Sguardo pulsante sul mondo morente. Voilà

voila'
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Voilà – Vincenzo Schino (photo: Diego Beltramo)
Il trentenne regista barese Vincenzo Schino, allievo e prodotto da Teatro Valdoca, dai quali eredita poetica e forma mentis, spalanca le palpebre in una disamina dello sguardo e della vista. La scena vive all’interno di un fascio luminoso, grande occhio dall’iride iniettata di sangue, non malvagio ma pulsante vitalità profonda, dentro cui agiscono le immaginifiche visioni di Voilà. Dichiaratamente si aspira all’inguardabile, nell’accezione di colui che intende lavorare sulla visione attraverso la cecità.

Voilà, che “in francese vuol dire ecco”, si propone come naturale seguito dei precedenti lavori di Schino (Opera del 2006 e le Operette dell’anno seguente). Ed ecco, quindi, che la palpebra si apre e per un’ora riempie l’orizzonte scenico del Gobetti con visioni di struggente delicatezza, presenze grottesche, espressioni di inquietudine dura e spietata ma sviluppate “a cuor leggero”, come scrive Schino nelle note di regia.
Voilà è anche il respiro di un mondo morente. I calcinacci che piovono dal soffitto suggeriscono che la terra sta cadendo a pezzi ma in fondo nessuno se ne cura. Imperterrite e imperturbabili restano le maschere, nel loro reiterare partiture di azioni che, apparentemente ordinate e schematiche, finiscono immancabilmente per esplodere in risate a crepapelle. Sarà una risata (o forse peggio) a seppellirci?
L’udito, solo in apparenza elemento marginale di un teatro composto da visioni, fa casualmente capolino sottoforma di padiglione auricolare. Il verbo non è che un alito di vita oppure parole smozzicate, verso soffocato, rabbia trattenuta.

Dal teatrino dei burattini della prima scena – in cui c’è chi colpisce, infligge violenza, se ne rallegra e riprende fiato per colpire nuovamente, e chi passivamente subisce senza poter fare altrimenti – alla condizione di temporaneo accecamento a seguito di un improvviso risveglio alla luce del sole – notevole l’impatto evocativo della pupilla che si trasforma, grazie a un gioco di riflessi, in fonte di luce solare illuminando le pareti e abbagliando il pubblico in sala – i quadri si avvicendano uno dopo l’altro all’interno di una struttura di indubbia portata estetica.

E’ naturale che, essendo un debutto assoluto, emerga a tratti qualche lungaggine di troppo che pregiudica il potenziale sviluppo della carica emotiva. Fondamentali le atmosfere create dalle composizioni musicali e dal violino di H.E.R. come anche la bellezza dei costumi di Michele Napoletano e Morena Bagattini. Questa sera si replica alle 22, sempre al Teatro Gobetti.

VOILA’
cura della visione e regia: Vincenzo Schino
con Marta Bichisao, Riccardo Capozza, h.e.r., Gaetano Liberti
aiuto regia: Marta Bichisao
progettazione, realizzazione scenotecnica e macchinistica: Emiliano Austeri
spazializzazione del suono: Luca Fusconi
composizioni originali, adattamenti musicali: h.e.r.
costumi: Michele Napoletano, Morena Bagattini
effetti plastici: Leonardocruciano workshop
assistente alla produzione: Giuseppe Schino
consulenza amministrativa: Cronopios
organizzazione: Teatro Valdoca e Officina Valdoca
produzione: Teatro Valdoca e Officina Valdoca, Festival delle Colline Torinesi, associazione Demetra e Centro di Palmetta
durata: 53′
applausi del pubblico: 2′ 36”

Visto a Torino, Teatro Gobetti, il 7 giugno 2008
Festival delle Colline Torinesi

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