Tutto il programma della rassegna promossa da Progetto Zoran a Pianezza, arrivata alla terza edizione
A 60 anni esatti dalla tragedia del Vajont, che per l’incuria dell’uomo costò la vita a 2000 persone, e a 30 anni dal celebre racconto di Marco Paolini, che contribuì a definire i caratteri di un teatro di narrazione dal forte impatto civile, anche Pianezza sceglie di rispondere all’invito rivolto a tutti i teatri d’Italia da parte del comitato promotore di Fabbrica del Mondo e della Fondazione Vajont, organizzando per stasera, lunedì 9 ottobre alle ore 21, un proprio allestimento di “Vajont” sulla base delle peculiarità del suo territorio, per poi fermarsi alle 22.39, l’ora in cui la montagna franò nella diga.
A curare l’evento presso il cinema Lumière, proponendo “VajontS23” come spettacolo d’apertura della stagione teatrale di “Sguardi. Storie non ordinarie”, giunta alla sua terza edizione, è Silvia Mercuriati, attrice, organizzatrice teatrale e direttrice artistica della stagione. Lo fa coinvolgendo gli attori e le attrici di Progetto Zoran, associazione teatrale attiva sul territorio, ma anche – in linea con gli obiettivi della compagnia – i cittadini e le cittadine di Pianezza e soprattutto le studentesse e gli studenti dell’Istituto Statale Dalmasso, scuola d’indirizzo agrario, e perciò particolarmente attenti alle questioni geomorfologiche.
La stagione prosegue poi con un appuntamento al mese fino a giugno: il giovedì del teatro, in cui la comunità è invitata a incontrarsi, come un tempo ci si ritrovava in piazza, per parlarsi e confrontarsi a partire dalle suggestioni offerte dallo spettacolo.
L’obiettivo principale di Progetto Zoran, fin dalla sua nascita, è stato e continua ad essere quello di promuovere il senso di consapevolezza etica e civile attraverso il teatro, inteso come strumento di crescita collettiva e personale. Il titolo della stagione è a questo riguardo fortemente indicativo; ogni spettacolo riflette un particolare sguardo sul mondo, tutti con un denominatore comune: il mondo è il nostro, contemporaneo, fragile e complesso.
Cambiano i modi in cui questi sguardi vengono declinati artisticamente, così che sarà possibile assistere alternativamente a spettacoli di prosa, di danza, concerti, narrazioni, performance, sempre nell’ottica di offrire al pubblico, in spazi prevalentemente non teatrali, l’occasione di sperimentare la molteplicità dei linguaggi teatrali.
Nessuno degli spettacoli in rassegna costituisce un debutto. La scelta della direzione artistica è stata infatti quella di promuovere la circuitazione dei progetti, in contrasto con la tendenza al mordi e fuggi esteso sempre più anche alle arti performative che, al contrario, hanno bisogno di continuare ad andare in scena per crescere e trovare il giusto respiro.
Al Barrocco (chiesa dismessa, trasformata in discoteca, poi in balera, infine in spazio culturale aperto alla cittadinanza) giungerà quindi, il 26 ottobre alle ore 21, Massimiliano Loizzi, noto stand-up comedian, con il suo “Il tour buonista”, spettacolo di denuncia e satira politica, a sostegno di Emergency: è “la storia di un uomo di sinistra in Italia, quindi una tragedia”, in cui una vicenda personale, dal risvolto tragico, si accompagna a quella di generazioni che cambiano in un Paese che, al contrario, resta immutato.
Seguirà, il 30 novembre, “Ballroom” di Chiara Frigo, spettacolo di tutt’altro genere, esito di un laboratorio di danza realizzato e condiviso con Lavanderia a Vapore e Tecnologia Filosofica. La serata si comporrà di due momenti. Il Barrocco, infatti, recupererà, alla fine dello spettacolo, una sua precedente vocazione, ossia quella di sala da ballo e il pubblico verrà invitato a prendere parte alla performance.
Nel mese di dicembre Sguardi si sposta nel Comune di Caselette, poco distante da Pianezza, ospite al Teatro Magnetto, dove andrà in scena “Sentimento popolare”, un concerto di canzoni popolari restituite attraverso la lente della contemporaneità dalla voce di Camilla Barbarito e dalla chitarra di Fabio Marconi. Un’occasione, questa, per continuare a progettare in rete con il territorio.
Il 18 gennaio si ritorna al Barrocco con un’intensa produzione di Cubo Teatro / Il Cerchio di Gesso e musica suonata dal vivo. “SID – Fin qui tutto bene” è la storia preoccupantemente attuale di un’adolescente che arriva a uccidere per ottenere più followers. Dello spettacolo, che ha vinto il Bando In-Box 2023, avevamo già parlato su Klp e vi rimandiamo all’intervista al protagonista, Alberto Malanchino.
Un appuntamento al buio, e non solo per gli spettatori ma anche per l’interprete, Chiara Cardea, è quello del 29 febbraio, nel salone dello splendido Santuario di san Pancrazio a Pianezza. Cardea conoscerà il testo che dovrà interpretare insieme al pubblico, ricevendolo solo in quel momento. E’ stato scritto da Nassim Soleimanpour, iraniano a cui, per essersi rifiutato di prestare il servizio militare, è stato impedito di viaggiare e ha scelto perciò, attraverso questa sorta di gioco teatrale, un possibile dialogo con il mondo.
L’associazione 369gradi, produzione italiana dello spettacolo “White rabbit red rabbit”, sceglie a sua volta di dedicare un intero anno di repliche dello spettacolo, in accordo con l’autore (sempre con la clausola che l’interprete non ne conosca il contenuto), alla raccolta di fondi per una residenza di drammaturgia destinata a giovani iraniane e iraniani che si svolgerà nell’Estate del 2024 in Sardegna.
L’attenzione di Sguardi su temi di forte rilevanza civile continua, di nuovo al Barrocco, con “Ionica” di Alfonso Russi e Alessandro Sesti. Teatro di narrazione con musica dal vivo per una storia che gode del sostegno di Libera. È la storia di un uomo che, per un periodo, ha vissuto sotto scorta per affiancare un collaboratore di giustizia.
La danza torna protagonista ad aprile, giovedì 21, nel Salone di San Pancrazio, con il celebre “Save the last dance for me”, scritto e diretto da Alessandro Sciarroni. Venti minuti di spettacolo a cui seguiranno un’ora e mezza di workshop, con l’intento di salvare e diffondere una danza acrobatica maschile, la polka chinata, diffusa a Bologna nei primi anni del Novecento e praticata, quando Sciarroni l’ha scoperta, soltanto più da sei persone. Anche in questo caso, come per “Ballroom”, il pubblico è chiamato a partecipare attivamente.
Giovedì 16 maggio è la volta del teatro di parola, quando andrà in scena “La fabbrica degli stronzi” di Francesco d’Amore e Luciana Maniaci. Uno spettacolo che ha al suo centro una famiglia e i rapporti meschini che si innestano tra i suoi membri, tesi a riversare sempre nell’altro la colpa di ogni loro sofferenza, frustrazione e abuso subito. Una prosa ironica che tuttavia ci parla di profonde solitudini.
Chiuderà la stagione, nello splendido parco di Villa Lascaris, “Lo schifo – Omicidio non casuale di Ilaria Alpi nella nostra ventunesima regione” di Stefano Massini, regia di Giorgio Sangati e interpretato da Anna Tringali. Teatro di narrazione, lo spettacolo ripercorre senza accusatoria ma in maniera franca e diretta la storia, ancora oggi disseminata di dubbi, insabbiamenti e verità nascoste, della giornalista italiana assassinata 30 anni fa insieme al suo operatore Miran Hrovatin in Somalia, mentre indagava su un traffico di armi e rifiuti tossici tra la Somalia e l’Europa.
La stagione teatrale si chiuderà quindi, così come si apre, con un anniversario.
Ricca di spunti, raffinata e popolare insieme, Sguardi rappresenta un invito a restare svegli, a non essere indifferenti, a diventare cittadini responsabili e consapevoli, intendendo il teatro prima di tutto come atto politico.