“Alloggiando Art Fest porta con sé spirito di accoglienza e benessere, mettendo la creazione coreografica al centro del suo interesse. Volevamo un festival in cui la “gente ballasse” sia nello spazio scenico ma anche come spettatore, stimolando una fruizione interessata, attiva e curiosa. Ci siamo riusciti!”. Queste le parole di Giosy Sanpaolo, direttrice artistica di Hunt_CDC, la compagnia organizzatrice del festival realizzato in collaborazione con l’amministrazione comunale di Montecosaro. Parole che hanno accompagnato la chiusura del festival di danza che, per un mese, ha animato il piccolo borgo marchigiano e il suo teatro ottocentesco.
“È solo grazie al loro impegno e talento che Alloggiando è diventato una bellissima realtà – ha proseguito Alice Romagnoli in rappresentanza del Comune – I diversi eventi che si sono susseguiti nel corso di questo mese hanno dimostrato che nei piccoli teatri può ancora esserci tanta vita e che, nonostante il difficile periodo, il nostro è ancora un territorio culturalmente e artisticamente attivo. Ecco perché, oggi più che mai, è necessario supportare il più possibile realtà come questa”.
Palchetti e sedie – perché il Teatro delle Logge non ha poltrone, ma sontuose sedie ricoperte di velluto rosso – finalmente pieni di persone, non più distanziate, hanno partecipato alla serata conclusiva, che ha visto la presentazione del primo studio di “Hikikomori (un solo per 4)”, coreografie di Leonardo Carletti e Hunt_CDC, con i danzatori Giorgia Perugini, Elisa Ricagni e gli stessi Carletti e Sanpaolo, per questa nuova produzione di Hunt_CDC.
Il pezzo vuole indagare i processi emotivi e psicologici dell’isolamento sociale, il disagio e il dissenso in risposta a una società sempre più competitiva, conformista e pressante. Un primo studio che convince per la coerenza, con una bella gestualità ripresa dal linguaggio dei segni unito alla modalità cinese di indicare i numeri. Lo studio dovrà poi trovare approfondimenti e aggiustamenti, ma dimostra di avere una chiara strada di lavoro.
Diversa la percezione del primo pezzo presentato dalla stessa compagnia il 18 settembre, “If not now, never”, per la coreografia di Loris Petrillo, stessi danzatori a cui si è aggiunta Camilla Perugini. Dedicato all’Infinito di Leopardi nel bicentenario della sua composizione, il brano, al netto della bravura, pulizia e presenza scenica degli interpreti, e di un bell’uso dello spazio scenico, risente di una certa debolezza drammaturgica, con invenzioni anche buone ma poco collegabili fra loro.
Il festival è stato però anche molto altro. Un programma articolato ha coniugato momenti performativi a incontri di approfondimento, ampliando così lo sguardo sulla danza e fornendo diversi spunti di interesse. A partire dalla presentazione del podcast “Scissure”, un progetto di Hexperimenta a cura di Rosella Simonari e di chi scrive: l’intento è quello di osservare il mondo e le sue circonvoluzioni con gli occhi della danza in un formato innovativo, leggero (ogni puntata dura 5 minuti), adatto ad un pubblico di amatori così come di esperti, grazie all’ampia bibliografia che lo completa.
Un altro pomeriggio è stato dedicato alla presentazione del libro “La danza è possibile”, uno studio completo sulla distribuzione e la promozione della danza in Italia voluto dall’Adep – Agis e commissionato subito prima della pandemia. Alla presenza del curatore Pier Paolo Pascali e di Raimondo Arcolai, presidente Adep, si è parlato dei dati che la ricerca ha fornito e della realtà che ha disegnato, con le sue luci e le sue ombre, e del futuro che si potrebbe delineare in una ripresa ancora zoppicante.
La presenza dell’assessore alla cultura di Montecosaro, Marco Cingolani, e di un folto pubblico di operatori e artisti marchigiani ha arricchito il dibattito, facendo capire come gli organismi di promozione e di distribuzione della danza debbano fare un “ulteriore sforzo per uscire da una propria autoreferenzialità per aprirsi all’intera filiera culturale, economica e sociale del territorio in cui operano”, in maniera tale che la cultura, intesa nel suo senso più ampio, possa diventare la strada che coniuga sviluppo e sostenibilità.
Non è mancata la sezione dedicata alla video-danza curata da Simona Lisi e Guido Sarli, articolata in un workshop in cui imparare a coniugare danza e video-making, e in una serata in cui sono state proiettate le 10 opere finaliste dalla call ideata appositamente per il festival, tra le quali il pubblico ha decretato il lavoro vincitore, “C’est à toi” di Antonella Pellegrini. Simona Lisi e Guido Sarli hanno poi spiegato agli spettatori la valenza della video-danza, le sue diverse articolazioni e la sua specificità rispetto ad altri prodotti video.
Un altro momento performativo è stato riservato alla presentazione delle tesi di laurea, riallestite per il festival in modalità site specific, di Nicholas Baffoni e Camilla Perugini, due giovani danzatori di Montecosaro laureatisi in luglio presso l’Accademia nazionale di Danza di Roma e tornati nel loro paese d’origine per l’occasione, ma già pronti a volare altrove. Bravi, precisi e puliti, coerenti nel riallestimento, con grande carica emotiva e passionale, hanno pienamente meritato gli applausi del pubblico, nonostante un vento freddo che sollevava vesti e capelli.
Alla sua prima edizione, Alloggiando si è presentato come un festival pienamente riuscito, dimostrazione di come possa essere fruttuosa la sinergia all’interno di un territorio, che in questo modo ha espresso appieno le proprie potenzialità. L’amministrazione comunale di Montecosaro ha creduto in questa possibilità dando tutto l’appoggio necessario alla compagnia Hunt cdc, che con umiltà e grande disponibilità si è dedicata alla creazione e all’organizzazione di questa piccola ma preziosa esperienza, che speriamo si possa replicare e ampliare negli anni futuri.