In scena al Teatro Menotti di Milano fino al 13 novembre. Nel cast Maddalena Crippa e Alessandro Averone
Il teatro è un approfondimento della vita reale, la sua simbolizzazione. Non è la sua esasperazione, tantomeno la sua mistificazione.
“Il compleanno” di Harold Pinter, in scena al Menotti di Milano fino al 13 novembre con la regia di Peter Stein, è uno spettacolo che colpisce per la naturalezza con cui sdogana l’assurdo che permea le nostre vite borghesi.
Stein, uno degli artisti più accreditati della scena europea del Novecento, celebre soprattutto negli anni Settanta per la scelta di testi scomodi e di ambientazioni non convenzionali, stavolta si misura con Pinter. Ma “Il compleanno” va oltre l’assurdo, ed esemplifica più di altri lavori del drammaturgo londinese il tema della minaccia che ne contrassegna la poetica.
L’ottuagenario Peter Stein sceglie di preservare il testo originale (tradotto da Alessandra Serra), rappresentato la prima volta nel 1958, e dunque ascrivibile alla produzione giovanile di Pinter.
Al centro della pièce, una coppia di sessantenni, Meg (Maddalena Crippa) e Petey (Fernando Maraghini), che gestiscono una pensione vicino al mare. A pigione c’è un solo ospite, Stanley (Alessandro Averone), pianista in disarmo in fuga da qualcosa di indefinito. La casa-pensione è frequentata episodicamente da Lulu (Emilia Scatigno), giovane amica di Meg. Pare che Lulu sia l’unica persona capace di strappare Stanley all’isolamento e alle sue elucubrazioni alienanti. Chissà: forse c’è del tenero tra di loro.
Intanto si prepara l’arrivo nella pensione di due signori distinti nella forma, ambigui (e viscidi?) nella sostanza. Sono Goldberg (Gianluigi Fogacci), uomo maturo dall’aspetto elegante e gioviale, e Mc Cann (Alessandro Sampaoli) giovane riottoso e servile. L’arrivo di questi uomini in giacca e cravatta scompagina gli equilibri della vicenda. Che deflagra quando cala il buio, durante i festeggiamenti per il compleanno di Stanley.
Per questa commedia che osserva le unità aristoteliche di tempo, luogo e azione, Stein sceglie un’ambientazione classica. Il tavolo, le sedie, gli oggetti, rimandano a un interno domestico tanto sobrio quanto convenzionale.
“Il compleanno” ha in nuce gli ingredienti che permeano la poetica di Pinter: un luogo labirinto, in apparenza calmo, turbato da insidie imponderabili. Dietro la normalità si annida l’inquietudine. Affiorano e si sovrappongono il bisogno di prevaricare e la sensazione perenne di essere sotto assedio. Ognuno pare disposto a sacrificare i valori etici per ottenere vantaggi indefiniti o effimeri.
La pièce è una trama di macchinazioni, non si sa bene se immaginarie, millantate o reali. Se Meg e Petey “se la raccontano”, nel rituale quotidiano della colazione sempre la stessa e sempre ottima, nell’apprezzamento del meteo che non è mai cattivo anche quando è cattivo, e il giornale riporta solo buone notizie, Stanley è l’unico che pare ribellarsi all’ipocrisia che lo circonda, in cerca di un’autenticità di fatto inattingibile. Egli compare in scena affetto da presbiopia, trasandato e in pigiama, circospetto, pavido nei confronti di tutto e di tutti. Stanley è una massa di contraddizioni. Trova immangiabile la colazione, eppure continua a richiederla. È anarchico, collerico, aggressivo. Fa di tutto per non lasciarsi ammorbidire o circuire. È meschino, ma pare ripudiare la dissimulazione, che pure conosce.
Sulla scena riemerge il passato, tanto più angosciante quanto meno si è capaci di razionalizzarlo. Il quotidiano irrompe con fragore. Le ombre diventano incubi. Si ride (facendo ridere) mentre si precipita.
Ironia dell’alienazione. Ipostasi della manipolazione. Situazioni kafkiane. Il sogno della normalità genera mostri. Il male si annida dentro un sorriso, dietro uno sguardo benevolo. Ci si ferisce a colpi di chiacchiere e banalità.
Se ci limitassimo a leggere il testo, non ci troveremmo forse nulla di speciale. Forse ci stancheremmo dopo poche pagine, e una qualche noia s’insinuerebbe nei nostri pensieri. Pinter, per essere capito, ha bisogno del teatro. E il teatro necessita di una regia che, come un chiavistello, ne apra le stanze nascoste. La forza di questa messinscena sta nell’alchimia tra attori e regista che, nell’incontro con il testo e i personaggi, mette in cortocircuito ipocrisie, ipocondrie e ambiguità.
I ribaltamenti sono continui. Si oscilla fra ostilità e tenerezza. Ci si avvicina per addomesticarsi, ma gli abboccamenti diventano occasioni di nuove sfide e conflitti. La confidenza genera diffidenza.
È il trionfo delle illusioni e delle elusioni. È di scena l’imprevisto. Nessuno è integro. La verità è più impalpabile dell’aria. In questo carnage salottiero, i lupi sono travestiti da agnelli. Le accentuazioni comiche sono pretesti per esorcizzare la tragedia.
Cos’altro dire di quest’aberrazione teatrale ben congegnata e recitata? Forse ci sarebbe da aprire una finestra sulle contiguità tra Pinter e gli incubi della nostra epoca: dalla guerra all’intimidazione atomica, dalla pandemia alla crisi energetica, dai cambiamenti climatici ai sovranismi postelettorali, per i quali un raduno di 50 persone è represso alla stregua di una minaccia globale.
E poi c’è quel filo nascosto, sottilissimo, che lega Pinter, nato a Londra nell’ottobre 1930, e Stein, nato a Berlino nell’ottobre 1937. Harold aveva dieci anni quando la sua città fu bombardata dalla Luftwaffe per ordine di Hitler: i morti furono oltre 20mila. Peter ne aveva sei quando la capitale del Terzo Reich fu rasa al suolo dalle bombe angloamericane: i morti furono 4mila, i senzatetto 450mila. Vittime della stessa follia stragista assetata di potere, quei due bimbi si ritrovano ora – spiritualmente – sullo stesso palcoscenico.
Lo spettacolo, dopo Milano, sarà poi in tournée a Russi, Fano, Cagliari e Napoli. Farà tappa anche a Trieste, Venezia, Bologna, Roma, Torino e Genova.
IL COMPLEANNO
(The Birthday Party)
Produzione Tieffe Teatro Milano/TSV-Teatro Nazionale/Viola Produzioni srl
Di Harold Pinter
Traduzione di Alessandra Serra
Regia di Peter Stein
Assistente alla regia Carlo Bellamio
Scene Ferdinand Woegerbauer
Costumi Anna Maria Heinreich
Luci Andrea Violato
Assistente alla produzione Cecilia Negro
Con:
MEG Maddalena Crippa
STANLEY Alessandro Averone
GOLDBERG Gianluigi Fogacci
PETEY Fernando Maraghini
MC CANN Alessandro Sampaoli
LULU Emilia Scatigno
Progetto sostenuto da Next – Laboratorio delle Idee edizione 2022
durata: 100’ (I e II atto – 15’ intervallo – 30’ III atto)
applausi del pubblico: 3’
Visto a Milano, Teatro Menotti Filippo Perego, il 1° novembre 2022