
Per l’edizione 2012 i luoghi sono triplicati, e a ospitare l’evento sono tre gioielli di architettura post-industriale tra Ostiense e Trastevere: l’Ex Gil (affascinante e imponente struttura capolavoro del razionalismo romano), il Macro Testaccio (all’interno dell’ex Mattatoio di Roma) e l’Opificio Telecom Italia (sede di Romaeuropa).
Il primo luogo, sviluppato su più piani sfasati, ospita le opere più installative ed interattive, dove le nuove tecnologie si mettono al servizio dell’arte. Tra i lavori più interessanti c’è “Naturalis Historia”, avvolgente proiezione 3d su alberi a cura di Apparati effimeri.
La visione alla giusta distanza dei giochi video (con l’ausilio di suoni in cuffia) crea un piacevole spaesamento.
“Cinema rianimato” di Daniele Puppi è una proiezione che, interpretando lo spazio in cui si trova, declina una pellicola cinematografica in un contesto dove l’accuratezza dell’immagine (sfalsata perché proiettata su una parete non lineare) e del suono inseriscono lo spettatore in un’esperienza “percettiva”.
Di stampo ludico-politico invece le installazioni “Audience” di Francesca Montinaro e “La perversione del dittatore #2.0” di Overlab Project: lo spettatore, attraverso semplici azioni, mette in gioco immagini differenti e soprattutto è invitato, con una buona dose di ironia, a una riflessione critica.
Mentre alcune visioni appaiono ormai un po’ datate e vanno viste nel loro contesto storico (i due già citati più Marina Abramovic), le opere più interessanti sono sguardi sulla danza: “Until the end” dei Masbedo filma da vicino i piedi feriti e sgraziati di una danzatrice, facendoci rifletter su quanti sacrifici siano necessari per donare la bellezza della danza. Sulla stessa linea “The Rite of Spring” di Katarzyna Kozyra: sette schermi con altrettanti video tra cui passeggiare e riflettere sulla perfezione del corpo, guardando movimenti poco aggraziati di anziani nudi, sulle note della Sagra della Primavera.
Per quanto riguarda l’ambito video-fotografico non prettamente teatrale, i lavori più interessanti sono “I’m bare… dedicated to my computer” di Ciriaca+Erre: la ripresa di un pianto con una web cam, ossia la condivisione di uno dei gesti più umani ed emozionanti attraverso la freddezza della macchina/computer. Una immagine potente che ci impone una riflessione sul rapporto tra uomo e tecnologia.
Di un certo interesse estetico “Bruegel Suite” di Lech Majewski: una serie di immagini pixelate di un celebre dipinto di un maestro fiammingo.
Oggi, 4 dicembre alle ore 18, l’ultimo incontro: “Ricercare il futuro. Dove la creatività incontra l’accademia”. Pietro Babina presenta Gopano, con Eyesee 360°, Garr presenta Lola e Teatro San Carlo presenta Memus.
Per gli appassionati del genere.