Digitalife: attorno alla creatività digitale. A Roma fino al 16 dicembre

Carlo Infante durante Digitalife|Digitalife 2012|Digitalife 2012
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Digitalife 2012
Digitalife 2012 al Macro (photo: Simone Pacini)
Anche per questa edizione si è concluso Romaeuropa festival, lasciandoci i ricordi di spettacoli memorabili e anche di quelli meno riusciti. Da tre anni, grazie all’appoggio di Telecom Italia, la fine del festival coincide con l’allestimento di Digitalife (il sottotitolo quest’anno è “Human Connections”, ancora fino al 16 dicembre), una esposizione di opere d’arte e installazioni riferite alla creatività digitale.

Per l’edizione 2012 i luoghi sono triplicati, e a ospitare l’evento sono tre gioielli di architettura post-industriale tra Ostiense e Trastevere: l’Ex Gil (affascinante e imponente struttura capolavoro del razionalismo romano), il Macro Testaccio (all’interno dell’ex Mattatoio di Roma) e l’Opificio Telecom Italia (sede di Romaeuropa).

Il primo luogo, sviluppato su più piani sfasati, ospita le opere più installative ed interattive, dove le nuove tecnologie si mettono al servizio dell’arte. Tra i lavori più interessanti c’è “Naturalis Historia”, avvolgente proiezione 3d su alberi a cura di Apparati effimeri.
La visione alla giusta distanza dei giochi video (con l’ausilio di suoni in cuffia) crea un piacevole spaesamento.
“Cinema rianimato” di Daniele Puppi è una proiezione che, interpretando lo spazio in cui si trova, declina una pellicola cinematografica in un contesto dove l’accuratezza dell’immagine (sfalsata perché proiettata su una parete non lineare) e del suono inseriscono lo spettatore in un’esperienza “percettiva”.
Di stampo ludico-politico invece le installazioni “Audience” di Francesca Montinaro e “La perversione del dittatore #2.0” di Overlab Project: lo spettatore, attraverso semplici azioni, mette in gioco immagini differenti e soprattutto è invitato, con una buona dose di ironia, a una riflessione critica.

Digitalife 2012
Cinema rianimato di Daniele Puppi (photo: Simone Pacini)
Spostandoci nelle sale del Macro Testaccio, anche l’offerta di Digitalife si sposta, andando verso la fotografia e il video, con una naturale attenzione alla danza e al teatro visto a Romaeuropa negli anni (Fabre, Kentridge e non solo). Confini labili per una definizione nuova di arte contemporanea. Subito ad attenderci una delle cose più interessanti dell’intera rassegna: sul muro accanto alla biglietteria campeggia una mappa che riassume la “storia dell’arte digitale”. Questo “murales” in forma di timeline è un modo per creare informazione in modo divertente e soprattutto giustifica quello che vedremo: una carrellata di video che, a differenza delle installazioni dell’Ex Gil, tutte recentissime, ripercorrono quarant’anni di “vita digitale”, dagli anni Settanta di Vito Acconci e Nam June Paik fino ai giorni nostri.
Mentre alcune visioni appaiono ormai un po’ datate e vanno viste nel loro contesto storico (i due già citati più Marina Abramovic), le opere più interessanti sono sguardi sulla danza: “Until the end” dei Masbedo filma da vicino i piedi feriti e sgraziati di una danzatrice, facendoci rifletter su quanti sacrifici siano necessari per donare la bellezza della danza. Sulla stessa linea “The Rite of Spring” di Katarzyna Kozyra: sette schermi con altrettanti video tra cui passeggiare e riflettere sulla perfezione del corpo, guardando movimenti poco aggraziati di anziani nudi, sulle note della Sagra della Primavera.

Per quanto riguarda l’ambito video-fotografico non prettamente teatrale, i lavori più interessanti sono “I’m bare… dedicated to my computer” di Ciriaca+Erre: la ripresa di un pianto con una web cam, ossia la condivisione di uno dei gesti più umani ed emozionanti attraverso la freddezza della macchina/computer. Una immagine potente che ci impone una riflessione sul rapporto tra uomo e tecnologia.
Di un certo interesse estetico “Bruegel Suite” di Lech Majewski: una serie di immagini pixelate di un celebre dipinto di un maestro fiammingo.

Carlo Infante durante Digitalife
Carlo Infante durante l’incontro organizzato a Digitalife (photo: Simone Pacini)
L’Opificio Telecom Italia ospita infine le proiezioni e gli incontri sull’innovazione. Tra questi “Neuroni specchio, performing media e societing – Il sistema dello spettacolo come “palestra” per sperimentare società” a cura di Carlo Infante con Alex Giordano.
Oggi, 4 dicembre alle ore 18, l’ultimo incontro: “Ricercare il futuro. Dove la creatività incontra l’accademia”. Pietro Babina presenta Gopano, con Eyesee 360°, Garr presenta Lola e Teatro San Carlo presenta Memus.
Per gli appassionati del genere.
 
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