Si è aperto il 28 giugno con “Water” del Gruppo E-motion su coreografia e regia di Francesca La Cava, la seconda edizione ufficiale dell’ E45 Napoli Fringe Festival.
La rassegna curata dall’associazione Interno5 affianca il cartellone ufficiale del Napoli Teatro Festival Italia con l’obiettivo di dare spazio e visibilità a progetti che si distinguono per l’attenzione ai nuovi linguaggi della scena. Sono 14 le compagnie presenti e i loro lavori saranno ospitati in diversi spazi della città partenopea (Galleria Toledo, Teatro Sannazaro e Ridotto del Mercadante) fino a oggi, 14 luglio.
Al termine del Fringe una commissione artistica sceglierà cinque compagnie alle quali verranno commissionati studi inediti da presentare in primavera all’interno della stagione dello Stabile. Il vincitore di questa ulteriore selezione avrà in premio la produzione per l’allestimento definitivo che debutterà ufficialmente nell’edizione 2012 del Festival.
Nei primi giorni di Fringe, oltre al già citato “Water”, erano in programma anche Sara Marasso/Il Cantiere con “Soluzione parziale a problema transitorio”, un assolo di danza che studia il movimento delle braccia come motore dell’azione fisica e la Compagnia I.B.I./Giovanna Velardi con “Alice’s room”, una riflessione sul potere e sull’immaginazione che trae ispirazione dal celebre romanzo di Carroll.
I senesi Motus, che quest’anno festeggiano il loro ventennale, hanno invece proposto “Rendez-vous”. Si tratta di uno spettacolo ironico, elegante e di estrema pulizia formale, che con il linguaggio del teatro-danza affronta il tema della quasi impossibile comunicazione ai tempi di internet. Le scene iniziali non sono di semplice lettura: si avverte una necessità da parte dei sei danzatori di aggregarsi quasi incastrando i propri corpi, cercando un equilibrio azzardato. L’apparizione di un nuovo soggetto (Simona Cieri, coreografa e regista con Rosanna Cieri) e soprattutto dell’oggetto (un laptop) che la donna porta con sé, chiarifica il percorso dinamico: i danzatori tornano ciascuno alla propria solitudine e alle proprie manie, il ticchettio dei tasti e la luce che si irradia dal computer fanno da controscena alle coreografie, ora sinuose ora energiche, che si generano senza soluzione di continuità dalla cura per il piccolo gesto al quadro ampio e carico di sfumature. L’appuntamento al buio diventa il cuore della messinscena e la vana ricerca dell’altro termina su un tappeto di fiori, immagine che non può non riportare alla mente “Nelken”, opera della madre del teatro-danza Pina Bausch. L’interazione umana diventa un’avventura di corpi e mancate partenze, più facile e appagante è specchiarsi nel fidato monitor.
Ancora dalla fervente Toscana (Lucca), DN@ ha presentato “In_Scatola_Azione”, performance in cui gruppi di 20 spettatori sono invitati a spiare la condizione di una donna dalle feritoie delle pareti di un asettico cubo. Ogni fessura regala frammenti e prospettive di un unico attimo sospeso, durante il quale si reiterano le azioni di una donna sdoppiata in due figure: una bianca e l’altra nera. Entrambe sono “messe in scatola” da un retaggio culturale del quale portano i segni – sensuale e dalle mani nascoste la donna occidentale, combattiva ma apparentemente remissiva l’orientale – che non permettono loro di rompere l’immobilità del loro essere, se non per l’attimo fugace di un abbraccio che ha il sapore di un riconoscersi l’una nell’altra.
Lo spettatore ha la possibilità di ricostruire la storia aiutato anche dai tanti elementi simbolici presenti fra le mura della piccola casa immaginaria: acqua, terra, velo da sposa stracciato e sequenze video dove un drappo nero viene cucito e indossato o dove una donna affonda e riemerge da un fiume di latte. Venticinque minuti accompagnati da un tappeto sonoro dal quale ogni tanto affiorano le voci delle protagoniste, le loro parole d’ordine e, più di tutto, il loro respiro.
Il lavoro porta con sé i limiti naturali dell’interattività: non è mancato fra il pubblico chi, una volta affacciatosi a tutte le fessure, ha smesso di guardare con attenzione aspettandosi una svolta che non è avvenuta se non nell’istante finale. L’ impressione è che il progetto potrebbe crescere ulteriormente e risultare meno statico se fosse sviluppata, ad esempio, una più marcata interazione fisica con gli spettatori.
Il gruppo BlucinQue, guidato da Caterina Mochi Sismondi, ha invece messo in scena “Studio in Déplacé” nel quale i 5 performer indagano il sentimento di spiazzamento. Questo viene rappresentato sia per azioni fisiche, mirate alla scomposizione dei movimenti, che per impulsi sonori derivanti dalle musiche (prodotte anche dal vivo con una chitarra elettrica) che sembrano parole in diverse lingue, tagliuzzate e pronunciate al microfono come fossero piccoli sassi da lanciare. Quello a cui assistiamo è il quinto studio sul tema e, in quanto tale, propone una serie di brevi flash su quelle che sono state le fasi della ricerca provando ad introdurre dei personaggi in divenire. Il tutto risulta abbastanza inafferrabile, le sequenze mettono in luce capacità coreografiche e alcuni intuizioni originali ma lo spettacolo sembra ancora poco strutturato da un punto di vista drammaturgico. Chiarissimo il messaggio: anche nel fallimento personale, nel non riuscire a stare in un ruolo, nello sbriciolarsi del corpo e della ragione, vale sempre la pena ballare.
“Alors on danse”, canta la voce fuori campo.
RENDEZ-VOUS
(Volevo incontrarti ma…. c’è sciopero dei mezzi, ho perso il cellulare e non so neppure chi sei)
regia: Simona Cieri e Rosanna Cieri
coreografie: Simona Cieri
soggetto: Rosanna Cieri
con: Veronica Abate, Martina Agricoli, Maurizio Cannalire, Simona Gori, Federica Morettini, Riccardo Pardini e Simona Cieri
durata: 45 minuti
applausi del pubblico: 3’
Visto a Napoli, Teatro Sannazaro, il 1° luglio 2011
IN_SCATOLA_AZIONE
progetto: Simona Generali e Pierpaolo Magnani
con: Simona Generali e Daria Ceccanti
voce recitante: Simona Generali
testp: Simona Generali e Laura Tinagli
stage design e audio-video: Pierpaolo Magnani
montaggio video Giulia Altobelli
durata: 25’
applausi del pubblico: 1’
Visto a Napoli, Galleria Toledo, il 1° luglio 2011
STUDIO IN DÉPLACÉ (FASE 5)
regia e coreografia: Caterina Mochi Sismondi
con: Elena Cavallo, Gianluca Pezzino, Caterina Mochi Sismondi, Maria Rosa Mondiglio, Max Borella
consulenza drammaturgica: Marta Pastorino
consulenza musicale e musiche dal vivo: Gianluca Pezzino, Max Borella, Matteo Curallo
durata: 40’
applausi del pubblico: 3’
Visto a Napoli, Galleria Toledo, il 4 luglio 2011