
E’ il Re dei Clown, come viene definito da tutti, uno che ha recitato davanti alla Regina d’Olanda, al cancelliere della Germania, a Salvador Dalì, Catherine Deneuve, Federico Fellini, Francis Ford Coppola e i Rolling Stones.
Arriva alla 18^ edizione del Festival Internazionale di Teatro di Lugano con “Classics”, selezione di parti del repertorio che, negli anni, sono divenute le preferite dall’artista e dal suo pubblico. Uno spettacolo fatto di canzoni, danza, magia, musica, commedia, rivista, cabaret e poesia. Pur con l’età che lo spinge ad una fisicità più limitata e a qualche tono messianico nel finale, quando invita il pubblico in piedi a cantare “All you need is love” dei Beatles, non possiamo non riconoscere la coerenza di un uomo che ha fatto dell’arte del clown uno stile di vita, una religione che porta il nome burlesco di Chiesa di Grin.
Ha portato i suoi spettacoli in posti assurdi, come il deserto del Sahara, la Ronald McDonald Comedy Awards, l’International Banking Conference della Svizzera, ma anche in una spiaggia per nudisti, nella Cattedrale di Notre Dame e in un bagno dell’hotel Majestic di Cannes (tanto per citarne alcuni). Magari Lugano aveva meno esotismo da offrire, senz’altro era un luogo più convenzionale, ma il Fit è comunque una bella occasione, grazie al pubblico e all’atmosfera speciale.
Ed eccolo qui: un personaggio che ha fatto delle sue convinzioni di vita sul come generare arte, la ragione stessa dell’essere in scena, di confrontarsi, di fare teatro.
Senza dimenticare che, anche durante un’intervista, abbiamo sempre a che fare con un clown!
davvero un personaggio unico, lo vidi a roma una decina di anni fa all’ambra jovinelli.. pazzesco!
comunque noi non ci rendiamo conto di che cazzo di intervista perfetta ha rilasciato questo! bravooooo e bravo renzo, come sempre
All’inizio dell’itw Jango dice: “Vuoi uno scoop? Ti do’ uno scoop. Ho una malattia terminale e mi restano un paio di anni da vivere. Questi sono i miei ultimi show.” Conosco Jango e non aveva proprio l’aria di chi scherza. Forse era il caso di segnalarlo nel titolo, nel testo, o altrove. Noo?
Caro Guido,
innanzitutto il nostro auspicio è che stesse scherzando, anche se non nego che il dubbio ci sia venuto. In ogni caso, sono trascorsi ormai due anni da questa intervista e non possiamo che augurare ancora lunga vita a Jango.