Santarcangelo 12. Sguardo mobile verso nuove traiettorie

Damir Todorović / Valentina Carnelutti
Damir Todorović / Valentina Carnelutti
Damir Todorović / Valentina Carnelutti, tra i protagonisti di Santarcangelo 12 (photo: Andrs Arce Maldonado e Abina de Conciliis)

Santarcangelo ·12 è il titolo scelto per la quarantaduesima edizione del Festival Internazionale del Teatro in Piazza dedicato alla ricerca italiana.
Si inaugura così, dal 13 al 22 luglio prossimi, il nuovo triennio di un festival che vede alla direzione artistica Silvia Bottiroli, neovincitrice del premio Kilowatt-Ubulibri 2012, affiancata da Cristina Ventrucci e Rodolfo Sacchettini, in qualità di co-direttori.
Il numero 12 è, in un certo senso, anche un’età anagrafica: come sottolinea Bottiroli, è un momento di passaggio, un affacciarsi al di là dell’infanzia, con il coraggio e la fragilità con cui ci si accinge a compiere una nuova impresa.

Non è un’eredità facile, quella di Santarcangelo, una pietra miliare nel panorama culturale italiano, che ha visto succedersi alla direzione i nomi più importanti della scena teatrale, tra cui, solo nell’ultimo triennio, Chiara Guidi, Ermanna Montanari ed Enrico Casagrande.
E non è facile fare i conti con il giusto desiderio di creare un equilibrio fra l’eredità ricevuta e un futuro da costruire, cercando di portare una nuova voce in un discorso già così sviluppato e denso.
Eppure la risposta di questa direzione appare efficace, piena: il dialogo. È subito evidente nella scelta del programma che, con cura, riunisce realtà emergenti e realtà più consolidate, spettacoli di giro e nuove creazioni, non dimenticando la dimensione internazionale che da sempre ha caratterizzato il festival.

Alcuni nomi. Dall’estero, Richard Maxwell realizza un lavoro, coprodotto da Santarcangelo· 12, coinvolgendo gli abitanti della cittadina romagnola: “Ads”, dall’inglese advertisement, coinvolge trenta persone a cui viene chiesto di rispondere pubblicamente a come sia ancora possibile, oggi, per l’uomo riprendere un proprio spazio in un mondo in crisi d’identità e dominato dalla pubblicità.
Dalla Germania il collettivo femminile She She Pop, per la prima volta in Italia, propone dei dialoghi in cui memoria personale e vita collettiva si intrecciano sullo sfondo degli ultimi quarant’anni della storia europea.
Una scelta particolare è l’invito a Gyula Molnàr, artista di origine ungherese che ha sviluppato la sua ricerca sul teatro di figura e che infatti siamo più abituati a vedere in quei circuiti: “Piccoli suicidi” è una narrazione d’oggetti che si rivolge ad un pubblico adulto e infantile.
”Sad Sam/ almost 6” del performer croato Matija Ferlin è invece un lavoro che riflette sull’infanzia e la sua fine, la forza dell’immaginario e il potere del linguaggio di creare le cose nominandole, in quella linea di confine tra il proprio mondo interiore e la realtà degli altri.

Dall’Italia invece la doppia presenza di Virgilio Sieni con “Sogni”, una coproduzione del festival, in cui bambini e anziani di Santarcangelo lavoreranno su azioni ispirate alla materia del sogno; e “Solo Goldberg Improvisation”, spettacolo di repertorio del danzatore e coreografo toscano.
César Brie reinventerà il suo ultimo spettacolo, “Karamazov”, apposta per piazza Ganganelli, il cuore di Santarcangelo e uno dei luoghi protagonisti del festival da sempre.
La performer e danzatrice Mara Cassiani propone, con Mara Cerri, “You and Me and Everywhere”, spettacolo ispirato al cortometraggio animato “Via Curiel 8” di Mara Cerri e Magda Guidi, vincitore della sezione Corti-Italia al Torino Film Festival 2011. Le due artiste danno vita a un percorso in cui il linguaggio dell’illustrazione animata si intreccia con quello teatrale in un dialogo tra disegno e corpi in scena.

Tra i protagonisti della nuova generazione, saranno in scena Codice Ivan, Quotidiana.com, Menoventi con “L’uomo della sabbia”, appena visto al Festival delle Colline Torinesi, che indaga il rapporto tra reale e rappresentazione, e Gruppo Nanou con “Sport”, uno sguardo sulla dimensione privata di un atleta che si allena in vista di una prestazione.
Gli spettacoli sono solo una parte dell’anima del festival. Perché, come sottolinea Roberto Naccari presidente dell’associazione Santarcangelo dei Teatri, l’intenzione alla base di questo nuovo triennio è quella di non limitare il festival ai dieci giorni estivi, ma di creare un progetto che abbia durata annuale. Da qui Anno Solare, un percorso che mira a radicare sempre più il teatro al territorio attraverso incontri, prove aperte e creazione di una compagnia di spettatori itineranti che si muovono per vedere spettacoli in vari teatri dell’Emilia Romagna.

Il desiderio di coinvolgere le persone in questo ‘mondo teatro’ è forte: ci sono laboratori, incontri speciali su figure che hanno segnato il mondo culturale, da Carmelo Bene a Pina Bausch, osservatori critici, proiezioni in piazza, riaperture di luoghi in disuso.
Forte è anche la voglia di interrogare gli spettatori, e non solo quindi di proporre visioni artistiche: in questo senso è esemplificativo l’uso del termine “citoyen”, usato da Rodolfo Sacchettini. Gli spettatori che questa edizione di Santarcangelo chiama sono innanzitutto individui, come dimostra chiaramente Tipografia Testamento: un laboratorio aperto al pubblico per raccogliere e rielaborare i vari contenuti del festival pubblicandoli poi in edizioni artigianali, autoprodotte e a tiratura limitata.
C’è un’ultima immagine che forse può riassumere lo spirito con cui guardare a questo nuovo ciclo della rassegna: la maratona di ballo ideata da Zapruder filmmakersgroup, in cui i ballerini danzeranno la musica tradizionale romagnola ascoltata in cuffia, mentre all’esterno verranno restituiti i suoni dei passi modificati con dispositivi elettronici.
Quasi a sottolineare una delle necessità di questo festival: uno sguardo mobile, attento e aperto a raccogliere le linee di continuità per creare nuove traiettorie possibili.

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