Giunto al suo terzo anno, il Napoli Teatro Festival Italia non si concentra solo nel mese di giugno, con lo svolgimento di spettacoli e manifestazioni; il lavoro organizzativo che si muove dietro la buona riuscita dell’evento comincia infatti un anno prima.
Le anticipazioni del festival 2010 provengono dai primi incontri che si stanno svolgendo a Napoli con alcuni dei più importanti protagonisti che vedremo in scena dal 4 al 27 giugno prossimi.
Il 24 novembre il direttore artistico e organizzativo Renato Quaglia, insieme al giornalista Mario Fortunato, hanno presentato al pubblico di giornalisti e appassionati il nuovo spettacolo del regista Peter Stein “I Demòni”, originariamente in programma per questa stagione dello Stabile di Torino ma non andato in scena per problemi di budget.
Il 27 novembre occhi puntati su Michel Didym, regista de “La tigre blue”, l’attore Tchéky Karyo, docente di Storia Contemporanea dell’Università Federico II di Napoli Paolo Macry e il giornalista Generoso Picone.
E’ stata poi la volta, il 1° dicembre, del regista Giancarlo Sepe, che ha presentato “Napoletango”, storia di una famiglia napoletana e dell’Italia dalla guerra ad oggi narrata attraverso il tango. Una sorta di “falso storico”, che accosta la cultura partenopea a quella argentina, come se la prima si avvalesse del contributo della seconda per poter riprendere forza.
Il 3 dicembre la storica libreria Guida di Napoli ha ospitato Ming Wong, artista singaporiano che ad ottobre ha ricevuto una menzione speciale alla Biennale Arti Visive di Venezia, e che a Napoli firmerà una videoinstallazione su “Teorema” di Pier Paolo Pasolini dal titolo “Devo partire. Domani”.
Benché il programma completo del festival verrà ufficialmente presentato a marzo e già si lavori per l’edizione 2011 (anno in cui si creerà una collaborazione tra Regione Campania e Regione Sicilia per un lavoro Napoli-Palermo), oltre ai nomi già citati sappiamo già alcuni titoli dei nuovi spettacoli per l’edizione 2010.
I temi proposti il prossimo giugno saranno molteplici: il futuro dei vinti, il Settecento napoletano nelle riletture della nuova musica newyorkese, ma anche il teatro inglese contemporaneo, che coinvolge lo spettatore in giochi di ruolo. E ancora calcio, tango, ma soprattutto un grande approfondimento sul concetto di tempo e di limite: alcuni spettacoli saranno infatti costruiti in maniera tale da avere una durata di più giorni, come ad esempio quello di Peter Stein, che oltre a cambiare l’accento ai “Demoni” di Dostoevskij in “Demòni” e ad aver avuto 900 pagine di romanzo da adattare, accoglierà il pubblico con 12 ore di spettacolo divise in quattro giorni, con intervalli, pause per il pranzo e per la cena. Uno spettacolo che, data la complessità, “sarà pronto solo il giorno prima del debutto”, e verrà studiato per trasformare il pubblico in una vera e propria comunità teatrale.
Stein, che in questo spettacolo dirige anche attori italiani, afferma che “gli italiani, a differenza degli altri attori europei, utilizzano la voce non solo per comunicare qualcosa ma per creare melodie e suoni”. Dal canto suo, per questo lavoro si è più ispirato al cinema, in cerca di una recitazione abbastanza internazionale, in cui le parole si carichino di significato. E se le prove si svolgono nella tenuta di San Pancrazio in cui non compare scenografia, il direttore Renato Quaglia preannuncia l’apertura di un nuovo sito nella città di Napoli, ancora top-secret, che verrà inaugurato proprio con questo spettacolo.
Per quanto riguarda i progetti promossi dal NTFI citiamo il teatro-novela di Rafael Spregelburd, drammaturgo argentino che realizzerà “Bizzarra”: venti puntate per una durata complessiva di circa 20 ore di rappresentazione che coinvolgeranno 35 attori, tra cui artisti napoletani e una “guest star” diversa ogni sera. Sarà poi la volta del terzo spettacolo della Compagnia Teatrale Europea, “Romeo e Giulietta”, diretta quest’anno dal giovanissimo regista inglese Alexander Zeldin, e coprodotto con il Théàtre de la Ville di Parigi, il National Theatre Studio di Londra e lo Stabile di Napoli. Ancora una volta un teatro multilinguista e multiculturale unirà artisti italiani, inglesi e cosiddetti nuovi europei (cittadini immigrati di seconda generazione), che divideranno il palco alla ricerca di un’espressività comune.
Atteso spettacolo di teatro-danza, prodotto della coproduzione tra Italia, Singapore, Bosnia Erzegovina e Belgio sarà “Football, football” del bosniaco Haris Pasovic. Il regista definisce il calcio “lo spettacolo più popolare della terra, sia che venga giocato per strada che in un grande stadio”, quasi fosse uno spettacolo dionisiaco per natura. La produzione di questa pièce vedrà la luce in concomitanza con i mondiali di calcio 2010, legando la natura cosmopolita di questo sport, nel suo linguaggio compreso in tutto il mondo, a quella del teatro, strizzando un occhio proprio al cartellone del festival napoletano.
“L’uomo che dava da bere alle farfalle” promuove invece il ritorno a Napoli della compagnia cilena Teatrocinema, esplorando proprio il confine tra le due arti. Il regista Juan Carlos Zagal presenterà il secondo capitolo della trilogia iniziata il primo anno di apertura del NTFI con lo spettacolo “Sin Sangre”.
Per quanto riguarda le coproduzioni, accanto a Stein e Gaudè, debutteranno anche “Les Adieux” di Arianna Giorgia Bonazzi. Dall’opera prima di questa autrice, pubblicata nel 2007 da Fandango, nasce uno spettacolo ambientato negli anni ’80, alla cui regia collaborano Benedetto Sicca, Marco Farace e il suo Insomnia Team. Lo scopo è utilizzare “un’idea di regia che non dia tempo agli oggetti della memoria di comparire in tutta la loro concretezza”: ecco allora che l’espediente cinematografico della visione 3D compare anche a teatro, con l’utilizzo di speciali occhialini per guardare immagini stereoscopiche.
“Cabaret-Hamlet” è poi il titolo, che sottolinea l’adattamento della tragedia shakespeariana, dello spettacolo del regista tedesco Matthias Langhoff. Memore del successo del giugno 2009 con “Working for paradise”, presenta quest’anno uno spettacolo-cabaret sull’Amleto. La versione Müller/Langhoff viene annunciata come più interessante di quella francese, poiché la traduzione letterale in tedesco pare più vicina a Shakespeare. La fusione diventa allora: testo originale inglese, regista tedesco e attori che recitano in francese. A rimandare la mente al cabaret ci penseranno le musiche, che ospiteranno melodie gitane.
Altri grandi nomi che corrono poi di labbra in labbra sono Muta Imago, Manlio Santanelli e la regista Serena Sinigaglia con la loro produzione teatro-televisiva, Antonio Skàrmeta, Rosella Postorino, Alessandro Gassman nelle vesti di regista, Ugo Riccarelli e Marco Baliani, Rodrigo Pardo, Zimmerman & De Perrot.
Non mancheranno le iniziative legate all’E45 Fringe festival, concorso per le produzioni emergenti e l’Eco festival.