Santasangre e Città di Ebla. A Roma un Frammento di teatro indipendente

Città di Ebla
Città di Ebla
Anatomia del sacro (photo: cittadiebla.it)

Nei locali del Kollatino Underground, nell’ambito della rassegna di teatro indipendente “Sotterranea”, i padroni di casa Santasangre presentano un loro “Frammento”: venti minuti di video-arte unita a una sottile presenza umana.
In scena una donna esegue una sorta di concerto, sempre di spalle al pubblico, utilizzando un microfono che esalta le sue espressioni vocali.
A parte le grandi doti tecnico-audiovisive, riscontrabili sia nelle luci, nei video, nel suono che nelle campionature, lo spettacolo resta distante dal pubblico, impegnato più ad apprezzare la somma estetica del prodotto finale (comunque di un certo interesse) che a decodificare messaggi o suggestioni inesistenti. “Un’azione destinata ad un pubblico assente”, si legge nel programma di sala.
Pubblico assente, messo volontariamente da parte o assenza di attenzione al pubblico?

Ben più suggestiva la seconda proposta della serata, il V movimento del progetto “Pharmakos”, presentato dal gruppo forlivese Città di Ebla: “Anatomia del sacro”. Protagonista è il corpo di Valentina Bravetti, immolato su una fontana. Un nudo armonioso, dolcissimo, che compie una sorta di percorso vitale partendo da una posizione che ricorda un obitorio, o un letto di ospedale. Cullato dalla musica inizia a tracciare traiettorie che descrivono la sua anatomia, disegnano linee sinuose.

Riesce a stupirci questo fisico lineare da ballerina, per l’audacia dei movimenti, ma soprattutto per la carica erotica che sprigiona. Le altre due figure (suono e segno) sembrano solo di contorno: un uomo dietro a un velo alla consolle gestisce luci e suoni. Una donna cancella frasi da una lavagna e ne riscrive altre.
Si fatica a creare un collegamento con il corpo nudo, ma ciò che si nota è l’interessante presenza in scena di due elementi scenotecnici e meccanici: un letto d’ospedale che diventa fontana (con tanto di zampilli d’acqua) e una lavagna che si trasforma in totem grazie a un movimento spettacolare evidenziato dal perfetto gioco di luci. In questo contesto, sacro diventa il finale: la donna esce dall’acqua e dalla fontana, diventa simbolo della vita e, attraverso un movimento estatico, arriva a questo totem postmoderno, che è la vera figura sacrale, nell’idillio musicale e nell’apoteosi di luci.
Il pubblico assiste in piedi a questa cerimonia, al percorso del corpo umano tra acqua e ritualità. Teatro anatomico, teatro-rito ma soprattutto teatro contemporaneo, simbolico ed efficace.

Positivo il bilancio della serata. In luoghi come il Kollatino Underground si respira la nuova e pulsante scena teatrale (romana e non). Questi luoghi non convenzionali emergono come rifugio, palestra e vetrina di artisti capaci e radicali che hanno molto da esprimere, certe volte anche di più di coloro che vanno in scena davanti a schiere di poltrone rosse, e hanno gli onori della cronaca.

FRAMMENTO
ideazione: Diana Arbib, Luca Brinchi, Maria Carmela Milano, Dario Salvagnini, Pasquale Tricoci, Roberta Zanardo.
voce e corpo: Roberta Zanardo
partitura ed elaborazione del suono: Dario Salvagnini
elaborazione video: Luca Brinchi, Diana Arbib.
luci: Maria Carmela Milano
produzione: Santasangre 2008

 

 

PHARMAKOS
movimento V – Anatomia del sacro
ideazione, luci e regia: Claudio Angelini
con: Valentina Bravetti, Elisa Gandini, Davide Fabbri.
studio sulla figura: Valentina Bravetti
corpo del suono: Elicheinfunzione
composizione dei linguaggi: C. Angelini, V.Bravetti, E.Gandini, D.Fabbri.
produzione: Città di Ebla, Fondazione Pontedera Teatro – 4 Cantieri per Fabbrica Europa, Teatro Diego Fabbri, Comune di Forlì, Aksè

 

 

Visti a Roma, Kollatino Underground, il 27 marzo 2009

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