Educazione fisica: il teatro in versione 2.0 di Lo Sicco-Civilleri

Educazione Fisica
Educazione Fisica
Educazione Fisica di Civilleri e Lo Sicco

Educazione è, per l’enciclopedia, “il processo attraverso il quale vengono trasmessi ai bambini, o comunque a persone in via di crescita o suscettibili di modifiche nei comportamenti intellettuali e pratici, gli abiti culturali di un gruppo più o meno ampio della società”. Qualcosa che, una volta “inculcata”, dovrebbe durare tutta la vita, o che, più semplicemente, si riceve dall’appartenenza a una comunità, a seconda delle discipline adottati per la trasmissione.

Tra queste, per esempio, finalizzata al “miglioramento e disciplina del proprio strumento corporeo”, l’educazione fisica. Intesa come educazione della volontà nella Grecia classica, da una trentina d’anni negli istituti d’istruzione secondaria italiani, è un insegnamento che “concorre alla formazione globale dei giovani e al loro inserimento nella società civile”.

Qualcosa che si fonda nel rapporto tra allenatore e squadra, lo attraversa, e finisce per rimandare a dinamiche ben più ampie di comando/ubbidienza, è l’“Educazione fisica” di Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco, ideatori e registi dello spettacolo prodotto dal Crt di Milano, e opera prima dei due attori formati con Emma Dante, tra i fondatori della compagnia Sud Costa Occidentale.

Debuttato in prima nazionale il 22 novembre scorso (in scena fino all’11 dicembre), lo spettacolo è stato presentato al pubblico attraverso due iniziative particolari: un “prequel”, e un esperimento su Twitter.
Per mostrare il lavoro dietro la scena, ovvero l’allenamento svolto nei mesi di residenza che ha portato allo spettacolo, dieci giorni prima del debutto, attori, ideatori e produttori di “Educazione fisica” hanno chiamato sul palco Sergio Giuntini, storico dello sport, Simone Merlo, ex giocatore e oggi allenatore di rugby, e Giovanni Lodetti, psicologo dello sport, per mostrare le parentele “in campo” tra sport e teatro: dalle similarità tra l’allenamento atletico e il training di un attore, alle analogie tra il “mettersi in gioco”, sudare, nello sport, sul palco e nella vita.
Questo è il punto di partenza del percorso ideato e condotto da Manuela Lo Sicco e Sabino Civilleri che, infatti, contestualmente alle repliche dello spettacolo, portano al Crt Salone anche “Boxe”, un laboratorio che indaga forme, dinamiche e rituali di questo sport da combattimento, e a cui possono partecipare attori professionisti.

#educazionefisica è, invece, l’esperimento condotto dagli interpreti prima dello spettacolo. In pratica, una sorta di metodo Stanislavskij in versione 2.0, con i 14 attori del cast su Twitter attraverso il profilo dei loro stessi personaggi, ossia i componenti della squadra di basket di un istituto superiore.
La “trama” dello spettacolo, infatti, è affidata alla relazione tra l’allenatore e i suoi giocatori, quell’esercizio quotidiano che vive, e sopravvive, allo sforzo dell’allenamento e che, sul palco, si manifesta attraverso una coreografia “agonistica” ed estrema, i cui movimenti seguono l’evoluzione stessa delle dinamiche interne alla squadra: ovvero, dall’incontenibile e caotica disambiguità del gruppo alla sua trasformazione in squadra, tanto rigida quanto il metodo di scelta che forma lo schieramento d’attacco, “a eliminazione”. Non a caso gli attori interpretano una squadra di basket: nella pallacanestro, infatti, il possesso del pallone è limitato ai 3 secondi, e la squadra ha 24 secondi per concludere l’azione a canestro.

Lo spettacolo parte da questi e altri dettagli sportivi, trasferendoli in forma di suggestioni spettacolari decisamente efficaci: non solo perché da un pretesto “semplice”, come il rapporto tra allenatore e squadra, arrivano a trattare temi come i danni provocati da un sistema educativo non controllato, la pericolosità di una formazione sproporzionata, la responsabilità dell’educatore e, in generale, l’abuso di potere.
L’“Educazione fisica” di Civilleri/Lo Sicco, senza dilungarsi in parole, senza offrire trattati “psico-socio-pedagogici” in forma di drammaturgie, ci parla, per esempio, dei casi di violenza (diffusi) tra i giovani, non solo verso gli altri ma anche in forma autolesionistica, facendo riflettere sul fatto che il fenomeno può avere origine in una pratica di educazione scorretta.

Altro punto di forza dello spettacolo è la cura del dettaglio: come metodo di lavoro, è stato la base delle prove dello spettacolo (e, ancora prima, della “scuola Dantesca” da cui provengono i due autori dello spettacolo), e si manifesta in scena come metodo di costruzione del personaggio. Infatti, se il sipario si apre sul gruppo di ragazzi già conosciuti su Twitter (come Angela Cupisti, 16 anni “e faccio la 2E del Gabelli”), al termine dell’allenamento/spettacolo lo schieramento è ben diverso: all’inizio ognuno si presenta nella sua istintiva (e adolescenziale) follia, nel suo modo di vestire, sedersi, gridare etc., alla fine la squadra è un branco addestrato, e feroce, ridotto a due formazioni antagoniste, divise e rese riconoscibili dal colore della maglia.

EDUCAZIONE FISICA
di: Sabino Civilleri, Manuela Lo Sicco
testo: Elena Stancanelli
con: Enrico Ballardini, Sabino Civilleri, Alice Conti, Giulia D’imperio, Daniele Giacomelli, Veronica Lucchesi, Dario Mangiaracina, Dario Muratore, Chiara Muscato, Quinzio Quiescenti, Alessandro Rugnone, Francesca Turrini, Marcella Vaccarino, Gisella Vitrano
produzione: CRT Centro di Ricerca per il Teatro
durata: 60’
applausi del pubblico: 3’ 15”

Visto a Milano, CRT Centro di Ricerca per il Teatro, il 25 novembre 2011

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