
A Newbury, in Inghilterra, ci sono due cose famose nel mondo: la Vodafone, il cui quartier generale ha sede qui, e i Propeller, storica compagnia teatrale che ha portato Shakespeare in giro per il mondo interpretato da soli uomini, come era ai tempi della regina Vittoria.
I Propeller sono stati diverse volte ospiti in Italia, in particolare a Roma e Milano, sempre con un incredibile successo. Anche quest’anno l’abbinata si è riproposta, e così il Teatro Valle di Roma a febbraio, e il Piccolo Teatro la prossima settimana prestato il loro palcoscenico a questo grandissimo gruppo, fatto di un professionismo teatrale estremo, gestito con regole ferree e uguali per tutti, dove non esistono star e prime ballerine.
La compagnia tutta maschile di Edward Hall ha sede a Watermill, vecchio mulino ad acqua alle porte di Londra. Il mulino è lì dalla notte dei tempi ed è stato convertito in teatro ad inizio anni ’60, con la prima, seppur ridotta, stagione nel 1967.
Negli anni più recenti The Watermill è entrato nella top league dei teatri regionali, con moltissime produzioni presentate a Londra, in giro per il Kingdom e anche “overseas”: dall’Australia al Bangladesh, dalla Cina a Malesia, Messico, Filippine, Turchia, Stati Uniti…
Negli anni alcune particolari partnership artistiche hanno visto alla direzione anche John Doyle e Craig Revel Horwood. Nel 1997 inizia la vera svolta e da allora, dal loro “Enrico V”, l’ascesa è stata folgorante così come i premi ricevuti.
Edward Hall e i Propeller hanno deciso di presentare nelle date italiane di questa stagione due spettacoli: “A Midsummer Night’s Dream” e “The Merchant of Venice”. A Roma i due testi andavano in scena in giorni alterni, mentre a Milano il primo è in programma al Teatro Studio ancora fino al 24 maggio, e il secondo allo Strehler dal 27 al 31 di questo mese, nell’ambito del Festival del Teatro d’Europa che ha visto moltissime compagnie di diverse nazioni alternarsi sul palco del Piccolo Teatro con grandissimo riscontro di pubblico.
Il “Sogno di una notte di mezza estate” dei Propeller è spassoso, con una leggerezza ed un’energia rare a vedersi. La stagione del Piccolo, che si era aperta con la stessa opera di Shakespeare per la regia di Ronconi, dai toni oscillanti fra gotico e neoclassico e più rare concessioni all’humor, si confronta con questa versione di puro ‘dripping’ e ironia. Tra le sue repliche più celebri anche quelle al Comedy Theatre nel 2003, nel West End londinese, proprio l’anno in cui ha vinto il premio Tma Theatres Award come “Best Touring Production”, e il What’sonstage.com Award come “Best Ensemble”.
La video-intervista al Teatro Valle con Bob Barrett (un travolgente Bottom che interpreta anche Antonio nel “Mercante di Venezia”) è diventata un’occasione unica per confrontarsi su tutto il teatro, le identità, le difformità, e sul modo Propeller di fare spettacolo.
Eravamo sul palco di uno di teatri che ha visto passare la storia delle scene italiane. Profumo di tradizione, ma anche di novità: penso che un Sogno così non ritorni mai più.