RiCrii 18. Resistiamo per Ri-creare il teatro in Calabria

Perpetua (grafica: Domenico Benedetto D'Agostino)
Perpetua (grafica: Domenico Benedetto D'Agostino)

«Bisogna ri-creare, adesso come non mai». Si nutre di questa consapevolezza RiCrii 18, nuova stagione della rassegna di teatro contemporaneo attenta, in particolare, alle proposte utili ad osservare il senso meridiano e le sue evoluzioni, nata a Lamezia Terme sotto la direzione artistica di Dario Natale e Scenari Visibili.
Diciotto edizioni che hanno accolto, tra gli altri, Mario Perrotta con i suoi “Italiani Cincali”; Emma Dante da “M’Palermu” a “Vita Mia”, passando da Michelle di Santoliva; Babilonia Teatri, Cesar Brie, Gianfranco Berardi de “Il Deficiente” e Berardi-Casolari con “In Fondo agli Occhi”; l’“Amleto” di Michele Sinisi; l'”Icaro Caduto” di Gaetano Colella, “L’uomo nel Diluvio” di Amendola-Malorni, “Due Passi Sono” di Carullo/Minasi

Una rassegna che ha trovato casa negli spazi del Tip, «vero luogo immaginato – racconta Dario Natale – da cui continuiamo a tessere la nostra trama di incontri, il nostro commercio di energie umane rinnovabili, forse un presidio, di certo la nostra stazione di posta, dove rinfrancare le nostre intenzioni, galleggiando sulle onde della Biblioteca dello Spettacolo, sempre avida di nuove letture. Ed eccoci all’edizione numero diciotto, evento co-finanziato dalla Regione Calabria, che ringraziamo».
A Natale chiediamo di raccontarci qualcosa in più di quello che succederà fra dicembre e febbraio a Lamezia Terme, durante gli otto appuntamenti in programma.

Come hai lavorato per imbastire questa nuova stagione che si nutre delle attività fatte nel complesso periodo della pandemia?
Sì, anche durante la pandemia non ci siamo fermati, abbiamo continuato a fare laboratori ed esiti, cercando di infondere un coraggio che forse non avevamo, ad ogni spiraglio possibile spuntavamo fuori con una residenza, con qualche rassegna dedicata o con delle repliche di spettacoli in repertorio, in tutto questo RiCrii è stata sempre sottotraccia, la sua storicità, l’assenza di interruzioni, la rendono autoimmune da distrazioni, ha vita propria ormai, questa diciottesima edizione è nata tra mille ripensamenti seguendo un filo che comunque non si è mai interrotto, bisogna Ri-Creare appunto, adesso come non mai.

Tante stagioni per Ricrii: che bilancio ti senti di tracciare, anche alla luce delle difficoltà di fare teatro in Calabria?
No, ancora nessun bilancio, per me Ricrii è una pratica assegnata, un karma; sono contento di resistere, di esserci, ogni volta con un sapore nuovo. La Calabria e la mia città in particolare sono territori ostili ai cambiamenti, e questo rende più pesante l’assenza di una sinergia di comparto, si fa tanta fatica, le istituzioni sono assenti, a volte però ti sono nemiche, nel miglior caso indifferenti, i pochi teatranti veri, non gli impresari, gli affaristi o gli amatoriali dai mille sostegni, gravitano su rotte raramente coincidenti. Tutto ciò favorisce la sperequazione di risorse, la scomparsa di festival, la colonizzazione culturale che ancora c’è, ma si va avanti, uno degli esiti del laboratorio Kalt di pochi anni fa aveva come titolo “Kupredu, zpatky ni krok!” che in lingua ceca vuol dire: “Avanti, neanche un passo indietro”.

Quali le aspettative/speranze per questa nuova stagione?
Quella di fare sempre nuovo pubblico… partecipante.

Per cominciare, domani 5 dicembre, ci sarà l’anteprima-studio “Perpetua”. Di che si tratta?
Assistiamo sbigottiti a questa deriva del femminicidio, ci siamo chiesti cosa fare: “Perpetua, o dell’essere donna” è una martire proto cristiana, non l’assistente loquace di Don Abbondio, una grande donna che considerava la libertà più importante della vita stessa, ci siamo ispirati a lei e a Lea Vergine, per creare un affresco che non ammette fraintesi, una decisa constatazione su come la società attuale sia troppo maschilmente prestabilita, affidando questo compito a Maria Pia Bonacci, attrice formatasi nel nostro cantiere teatrale Kalt.

In programma voci importanti della drammaturgia contemporanea al sud e non solo. Ci racconti i protagonisti di questa stagione?
Dopo l’anteprima di “Perpetua” ospiteremo il duo Frosini/Timpano che riprendono per noi “Gli Sposi-romanian tragedy”, in scena il 18 dicembre, testo di David Lescot e traduzione di Attilio Scarpellini. Lo spettacolo era rimasto incastrato tra gli ingranaggi della pandemia e siamo molto contenti che si possa riprendere grazie a RiCrii. Il 29 e il 30 dicembre il Collettivo Mind the step proporrà “FOG”, finalista Premio Scenario 2019, coproduzione Fondazione Teatro di Napoli-Teatro Bellini. Un gruppo di giovanissimi, con un regista Salvatore Cutrì che muove le sue mosse dalla Calabria: ci serviva uno sguardo altro, con cui osservare alcune derive del nostro tempo. Poi l’8 gennaio “Stay Hungry – indagine di un affamato”, vincitore del Premio InBox 2020, di e con Angelo Campolo, [fra l’altro in scena al Teatro Garybaldi di Settimo T.se (TO) domani 5 dicembre, ndr], spettacolo che prende spunto da alcuni laboratori con i migranti, forzieri di umanità che esploriamo anche noi. L’idea e i riconoscimenti assegnati a Campolo ci rafforzano nel nostro operato e saranno nutrimento per il nostro pubblico.
Il rasoio di Occam”, in doppia replica il 22 e il 23 gennaio, sarà uno spaccato dell’azione del Clan degli Attori, che costretti a chiudere lo spazio di Messina, continuano con tenacia a scrivere, ideare, agire e questo ci piace; “Il Rasoio” è tra l’altro un lavoro ben diretto e con ottimi attori. Il 5 febbraio, “Salissimo un gradino”, segna un ritorno, quello di Gaetano Ventriglia insieme a Silvia Garbuggino, ancora Attilio Scarpellini questa volta alla regia, luci di Gianni Staropoli, uno spettacolo legato in qualche modo al Puskin Suite che debutta in questi giorni ai Teatri di Vetro di Roberta Nicolai. Con i Quotidiana.com abbiamo un filo di congiunzione sempre in tiro, qualcosa che a volte si materializza in danze improvvisate con pantofole o in battute al fulmicotone domenicali. “Tabù, ho fatto colazione con il latte alle ginocchia”, dopo il Pergolesi di Cremona, arriverà al TIP di Lamezia il 19 e il 20 febbraio, mentre chiudiamo il 26 febbraio con “Il vespro della Beata Vergine” di Antonio Tarantino, produzione Scenari Visibili, a cui teniamo molto. La fresca regia di Mauro Lamanna ed il corredo sonoro di Alessandro Rizzo sono già sufficienti a descrivere un coraggioso tentativo di restituzione, un sincero omaggio ad un grande drammaturgo, ad un uomo non rieducabile, sempre attento alla vita degli ultimi, capace di descriversi così: “…e a quelli come me, che non si sa bene…”.
Sì, come non si sa bene dove ci condurranno questi tempi. Ma intanto RiCrii vuole festeggiare; lo merita.

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