Francesca D’Ippolito, Tonio De Nitto, Raffaella Romano, Clara Cottino e Michelangelo Campanale al focus itinerante sulla produzione residente promosso a Lecce da Kids Festival
Trac: voce onomatopeica che indica una scucitura, una lacerazione. Trac è anche il panico che pervade un attore prima di salire sul palcoscenico, e di solito scompare proprio entrando in scena.
Ricucire gli strappi ed esorcizzare le paure facendo rete: è un po’ nel connubio antifrastico delle due definizioni sopracitate il senso di TRAC – Teatri di Residenza Artistica Contemporanea (Centro di Residenza Pugliese) realtà associativa che in Puglia mette insieme i poli teatrali di Novoli, Melendugno, Ruvo, Taranto e Manfredonia.
Ci siamo confrontati con questa realtà composita a Lecce, lo scorso 30 dicembre, all’ex Convento degli Agostiniani, in occasione di Kids Festival.
Il convegno “STAR TRAC”, focus itinerante sulla produzione residente, ha offerto l’opportunità per un riscontro sullo spettacolo dal vivo come sistema, evidenziando le possibilità e le criticità delle nuove generazioni alle prese con la quotidianità del mestiere dell’attore, in questo lembo di Sud reduce dagli strali della pandemia, e reso ancora più fragile dalla latitanza delle istituzioni.
La sensazione è che alla Regione il governatore Michele Emiliano non abbia saputo raccogliere il testimone di Nichi Vendola che molto aveva fatto per rilanciare la Cultura in Puglia. Lo stesso Vendola, una volta ritirato dall’agone politico, è apparso via via defilato, e neppure i suoi seguaci hanno saputo sostenere uno scenario culturale sempre più a corto di risorse.
Le compagnie consorziate in Trac sono cinque: Bottega degli Apocrifi (Manfredonia), La luna nel letto (Ruvo), Factory (Novoli), Principio Attivo Teatro (Melendugno), e CREST, presidio culturale diretto da Clara Cottino nel quartiere Tamburi di Taranto, a pochi passi dall’Ilva.
Il focus, curato da Francesca D’Ippolito e aperto da Tonio De Nitto e Raffaella Romano (direttori di Kids), è stato imperniato sul teatro ragazzi e sul teatro per l’infanzia. Ha evidenziato la complessità di progetti che non sono mai al ribasso, e anzi richiedono tempo, fatica e condivisione: proprio perché l’arte rivolta ai giovanissimi esprime il proprio potenziale solo nella misura in cui si libera delle sovrastrutture e valorizza codici capaci d’intercettare l’immaginazione dei bambini.
«Lo scopo di Trac – spiega D’Ippolito – è armonizzare creatività, produzione e distribuzione. Si tratta di creare un sistema capace di aumentare la propria capacità di negoziazione con le istituzioni, e al contempo di favorire una rete che migliori la circolazione di idee, focus, itinerari, e la programmazione di festival e altre esperienze artistiche condivise».
Trac è riuscita a riaprire, riabilitare e abitare spazi teatrali che sembravano destinati alla chiusura e a un declino irreversibile. Sta creando connessioni con i territori e i loro abitanti, rispondendo a un rinnovato fabbisogno culturale, favorendo la creazione di vetrine per le compagnie locali.
Trac è un modo per portare al centro la periferia e favorire esperienze di condivisione. Compagnie di tutto il Paese sono state ospiti in Puglia per residenze artistiche. Come i bergamaschi di Allegra Brigata Cinematica, che nel 2020 hanno raggiunto Taranto in piena pandemia, e nel confronto con professionisti che da decenni si occupano di teatro ragazzi, hanno rivoluzionato il proprio modo di fare spettacolo.
Intervenuta al convegno per Assitej Italia (Associazione Internazionale di Teatro per Bambini e Ragazzi che da quasi sessant’anni opera in 80 Paesi), l’emiliana Linda Eroli ha ribadito il valore delle scuole come interlocutrici del teatro ragazzi, dal momento che il 50% dell’offerta di questo settore è destinato proprio a studentesse e studenti.
Se Michelangelo Campanale (direttore del Teatro di Ruvo) ha stigmatizzato la relazione sfilacciata con la Regione Puglia, Vincenzo Santoro (Responsabile Cultura ANCI) ritiene essenziale il confronto con chi il teatro lo pratica ogni giorno sul terreno, anche in realtà lontane dai centri e a volte difficili: «Speriamo che in futuro il sistema istituzionale riesca a sostenere di più e meglio queste preziose esperienze. Con i rappresentanti del mondo del teatro di base proveremo nei prossimi mesi a costruire qualche proposta in tale direzione».
Santoro ha ribadito l’importanza dei Comuni – spesso sottovalutati – come interlocutori istituzionali degli operatori dello spettacolo.
Trac riesce anche a offrire sostegno professionale ed economico alle compagnie più giovani, attivando il dialogo tra generazioni di artisti diverse per età ed esperienze, e coinvolgendo le comunità, partendo da bambini e ragazzi, verso un approccio alle arti dal vivo improntato alla curiosità e alla co-creazione.
La sensazione è di un possibile rafforzamento di questo circuito, avendo incontrato a Trac artisti e operatori come Ottavia Perrone (ZeroMeccanico Teatro, Gallipoli), Valentino Ligorio (Tex, il Teatro dell’ExFadda, San Vito dei Normanni), Antonella Iallorenzi (Compagnia Teatrale Petra, Satriano di Lucania), a loro volta gestori e organizzatori di presìdi culturali che aspirano a una piena cittadinanza artistica, dentro un Sud ribelle sia al deserto culturale, sia a una rappresentazione di sé oleografica, vacanziera o da movida.