
Sarà nata da lì l’avversione per tutte le suppellettili prive di storia o memoria, raccattate ai quattro angoli della terra come trofei di viaggio: souvenir accumulati all’unico scopo di portare in bella mostra, nel salotto di casa, “l’esoticità” dei mondi visitati.
Quella sala da pranzo, un po’ demodé e retrò, era diventata per noi una certezza: immutata, immutabile, tutto sommato rassicurante anche se un po’ soffocante. Pareva il simulacro di quella piccola borghesia che mio padre aveva sempre tacciato come ottusa, ma dei cui oggetti – alla fine – si circondava. Anch’io, nell’adolescenza, avevo odiato tutti quei simboli estetici di un apparire vuoto: e, in particolare, proprio l’arredo della sala da pranzo, facciata del perbenismo della nostra famiglia ad ospiti e parenti, ancor più in occasione delle feste di fine anno, momento di gran ritrovo del parentado.
Poi l’esplosione. Improvvisa, roboante, distruttiva, che aveva annerito tutto in un secondo. Causata da chissà che ma salvifica.
La facciata era finalmente andata in pezzi.
Potevo davvero ricominciare da capo.
EXPLOSION#17 HAPPY NEW YEAR
video-installazione di Loredana Longo
produzione: Napoli Teatro Festival Italia
Visto a Napoli, Real Albergo dei Poveri, il 9 giugno 2008
Napoli Teatro Festival Italia