Tony Pagoda, vistosamente grottesco anche a teatro

Hanno tutti ragione
Hanno tutti ragione
Iaia Forte in Hanno tutti ragione (photo: Teatro I)
Nostalgia e disincanto, comicità amara ed eccessi sono gli ingredienti del Tony Pagoda di Iaia Forte. L’attrice si scatena e porta in scena un concentrato di trash e grottesco nella sua personale interpretazione del protagonista del romanzo di Paolo SorrentinoHanno tutti ragione”, candidato al premio Strega 2010 e un grande successo di pubblico.

Sotto l’effetto di alcol e cocaina, Pagoda, in un monologo fiume di quasi un’ora, rivela attraverso il proprio cinismo la comicità propria del dramma umano.
Scorrono ricordi rigorosamente artefatti da sostanze stupefacenti, ma così vividi da sembrare lucide memorie, quasi involontarie confessioni: un amore finito male, un matrimonio naufragato nella routine coniugale e condito da tanti tradimenti al maschile, l’ambizione, il successo, la musica, i concerti nei night club italoamericani, l’ostentazione della ricchezza e la constatazione della propria bassa statura morale.
E poi un ricordo così lirico da rasentare la poesia: il cantante che, alla soglia della maturità, ricorda se stesso decenne, in una domenica pomeriggio passata a Napoli con i genitori, la scoperta della fragilità degli adulti e della precarietà dell’esistenza.

Il filo conduttore della pièce è l’eccesso: tante parole, frasi frastagliate in un racconto drammaturgicamente perfetto, al servizio di un viaggio sulle vette del grottesco.

La scelta del travestitismo accentua la deformità morale del protagonista. Se, come leggiamo nelle note di regia, l’intento di Iaia Forte nel realizzare “Hanno tutti ragione” è quello di deridere il machismo, possiamo dire che se la sia cavata egregiamente.

Nel caricare il proprio Tony Pagoda di egoismo e strafottenza, di superbia e spregiudicatezza, l’attrice ne fa un personaggio a tutto tondo, cogliendone impietosamente interessanti sfumature. I richiami ad una femminilità che non è possibile nascondere sotto abiti maschili, sembrano appunto suggerire che dentro al playboy napoletano alberghi in fondo anche un animo femminile.

Sullo sfondo due città: la Napoli, luogo d’origine del protagonista, colorata e verace, e quella New York dove, in una sera da sogno, canta davanti al proprio idolo Frank Sinatra, simbolo della grande illusione.  

A scandire la narrazione, la musica italiana anni ’70-80 (Mina, Peppino di Capri…), simbolo di un decennio assolutamente pieno di fatti/eventi/costume/politica/persone passato troppo in fretta, lasciando in eredità sprazzi di nostalgia.

HANNO TUTTI RAGIONE
produzione: Pierfrancesco Pisani e Offrome in collaborazione con Infinito s.r.l.
da un testo di Paolo Sorrentino
con: Iaia Forte
musiche di Pasquale Catalano eseguite da Fabrizio Romano
scene: Equipe di scena-Napoli
Elementi di scena: Katia Titolo
aiuto regia: Carlotta Corradi
disegno luci: Paolo Meglio

durata: 50′
applausi del pubblico: 2′

Visto a Milano, Teatro i, il 6 ottobre 2013


 

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