bestia di gioia” è una raccolta di versi pubblicata nella Collana Bianca di Einaudi, ma è anche il titolo che incornicia la tessitura di un rito sonoro in cui la parola poetica, ricondotta al suo corpo vocale, diventa pura gioia dell’emanazione e antidoto rituale a ogni pressione dell’oscuro.

Caino - Mariangela Gualtieri

Caino
di Gualtieri Mariangela
10 euro (sconto Ibs 15% € 8,50)
2011
103 p., brossura, 10 ed.
Editore Einaudi 

 

 

Bestia di gioiaBestia di gioia
di Gualtieri Mariangela
€ 12 (sconto Ibs 15% € 10,20)
2010
137 p., brossura
Editore Einaudi 

 

0 replies on “Fra la scena e la pagina, il Caino di Mariangela Gualtieri”
Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *