Danae 2019, la vocazione nomade delle Moire. Il programma

Spesso le immagini raccontano più delle parole. La grafica realizzata da Marco Smacchia come copertina della XXI edizione di Danae Festival, in programma a Milano dall’11 ottobre al 20 novembre, è un’intersezione metafisica di minerali.
Al centro, una pietra scura nella penombra, che un triangolo di luce rivela essere una pepita d’oro. Una pepita che sembra un meteorite. Subito dietro, un’agata levigata, ovale dall’aspetto caleidoscopico. Uno sfondo acquatico. Una compresenza di materiali fluidi e compatti, poveri e ricchi. La bellezza è il mistero che si cela dentro un corpo opaco come un geode.

Danae, il festival realizzato dal Teatro delle Moire, cerca da sempre vie inconsuete e raffinate per condividere l’arte come epifania.
L’ambientazione cittadina e il periodo autunnale, che la ricorrenza del 1° novembre divide in due fasi simmetriche, spesso distraggono gli addetti ai lavori dalla qualità di un evento che nulla ha da invidiare alle rassegne estive più rinomate.
Danae è una kermesse di danza, teatro, performance, suono, cinema, seminari e tavole rotonde. I direttori artistici Alessandra De Santis e Attilio Nicoli Cristiani sono sensibili ai giovani talenti, ma non trascurano il confronto intergenerazionale.
Altra peculiarità di Danae è la vocazione nomade, che rimpingua di anno in anno la mappa degli spazi. L’assessore alla Cultura di Milano Filippo Del Corno in conferenza stampa evidenzia non a caso la capacità delle Moire di «esplorare territori instabili e di abitare lo spazio urbano della città nella sua totalità, attivando collaborazioni virtuose con centri culturali come il Planetario e il Padiglione di Arte Contemporanea (PAC), coinvolti nella produzione di iniziative di rilievo».

Vocazione nomade significa sì valorizzare nuovi spazi urbani (ci sono anche il Cinema Beltrade, Zona K, lo Spazio Fattoria alla Fabbrica del Vapore, Fondazione Mudima, il Museo del Novecento e l’Abbazia di Chiaravalle) ma anche esplorare luoghi inconsueti della Milano periferica.
Ecco che Danae, a gran richiesta, ripropone “L’uomo che cammina” di Dom-, da venerdì 11 a domenica 20 ottobre. Chi non riuscisse a partecipare a questo cammino tra spiritualità, inchiesta e poesia al seguito dello scrittore Antonio Moresco, può farsene lo stesso un’idea al Cinema Beltrade, il 17 ottobre, grazie a un’opera video realizzata da Studio Azzurro a documentazione della performance di un anno fa.

L’inaugurazione ufficiale del festival avverrà sabato 12 ottobre al Planetario Ulrico Hoepli con il gruppo Phase Duo, l’artista visuale Cristina Crippi e il curatore scientifico Fabio Peri. Essi propongono in prima assoluta “Universal phase”, dialogo visionario tra musica, suoni e volta celeste.
Mercoledì 23 ottobre a Spazio Fattoria si esibisce Alessandra Cristiani, finalista Ubu 2018 come miglior performer. Il suo “Clorofilla” è paesaggio interiore, con il corpo stesso che si fa luogo e viaggi, per accostare le profondità della poesia di Marcello Sambati.
Giovedì 24 ottobre a Zona K assisteremo al bizzarro concerto di un ensemble di disegnatori ritmici attorno a un tavolo microfonato. Si tratta del Collettivo Matita con “Live session”. Protagonisti di un delirio ritmico dai risvolti onirici saranno pennarelli, matite e penne, accompagnati dalle note al pianoforte di Antonello Raggi.
Sabato 26 ottobre doppio appuntamento. Si inizia al PAC con “If, If, If, then” del coreografo, performer e videomaker Jacopo Jenna, per la prima volta a Danae. Tra street dance e danza contemporanea, sarà di scena il singolare attraversamento di codici espressivi di un artista “postmoderno”. Il biglietto d’ingresso dà accesso anche alla mostra neoconcettuale di Cesare Viel, in programma fino al 1° dicembre.
Il secondo appuntamento è a Zona K con Francesco Michele Laterza e Floor Robert. Il loro “Concerto” (in replica domenica 27 ottobre) è un’oscillazione tra musica, sogno e teatro, in una sovrapposizione camaleontica di immagini, voci e forze.
Marco D’Agostin, premio Ubu 2019 come miglior performer under 35, torna a Danae mercoledì 30 ottobre a Spazio Fattoria. Il suo “Avalanche” è un concentrato di parole e suoni per esorcizzare l’alba di un nuovo mondo depauperato. A margine dello spettacolo, la riflessione con Alessandro Pontremoli, ordinario di Discipline dello Spettacolo all’Università di Torino, autore nel 2018 del volume “La danza 2.0” (Laterza).

Sabato 2 e domenica 3 novembre altro ritorno, quello di Filippo Michelangelo Ceredi con “Eve#1”. Dopo il successo di “Between me and P”, presentato per la prima volta a Danae tre anni fa, il nuovo lavoro riflette sulla sovrabbondanza di stimoli visivi, a volte tragici, che accompagnano la nostra epoca.
Tra i luoghi di Danae è immancabile il Teatro Out Off. La sala di via Mac Mahon ospiterà domenica 3 novembre Gruppo Nanou in “We want Miles in a silent way”. L’irrituale assonanza di corpi, luci e colori è un omaggio a Miles Davis, mito immarcescibile del jazz.
Mercoledì 6 novembre la svizzera Yasmine Hugonnet sarà protagonista con “Chro no lo gi cal” di un dissolvente lavoro di performance. Le parti più arcane del corpo dialogheranno tra loro e con il tempo, con il ricorso anche alla tecnica della ventriloquia. Dopo lo spettacolo, incontro con Piersandra di Matteo, teorica di teatro contemporaneo.
Le morbide scudisciate sonore di Mariangela Gualtieri, accompagnata al pianoforte da Stefano Battaglia, saranno invece protagoniste di “Porpora”, nel weekend del 9 e 10 novembre. Questo nuovo rito sonoro “per cielo e terra” prodotto da Teatro Valdoca, con la regia di Cesare Ronconi, è una colorata meditazione di versi, note e silenzi.
Sempre sabato 9 novembre a DiDstudio (Fabbrica del Vapore) ecco “Laterale”: quattro artisti di primo piano della scena contemporanea italiana, Alessandro Bedosti, Cinzia Delorenzi, Francesca Proia e Silvia Rampelli, presentano spunti e pensieri sulla propria arte. A dialogare con loro Attilio Scarpellini, critico letterario e teatrale.

Chiusura del festival mercoledì 20 novembre alla Fondazione Mudima, con la performance di danza butoh del maestro giapponese Masaki Iwana. Lo stesso Iwana condurrà un workshop sulla propria tecnica da venerdì 15 a martedì 19 novembre. Farà seguito all’analogo workshop di Massimiliano Civica, in programma dal 9 al 13 ottobre. Entrambi i seminari si terranno a LachesiLAB, quartier generale delle Moire a pochi passi da piazzale Loreto.

0 replies on “Danae 2019, la vocazione nomade delle Moire. Il programma”
Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *