
Piuttosto che “dal burqa alle veline” dovremmo percorrere all’inverso questo spettacolo. Dalle veline al burqa, o meglio: che fine farà la donna moderna?
I sessanta minuti di spettacolo realizzato al Teatro Sannazaro per il Napoli Fringe Festival, palcoscenico parallelo e alternativo al Napoli Teatro Festival 2009, colpiscono.
In un teatro che racconta la storia della Napoli teatrale, il pubblico viene accolto da un palcoscenico aperto, completamente privo di scenografia: tre coperte nascondono altrettante attrici-ballerine immobili fino all’inizio della pièce.
Ecco allora che queste figure misteriose si risvegliano. La prima è una bella ragazza, mora e riccia, che interpreterà per tutto lo spettacolo una furiosa ed esagitata presentatrice.
Ancora una volta la scelta del plurilinguismo e delle multiculture, temi fondamentali del festival napoletano 2009, sono presenti anche qui: la presentatrice parla in inglese ma stavolta è la danza a sostenere la multietnicità, attraverso intarsi di danze indiane all’interno di movimenti plastici di danza moderna e contemporanea, fino ad arrivare al contorsionismo.
Cinque ballerine napoletane creano lo spettacolo attraverso un processo di improvvisazione, dirette dalla coreografa Anna Redi e dal centro Chiaradanza.
Emergono così piccole vallette, soubrette stupide e caciarone, pseudo reginette di concorsi di bellezza che interagiscono con il pubblico della platea in un caos circense che all’inizio diverte ma poi esplode in un climax terribile, confusionario, assordante.
Alla domanda della presentatrice: “Are you happy?”, le ragazze si spogliano dei loro orpelli televisivi, della spazzatura che ingombra le loro menti; la reginetta getta corona e scettro e tutto è silenzio. In un vortice fatto di spasmi delle membra compare la donna oggetto, scaraventata a terra, frustrata, colpita fisicamente e psicologicamente.
Appare anche la figura maschile, che atterra e sottomette, rappresentata da una reginetta in abiti maschili e seno schiacciato da una benda. La donna maschio è quello che la società ha ottenuto: fredda, cinica e calcolatrice. Forse è questo il nuovo burqa, la nuova prigionia della femminilità moderna.
“Non vuole essere una generica vulgata neo femminista ma un nostro sguardo ed eco interiore sul femminile oggi, nella sua irriducibile specificità” spiega la compagnia.
Lo spettacolo ha debuttato al Dock11 di Berlino nell’ottobre 2008 e in Italia nel dicembre dello stesso anno, per poi toccare città come Parigi, Sarajevo e Madrid e rientrare quest’anno all’interno del festival off napoletano.
Un plauso ad Anna Redi, elegante ed affascinante coreografa che riesce ad arrivare, attraverso una forma di danza recitata innovativa e comprensibile, anche ai non addetti ai lavori. Il pubblico rimane colpito da un messaggio ironico e violentemente diretto.
Scenata. Dal burqa alle veline
di Anna Redi
con: Diana Magri, Elena Fattorusso, Agnese Perrella, Valeria Sacchi, Roberta Ruggiero
drammaturg: Susanne Foellman
presentato da Chiaradanza e Dock11 in collaborazione con Le Bazarre
durata: 60′
applausi del pubblico: 1′ 35”
Visto a Napoli, Teatro Sannazaro, il 27 giugno 2009
uno spettacolo veramente che lascia a desiderare…mi chiedo come mai si vedano cose simili in giro…