Il Giardino delle Esperidi 23, tutti i suoni e le luci della natura

WonderBoom di Stefano Cenci
WonderBoom di Stefano Cenci

Michele Losi presenta la XIX edizione del festival di Campsirago, in programma tra il 23 giugno e il 2 luglio nei luoghi cari a Manzoni

Solstizio che vai, Giardino delle Esperidi che trovi. Anche in questo 2023 l’inizio del festival diretto da Michele Losi coincide con il primo weekend d’estate. Dal 23 giugno al 2 luglio, una kermesse di teatro, musica, danza e poesia animerà sentieri e borghi del monte di Brianza: i comuni di Olgiate Molgora e Olginate, di Valgreghentino e della Valletta, di Sirtori ed Ello.
Il sostegno al festival arriva dal partenariato speciale di Campsirago Residenza e del Comune di Colle Brianza. Sono coinvolti anche MiC, Regione Lombardia e Unione Europea, con NextGeneration EU. Ci sarà il contributo di Fondazione Cariplo e il patrocinio della Provincia di Lecco.
Perché non manchi nulla alla festa, ecco la sorpresa che non ti aspetti: gli infiniti playoff di serie C, e il ritorno del Lecco in serie B dopo mezzo secolo. Il rito del teatro e quello del calcio, e Cenerentola diventa principessa.

Direttore Losi, ci presenti il festival?
Anche quest’anno ci addentreremo nel linguaggio della performance, affondando lo sguardo nella natura e nel paesaggio. Abbiamo prodotto spettacoli legati alle comunità. Inoltre proporremo lavori di prosa e drammaturgia contemporanea di valore comprovato.

Per esempio?
“Aldo Morto” di Frosini/Timpano a Olginate, il 24 giugno; “Il fanciullino”, drammaturgia di Renata Ciaravino, coprodotto da noi con Dionisi, in programma a Mondonico il 28 giugno; “WonderBoom” di Stefano Cenci, a Campsirago, il 30 giugno. Infine “Spezzato è il cuore della bellezza”, di Dammacco/Balivo, sempre a Campsirago, il 1 luglio.

Qual è il filo conduttore nel programma?
Quello del suono, delle luci e delle ombre. La convivenza tra uomo e natura. Al tramonto del 1° luglio e all’alba del 2 luglio, nel paesaggio delle Piramidi di Montevecchia, il regista olandese Sjoerd Wagenaar ci guiderà nella performance site-specific “Sun Followers”, ispirata a Giordano Bruno e al cammino del sole. Ci accompagneranno danzatori, musicisti e attori.

Il binomio teatro-natura è ormai il marchio di fabbrica di Campsirago.
Ma lo troviamo anche in altri lavori: “La capra” di Bocchi/Scarocchia, in prima nazionale a Ello nel Bosco de La Fura, sempre con partenza all’alba e al tramonto, il 24 giugno; “Tutto passa tutto resta” di Gabriella Salvaterra, a Sirtori, Villa Besana; “Humana Foresta”, a Campsirago, coprodotto con Petra. Questi ultimi due lavori si replicheranno durante tutto l’ultimo weekend, da venerdì 30 giugno a domenica 2 luglio.

Quali sono invece le novità?
Avremo due crossing in spazi del tutto nuovi. Prima citavo le antiche Piramidi di Montevecchia, per una camminata performativa di tre ore, domenica 2 luglio dalle 7 del mattino. Invece all’antica chiesa di Perego, a La Valletta, ci sarà, sempre il 2 luglio, lo spettacolo “3 PIGS. Cosa è casa”, in replica dopo il debutto di sabato 24 giugno a Villa Sirtori, a Olginate.

Tra gli spazi nuovi c’è proprio il lungo lago di Olginate.
Qui, sabato 24 giugno, il collettivo Azioni Fuori Posto presenterà “Percorsi incrociati”, interazione di danza performativa tra persone, spazi e architetture, finalizzata all’orientamento.

E Valgreghentino?
È il luogo del debutto del festival. Il 23 giugno con “Cucine(s)” di Floriane Facchini, la piazza del paese diventerà un’enorme tavolata per 200 persone.

Abbiamo ricordato tutto?
Mancano all’appello alcuni nostri lavori di teatro immersivo nella natura: sono ormai diventati dei classici “Hansel e Gretel”, “Miloemaya”, “Amleto. Una questione personale”, e “Alberi maestri”, quest’ultimo nella versione accessibile alle persone con disabilità sensoriale. Segnalo infine “Gilgamesh” di Fossick Project, “Sig.ra Rossetta” di Is Mascareddas, e il concerto finale “Meglio stasera che domani o mai” di Camilla Barbarito.

Come procedono i lavori per restaurare Campsirago?
Durante il festival inaugureremo la corte nuova e il Jazz Café, che vedrà ospite Vittorio Ondedei.

Il rapporto con le istituzioni pare sempre più solido.
Tuttavia ci sono molti ritardi nei finanziamenti e nei pagamenti. Abbiamo anticipato di tasca nostra molte delle spese, dopo aver vinto dei bandi e pensando di contare su un supporto delle istituzioni che ci pareva scontato. Questi ritardi ci stanno mettendo in enorme difficoltà. Avevamo persino pensato di rinunciare al festival. Devo ringraziare lo staff. Infatti siamo indietro con il pagamento degli stipendi. Speriamo che i debiti delle pubbliche amministrazioni nei nostri confronti siano presto saldati.

Torniamo alle Esperidi. Qual è la bussola che suggerisci per scegliere gli eventi cui partecipare?
Mettersi in cammino. Senza fermarsi al singolo evento. Soprattutto nei weekend, sarà possibile immergersi nel festival, in una sorta di unico grande evento dilatato nell’intera giornata.

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