Concert à la carte. Le ossessioni maniacali nella casa-cellophane di Kroetz

Concert à la carte
Concert à la carte
Concert à la carte (photo: Stanley Woodward)

“Concert à la carte”, in italiano “Musica a richiesta”, è un testo scritto nel 1972 da Franz Xaver Kroetz, drammaturgo e scrittore tedesco. Kroetz si è sempre interessato, con il suo teatro, di denunciare la condizione della classe operaia e le conseguenze sugli uomini di una vita nella quale la macchina del denaro ha sostituito i valori spirituali e morali. Scandagliarne gli effetti è stato il suo impegno drammaturgico.

“Concert à la carte” non fa eccezione. Lo spettacolo, in scena fino a sabato alla Comédie di Ginevra, rappresenta bene la poetica di Kroetz e i binomi parola-silenzio, ordine-disordine. Il dramma dell’incomunicabilità e dell’assenza di affettività opprime l’unico personaggio in scena, Vanessa Larré, attrice svizzera e in questo caso anche regista. Un personaggio, quello della signorina Rasch, che ha il potere di schiacciare le emozioni dello spettatore, seduto al lato della scena: uno spazio stretto e rettangolare perfetto per la rappresentazione. Da dentro la casa, il pubblico guarda la vita della protagonista e la sua ‘normale’ quotidianità.

La signorina Rasch, nel testo una impiegata in una fabbrica di articoli di carta, rientra a casa dopo aver trascorso la giornata al lavoro. È un giorno qualsiasi, nel quale ogni gesto, ogni movimento sono le stesse insignificanti azioni di ogni giorno. La signorina Rasch ordina la casa, cena, guarda la televisione, fuma una sigaretta e si prepara per la notte. Ogni movimento però è maniacale, nevrotico, ossessivo.

Con il corpo la donna esprime il vuoto che c’è attorno a lei, così vittima del consumismo: il frigo stracolmo di ogni inutilità, la raccolta a punti, i cibi confezionati che sanno di plastica. Una vita cellofanata, senza profumi e affettività. È in questa solitudine, all’interno di una comunissima casa moderna, che si consuma il dramma.

L’artista svizzera Vanessa Larré, col solo linguaggio del corpo, interpreta con efficacia questa banalissima esistenza appesa al filo del non-sense. Le scenografie tratteggiano felicemente questa casa-confezione, che non può che soffocare ogni cosa. Cosa appunto.

Anche il finale è coerente con la poetica dell’autore, così che ogni gesto, anche quello più tragico, è espresso come una semplice variante della vita che scaturisce dal nulla. Lo spettatore, tuttavia, percepisce più volte una barriera tra sé e la scena, così da non immedesimarsi del tutto con la storia. Una distanza che, forse, tra la stessa signorina Rasch e il pubblico non c’è.

Concert à la carte
di: Franz Xaver Kroetz
messa in scena e interpretazione: Vanessa Larré
traduzione: Ruth Henry, Robert Valançay
coreografie: Véronique Ros de la Grange
scenografie video e costumi: Chantal de la Coste
creazioni sonore: Emmanuel Soland
luci e regia generale: Stan Bruno Valette
durata: 1h 15’
applausi del pubblico: 2’

Visto a Ginevra, Théâtre de la Comédie, il 14 dicembre 2010

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